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ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - ALFIERI DEL LAVORO- PRES. MATTARELLA: " MOLTI GIOVANI LASCIANO IL PAESE... ARTIFICIOSE CONTRAPPOSIZIONI GIOVANI ANZIANI... NECESSARIA ALLEANZA TRA GENERAZIONI"

(2019-10-22)

Rinnovo le mie congratulazioni ai Cavalieri del Lavoro, che ricevono oggi il riconoscimento per l’eccellenza raggiunta e per il valore sociale prodotto dalle loro imprese.
Insieme a loro, mi complimento con gli Alfieri del Lavoro, che si sono distinti negli studi e sono adesso chiamati ad affinare ulteriormente il loro talento, per metterlo a frutto sia nella professione sia nelle altre espressioni della vita sociale.

Ogni anno questo incontro ci propone esperienze che sono anche segni e messaggi di grande significato, lanciando a tutti noi la sfida di renderli attuali nel succedersi di cambiamenti così profondi e veloci.

Il primo di questi segni che vorrei raccogliere è senz’altro quello della necessaria alleanza tra le generazioni.

Nessuna comunità può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell’esperienza, della speranza di pensare e realizzare, insieme, un futuro migliore.
Nessuna società può ben preparare il proprio domani se i giovani incontrano ostacoli nel loro percorso di crescita, o se la struttura sociale li emargina, non crea opportunità e occasioni di assunzione di responsabilità, mettendoli, talvolta, di fronte a scelte di migrazione forzata per assicurarsi un futuro.
In molti campi la crescita della propria personalità in esperienze all’estero costituisce una ricchezza importante. Aumenta il capitale sociale, grazie a conoscenze che così possono essere acquisite.
Non sfugge tuttavia – lo sappiamo bene - la consapevolezza che, troppo spesso, molti giovani debbono lasciare il nostro Paese, cercando altrove opportunità che qui tendono a rarefarsi.
Occorre far sì che il nostro sia un sistema sempre più aperto, con un dialogo virtuoso tra giovani, istituzioni, sistema formativo, imprese. L’eccesso di cautela come regola ineludibile, il rifuggire da qualsivoglia margine di rischio nei finanziamenti chiude spazi all’innovazione, a iniziative che andrebbero, al contrario, incoraggiate.

Mettere fianco a fianco, come abbiamo appena fatto, i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro con 25 giovani Alfieri rappresenta, simbolicamente, un impegno che non riguarda soltanto i singoli premiati di oggi ma deve coinvolgere tutte le componenti attive del nostro Paese.

Il succedersi delle generazioni ha comportato spesso dei salti, e non di rado ha generato tensioni. Oggi avvertiamo di trovarci di fronte a problemi inediti, che vanno affrontati con serietà e lungimiranza: vale sul piano delle risorse necessarie ad assicurare, sul piano ambientale, uno sviluppo, vale sul piano economico e delle scelte di finanza pubblica per affrontare i temi posti dagli squilibri demografici in Italia e in Europa.
Talvolta si levano voci che tendono a creare artificiose contrapposizioni giovani/anziani, a porre in concorrenza le generazioni per quanto attiene alla distribuzione delle risorse pubbliche: è un terreno insidioso che pone in discussione la stessa coesione sociale.

La prima preoccupazione di ogni famiglia è l’avvenire di figli e nipoti: ciascuna società sana è, anzitutto, preoccupata del loro avvenire. Quello che va perseguito, semmai, è un consapevole patto tra le generazioni per far crescere l’Italia e confermarla il meraviglioso Paese che abbiamo ricevuto.
Una frattura che penalizzasse i giovani – nel lavoro, nel reddito, nella possibilità di costruirsi una famiglia e un futuro - sarebbe certamente tra le più dannose per la comunità.

Occorre investire, quindi, con coraggio e intelligenza nel capitale sociale del Paese.
Scuola, formazione, ricerca, sostegno alle iniziative giovanili sono fondamentali per dare vita a un nuovo ciclo virtuoso, guidare l’innovazione e creare occupazione di qualità.

Sono temi, naturalmente, che non riguardano esclusivamente la questione giovanile.
Tenere unite le generazioni significa impegno a gestire l’attuale fase di transizione nel sistema economico, occuparsi degli adulti che perdono il lavoro e hanno bisogno di riqualificarsi, di costruire nuove competenze. Equità e mobilità sociale sono fattori decisivi di crescita, si alimentano l’un l’altra, e insieme contribuiscono alla competitività del Paese, a un clima di maggior fiducia, a una maggiore qualità della vita.

Imprese, istituzioni, forze dinamiche della società possono riconoscere questo bene comune al di là di idee e interessi legittimamente diversi.

Il nostro incontro ha anche un altro segno forte: talento e merito valgono assai di più se diventano vettori di uno sviluppo e un benessere più ampi.
Si tratta di una connessione che merita di essere rafforzata.
Il merito non riesce a esprimersi compiutamente in una società con diseguaglianze insuperabili, e con steccati interni.
Il merito e l’eccellenza diventano “volani di crescita civile e di sviluppo economico” – come ha detto poc’anzi il Presidente Antonio D’Amato – quando emergono da una autentica libertà di movimento, da una comunità aperta al suo interno, con istituzioni vigili e capaci di rimuovere i muri dell’esclusione, della diseguaglianza di opportunità e di diritti, dell’illegalità.

Un altro messaggio è contenuto nell’appuntamento di oggi.
L’innovazione non è semplicemente efficienza produttiva ed economica. Certo, è anche questo. E il più delle volte è condizione di tenuta, in un mondo e in un mercato divenuti globali.
Ma l’innovazione oggi più che mai richiama immediatamente anche l’idea della qualità.

Qualità della vita dentro e fuori i luoghi di lavoro, qualità dell’occupazione, qualità dei prodotti. Nella catena del valore l’innovazione è chiamata a sviluppare prioritariamente la qualità.
Il mercato stesso è di fronte alla sfida di saper rispondere a questa esigenza: qualità nell’epoca dei consumi di massa e dell’allargamento di essi a popolazioni sempre più vaste e numerose
Innovazione e qualità sono i principali vettori dello sviluppo sostenibile, che oggi è la sola modalità con cui possiamo immaginare la possibilità di sviluppo.
È una nuova frontiera sulla quale far convergere risorse, intelligenza, passione, ricerca.
Abbiamo di fronte difficoltà - e dobbiamo scontare errori e ritardi - ma anche enormi potenzialità. Noi Italia. E noi Europa.... (22/10/2019-ITL/ITNET)

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