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ECONOMIA ITALIANA - DAZI USA - MIN.AMENDOLA (AFFARI EUROPEI) : "NO GUERRA COMMERCIALE. MEGLIO NEGOZIARE. CHIESTO A COMMISS. HOGAN PREDISPOSIZIONE CONTROMISURE PER MITIGARE EFFETTI"

(2019-10-23)

  Il Ministro Vincenzo Amendola, Ministro Affari Europei,  rispondendo ad un'interrogazione dell'on. Lollobrigida (FdI) su quali iniziative intenda adottare il Governo , anche in sede europea, per tutelare l'intero comparto agroalimentare italiano - settore che subisce il peso maggiore con un danno stimato intorno ai 500 milioni di euro - e difendere le nostre aziende, l'esponente del Governo  Come la deputata ha sottolineato:

" Per la nostra industria alimentare il mercato statunitense è stato nel 2018 il secondo sbocco assoluto, con un export pari a 4.102 milioni di euro e un saldo di 3.735 milioni. I maggiori dazi del 25 per cento su alcuni prodotti lattiero-caseari italiani, carni lavorate e liquori italiani rappresentano sicuramente un problema per il nostro export, ma, come rilevato dagli stessi interroganti, va rilevato come gli Stati Uniti non abbiano voluto colpire nello specifico l'Italia.
  "Il nostro surplus commerciale con gli USA è, infatti, tra i più rilevanti, pari a circa un quinto dell'intero surplus europeo, ed è stata evitata l'imposizione di dazi su prodotti come vino, olio d'oliva, pasta, caffè, dolci e moda, che avrebbero avuto un impatto alquanto notevole.

  Conseguentemente, si stima che la percentuale di export italiano interessata dai dazi si attesti allo 0,86 per cento del totale, per un valore di 117 milioni di dollari circa. Non va poi dimenticato che il tetto dei 7,5 miliardi di dollari opera sul valore annuale del commercio e che lo United States Trade Representative, nel corso delle sue revisioni periodiche, cioè dopo i primi 120 giorni di applicazione e in seguito ogni 180 giorni, potrebbe mettere in atto il cosiddetto “carosello”, cioè selezionando nuovi prodotti o Paesi e modificando le percentuali di dazi.

Il Governo, quindi, ha ben chiaro come l'impatto sul settore rischi di essere duplice: da un lato, la penalizzazione economica, dall'altro, il prodursi di un eccesso di offerta all'interno dell'Unione europea, con la conseguente pressione sui prezzi. Non di meno noi restiamo contrari ad alimentare la spirale azione-ritorsione, tipica delle guerre commerciali, visto che, come lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella ha avuto modo di sottolineare nel corso della sua recente visita a Washington, una reciproca imposizione di dazi è dannosa per entrambe le economie sulle due sponde atlantiche.

Al riguardo, mi preme ricordare come gli USA abbiano già imposto in passato dazi sull'acciaio e l'alluminio europei e come si è in attesa, purtroppo, il 13 novembre prossimo, della decisione dell'Amministrazione Trump sull'eventuale imposizione di dazi anche all'importazione di beni del settore automotive.

L'Unione Europea, a sua volta, è in attesa a breve dell'analoga sentenza, questa volta nell'OMC del commercio, che dovrà pronunciarsi sul ricorso avverso il sostegno dell'amministrazione USA a Boeing. Il Governo, consapevole di quanto precede, lavorerà affinché la nuova legislatura europea possa costituire l'occasione per rilanciare un quadro di collaborazione: meglio negoziare che opporre dazi e avere guerre commerciali.

Nell'immediato, per rispondere alla sua interrogazione, abbiamo avanzato al commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, la richiesta di predisporre adeguate contromisure, così come è già stato fatto nel passato per mitigare gli effetti di guerre commerciali, in particolare attraverso l'attivazione dell'ammasso privato di formaggi, l'utilizzo di maggiori risorse per la promozione dei prodotti agricoli colpiti dai dazi USA e misure di compensazione, attraverso anche un fondo europeo.

Anche il commissario Hogan, nel ricordare l'imminente possibilità di ritorsione europea, ha lasciato intendere di ritenerla comunque ultima ratio, manifestando una chiara preferenza per la via negoziale con gli USA.

Vi sono, inoltre, aperture riguardo alla possibilità di intervenire con l'ammasso privato per i formaggi italiani, una volta che saranno dimostrate le necessarie condizioni. In conclusione, Hogan ha anche indicato nella politica di promozione agricola con risorse europee lo strumento più adeguato a fronteggiare la situazione attuale, segnalando che i nuovi programmi promozionali per il 2020 includeranno la possibilità di svolgere attività, anche negli USA, a sostegno di formaggi, vino e altri prodotti di interesse nazionale. (23/10/2019-ITL/ITNET)

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