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ITALIANI ALL'ESTERO - ASSOCIAZIONI - SCHIAVONE (SEGR.GEN.CGIE) AL FAIM "SU LEVA ASSOCIAZIONISMO SI PUO' E SI DEVE COSTRUIRE IL FUTURO PER.... UMANIZZARE LA MODERNITA'"

(2020-01-27)

  "Il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, non potendo partecipare personalmente al Direttivo della FAIM (vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=60730) ha inviato un messaggio alla Presidenza del Forum delle Associazioni in rappresentanza del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.

"... con l’auspicio che il vostro appuntamento possa sortire l’auspicata e qualificata risposta alla stati della rappresentanza, anche quella associativa, che ha spinto le vostre associazioni fondative a incamminarsi su nuovi sentieri alla ricerca di nuove forme aggregative per innovare i modi e gli strumenti, in risposta al declino sociale, culturale e sistemico, che da diverse decadi attraversa il nostro Paese e che, purtroppo, sta alimentando il depauperamento del comune sentire e la nuova diaspora in questo inizio di millennio.

Rimettersi in gioco per capire e conoscere meglio le sfide della modernità, per poterle guidare, resta pur sempre una sfida. Questo è sicuramente un segno di forza e di responsabilità, che il Faim ha assunto e vuole vincere. Lo sforzo per rinverdire i tratti distintivi dell’associazionismo, che ha attraverso e modellato il secolo scorso passando dal mutualismo alle organizzazioni cooperative e sindacali, ai movimenti fino all’affermazione dei partiti politici, costituisce la garanzia per chi, oggi, ha deciso di indossare i guantoni e non si avventura alla cieca in mare aperto, conscio di cogliere questa opportunità per forgiare e cercare di strutturare le nuove forme del vivere insieme in una società libera, moderna e democratica. Il vostro impegno va sostenuto con strumenti legislativi e con politiche attive e di sostegno alle innumerevoli attività a livello nazionale e sovranazionale, a maggior ragione in una fase, nella quale il mondo è diventato più piccolo e interdipendente. Sulla leva dell’associazionismo si può e si deve costruire il futuro per preservare i caratteri essenziali che saldano interessi, solidarietà, impegno civile e sociale e umanizzare la modernità.

L’esperienza maturata da molti noi nel mondo associativo all’estero ci spinge a richiamare con forza il senso dell’unità e del superamento delle diversità, elementi essenziali per l’affermazione dei diritti e della cittadinanza in senso lato, perché producono ricchezza e danno vigore alle istanze comuni, senza i quali anche le questioni più semplici diventano invalicabili.

L’immagine politica assieme al deterioramento civile e civico offerti negli ultimi anni dal nostro Paese, rispetto al secolo scorso, ha perso di smalto e non è più qualificante. Alla messa in discussione dell’accoglienza degli stranieri fa da controcanto la ripresa dell’emigrazione italiana all’estero. Da una parte assistiamo all’assenza di strategie di inclusione, dall’altra allo spreco di veri e propri assets della conoscenza, dei saperi e di risorse umane che vanno ad arricchire paesi più disposti a valorizzarle. E’ inconcepibile che un paese a vocazione emigratoria non sia in grado di far tesoro delle best practice acquisite da più generazioni di nostri connazionali nei cinque continenti. Parliamo di vera e propria miopia e di un colpevole disinteressamento, che il nostro Paese non è riuscito a colmare nonostante la presenza, da oltre 14 anni, di una rappresentanza parlamentare eletta espressamente nella circoscrizione estero.

Il venir meno di solidi riferimenti normativi, civili e sociali e di senso generano allarmi e producono disincanto, che a loro volta sono tra le concause dello spopolamento dei territori, della denatalità, delle diseguaglianze come anche della diffusione della povertà i cui effetti si riversano sulla tenuta delle economie.

L’Italia di oggi ha in parte metabolizzato i tratti che si intersecano con la mobilità globale dei servizi, delle merci e della finanza, costretta dalla concorrenza del libero mercato, diventando anche uno dei player più audaci e di successo, mentre ha lesinato la spinta all’aggiornamento socio-culturale deregolamentando i diritti e i regolamenti che, invece sono necessari, per tenere assieme società, territori, sistemi sociali, costumi e storie di intere comunità. Risolvere queste contraddizioni è compito della politica.

Concorrere a costruire le condizioni per riscrivere un nuovo patto sociale è un impegno, che il nostro Paese dovrà assumere dialogando anche con le variegate forme associative per invertire la tendenza decadente, bloccando e cambiando i paradigmi della vulgata dominante, volta a depotenziare i livelli di garanzie e protezione sociale. Questi ritardi dovranno sollecitare il governo e il parlamento a promuovere dei profondi correttivi senza i quali continueranno a alimentarsi gli spostamenti di risorse umane da comunità periferiche a basso reddito verso centri votati alla sostanziale corsa al profitto.

Contenere gli espatri e favorire i rientri di una parte dei sei milioni di nostri connazionali residenti all’estero dovrà diventare un “must” delle politiche occupazionali attraverso le quali il nostro Paese potrà uscire dal cono d’ombra di una crescita economica singhiozzante. Su alcuni di questi temi discuterà prossimamente anche il Consiglio Generale degli Italiani all’estero in occasione dell’Assemblea plenaria della IV Conferenza Stato-Regioni_Province Autonome-CGIE, alla quale sarà nostro piacere ospitare il FAIM.

Siamo accumunati da un destino comune e anche in futuro, con la dovuta attenzione, mi auguro di continuare a condividere il vostro lavoro. A nome del CGIE ringrazio tutte le associazioni che compongono il FAIM per le attività svolte fino ad oggi e per quelle in addivenire." conclude il Segretario generale del CGIE, Michele Schiavone.(27/01/2020-ITL/ITNET)

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