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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - PICCININI (IMMIGRAZ. INCA CGIL): "GIUNTO AL TERMINE PROGETTO "FORMA" PER INTEGRAZIONE MIGRANTI E RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE. UN PROGETTO DI SUCCESSO"

(2019-10-03)

  Fra i numerosi impegni dei Patronati italiani, in particolare di quelli aderenti al raggruppamento del CEPA a sostegno della tutela e dei diritti dei cittadini italiani siano essi autoctoni o di origine straniera uno, in particolare, il Progetto FORMA è stato dedicato da ACLI, INAS CISL, INCA CGIL e ITAL UIL, al processo di integrazione e, nello specifico, di  ricongiungimento "guidato" con le famiglie provenienti dall'estero.
Il progetto - di cui è capofila l'INCA CGIL -è sostenuto dal  Ministero delle Politiche Sociali, in sinergia con il Ministero dell'Interno gli Affari Esteri, e finanziato dall'Unione Europea attraverso il FONDO ASILO, MIGRAZIONE E INTEGRAZIONE (FAMI) 2014-202. 

Un'iniziativa, coordinata dal Patronato INCA CGIL, che si sta avviando a conclusione, anche se vi è l'auspicio che, considerati gli ottimi risultati fin qui ottenuti, possa proseguire.- dichiara ad Italiannetwork/Italialavorotv Claudio Piccinini,  Coordinatore Area Migrazioni e Mobilità Internazionali, per il settore dell'Immigrazione del Patronato INCA CGIL.  Nel frattempo Il progetto Forma  è stato prorogato al 31 ottobre 2019  "quindi siamo in piena attività, anzi siamo alla finale ed i numeri sono incoraggianti per il raggiungimento degli obiettivi del progetto" afferma Piccinini, dando uno spaccato del progetto:

  "I paesi che sono coinvolti sono 11 perchè oltre ai 10 previsti al'inizio del progetto è stata aggiunta di recente anche l'India, in particolare la zona del Punjab a motivo  di una forte presenza di lavoratori indiani e delle loro famiglie soprattutto nelle aree del pontino e della pianura padana. Questo ha fatto si che noi potessimo stilare  un accordo con alcune strutture locali in Punjab per aprire anche lì un centro di formazione sul progetto Forma. Ed i  risultati sono incredibili !
Noi ci aspettavamo di produrre un progetto dagli aspetti molto tecnici, stigmatizza Piccinini, cioè insegnamento della lingua italiana, contenuti civico culturali sul nostro Paese, contenuti normativi ed  altri aspetti utili ad aiutare il livello di integrazione per il ricongiungimento con i loro familiari nel nostro Paese, ma abbiamo scoperto  che avevamo anche  altre funzioni. Ovvero  ci è stato riconosciuto indirettamente da parte dei beneficiari una sorta di terzietà nella visione oggettiva del Paese Italia, depurata dai condizionamenti delle informazioni che i congiunti ricevono dal proprio contesto e dai familiari stessi che a volte non sono in grado di illustrare nei dettagli le particolarità della vita sociale del nostro Paese."

Ad esempio ?

"Pensiamo ai bambini che devono essere introdotti nel percorso scolastico,  spiega Piccinini, per cui  è stato particolarmente importante - ed anche soddisfacente - spiegare ai bambini come si troveranno quando frequenteranno le nostre scuole, quando conosceranno altri bambini, quali sono ad esempio gli sport che sono più frequentati in Italia,  ed anche quali saranno i percorsi scolastici che dovranno affrontare ed il rispettivo livello di complessità.
Possiamo parlare in egual modo delle donne, che provengono da culture e società decisamente diverse; dall'India, dalla Cina, dai paesi dell'Est, dal Sud America e soprattutto dall'Africa. Molte di loro hanno forti aspettative rispetto all'ingresso nel nostro Paese ma anche dubbi su come si dovranno comportare.

In buona sostanza, abbiamo svolto e stiamo svolgendo un grosso lavoro di mediazione culturale, direi, quasi inaspettato, ed abbiamo ottenuto un grosso livello di soddisfazione da parte degli operatori di patronato in Italia, che spesso si sono visti ritornare i richiedenti ricongiungimento familiare assieme alla famiglia ricostituita.

A questo punto abbiamo  ripresentato la nostra idea progettuale,  concorrendo all'avviso numero due del 2019 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sulla formazione per partenza. Sarebbe un peccato non poterne usufruire dopo aver accumulato così tanta esperienza e aver messo in piedi un sistema molto articolato di formazione sugli 11 paesi, che sarebbe un grosso errore abbandonarlo così come il know how acquisito"

A questo punto, quali sono stati gli effetti e le ricadute da parte delle istituzioni che si occupano di immigrazione, stante gli sviluppi degli ultimi due anni ?

"E' indubbio che in questi ultimi anni c'è stata una modifica dei comportamenti dei governi che ha indotto la pubblica amministrazione a fare scelte a cui non dico non eravamo abituati, ma abbiamo registrato  periodi nei quali abbiamo potuto raggiunge delle conquiste per i lavoratori provenienti da altri paesi nel rispetto del nostro dettato costituzionale e delle normative europee. In questi ultimi anni il nostro lavoro si è fatto più difficile e ci troviamo ultimamente di fronte a un irrigidimento della pubblica amministrazione ogni qual volta sia necessario prendere una decisione rispetto ad un rinnovo di permesso di soggiorno, ad una concessione di una prestazione, talvolta  un irrigidimento che può anche essere soggettivo, non necessariamente normato da regole.

D'altra parte, ci sono alcuni provvedimenti dell'esecutivo che interagiscono con questa lettura di un differente livello di cittadinanza degli stranieri anche rispetto ai cittadini italiani. Ne sono un esempio i tempi sull' ottenimento  della cittadinanza. Con la legge  132 siamo passati da due anni di attesa a 4 anni. Ma attenzione: questi 4 anni diventano molti di più considerando che la pubblica amministrazione non si è mai dotata degli strumenti sufficienti per fare in modo che venissero rispettati i tempi di elaborazione delle domande.
C'è stata una accelerazione indubbia rispetto al passato, da parte delle amministrazione ed un avvicinamento ai tempi di concessione della cittadinanza che in questo momento, però, sono stati superati dalla normativa. Il comportamento si è evoluto nel tempo, anche incoraggiato dai provvedimenti che sono stati emanati dal Governo negli ultimi tempi.

Abbiamo parlato di tempi di cittadinanza, di durata del procedimento, ma dobbiamo prendere in considerazione anche  alcuni aspetti di queste norme che obbligano il richiedente a mantenere per ben 7 anni un livello di reddito sufficiente ad ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana, così come l'inasprimento del livello di conoscenza della lingua italiana. Prima era sufficiente il livello 2 ed oggi è necessario avere un riconoscimento della conoscenza della lingua italiana pari al livello B1. A tal proposito, mi permetto di dire che probabilmente buona parte della popolazione italiana avrebbe qualche difficoltà ad ottenere tale certificazione.
L'Impressione è, in sostanza, che sia piu' un tentativo di mantenere in uno stato di non pienezza di diritti le persone che da molti anni, almeno 10, visto e considerato che la nostra è una delle normative più rigide in Europa per l'ottenimento della cittadinanza italiana da parte di persone che risiedono nel nostro paese, svolgono un'attività lavorativa, contribuiscono al benessere sociale del paese. Molte volte abbiamo famiglie interamente presenti nelle nostre città da più di 10 anni, e questo inasprimento delle norme che consentono l'accesso alla cittadinanza tendono ad escluderli, ad  emarginarli. E, purtroppo, ci sono anche altri provvedimenti che seguono questa logica.

Noi siamo sempre stati impegnati in questi anni, e lo siamo tutt'ora, grazie anche all'aiuto dei nostri legali, in particolare voglio ricordare il compianto Luca Santini che ci ha seguito  nei processi di riconoscimento dei diritti dei lavoratori stranieri. Parlo delle class actions sulla cittadinanza, della tassa sui permessi di soggiorno, di tutto quello che riguarda il riconoscimento delle prestazioni assistenziali per chi non è titolare del permesso di lungo soggiornante, come bonus bebè, premio di natalità, lo stesso assegno sociale. Lotte che abbiamo iniziato molti anni fa e che in buona parte sono state vittoriose ma in alcune parti richiedono un intervento definitivo. Per esempio, le ultime ordinanze della Cassazione rispetto alle prestazioni di genitorialità chiedono alla Corte Costituzionale un pronunciamento definitivo sulla legittimità della concessione, di queste prestazioni, a chi non è titolare del permesso da lungo soggiornante rispettando il dettato costituzionale e le norme europee che riguardano le eguaglianze di diritti tra lavoratori in caso di accesso alle prestazioni assistenziali.

Ci sono però altre norme che vanno ad incidere sulla fruibilità di queste prestazioni, come ad esempio la norma introdotta nel decretone, che richiede ad ogni cittadino di Paese terzo la certificazione della insussistenza patrimoniale nel Paese di origine. Ciò significa per ipotesi che se il Comune deve concedere a me straniero il bonus mensa per permettere ai miei figli di ricevere il pasto durante l'orario scolastico, può chiedermi di dimostrare che io non ho alcun reddito nel Paese di origine."

Altri progetti...?

"Abbiamo partecipato come partner anche a due progetti sul caporalato dove in uno di questi  la FLAI  è
capofila. Si tratta di un'attività di sindacato di strada, spiega Piccinini, dove pensiamo che possano avere un ruolo importante anche i servizi di Patronato nel riconoscimento dei diritti o nella trasmissione dell'informazione sui diritti civili da parte dei lavoratori delle campagne in tempi di raccolta"

Come procede la collaborazione con la Romania, laddove è stato firmato dal Patronato INCA CGIL un importante accordo di accompagnamento dei lavoratori rumeni in Italia e nel resto d'Europa ?

"Mi permetta, intanto di esprimere soddisfazione per aver siglato quell'accordo perchè ci consente un alto livello di collaborazione con gli enti e le istituzioni rumene, in una la fase di supporto ai lavoratori coinvolti nella diaspora rumena. Stiamo parlando - sottolinea l'esponente del Patronato INCA CGIL,  di centinaia di migliaia di persone, che sono presenti in buona parte nel nostro paese, ma che sono distribuite in tutta Europa:  Spagna,
Francia...  Con un progetto promosso dal Comites del Belgio- il progetto ANTENOR - abbiamo incluso nella progettazione che prevede  un'analisi dei flussi migratori italiani all'estero anche un focus particolare sui lavoratori rumeni, per ottenere una base dati sia quantitativa che qualitativa rispetto alla emigrazione nei loro Paesi, ed anche sugli spostamenti interni nell'ambito della circolarità della migrazione che li coinvolge direttamente.
Inoltre, di recente abbiamo firmato un accordo con l'agenzia governativa  romena contro la tratta e lo sfruttamento lavorativo, che svolge sia lavoro di indagine che di informazione e di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici che sono coinvolte in questi crimini.
In tal senso,  aggiunge  Piccinini, auspichiamo  che anche il Governo italiano prima o poi assuma delle iniziative per  dotarsi di strumenti così importanti, che coinvolgono forze di Polizia, aspetti del sociale, le istituzioni...

A queste iniziative c'è da aggiungere che il flusso di migrazioni che proviene dall'Africa richiede anche un altro livello di coordinamento che in questo momento viene svolto da un organismo che ci ha visto protagonisti nella sua costituzione insieme con la Cgil: la da rete dei sindacati dell'area del Mediterraneo e Sub Sahariana. 

Una rete molto attiva, operativa,  spiega Piccinini - che ha fatto si che ci fosse innanzitutto una presa di coscienza della necessità di fare fronte comune e attivare forme di collaborazione tra sindacati dell'area del Nord Africa ed area Sub Sahariana e i sindacati europei, per definire sinergicamente la tutela dei lavoratori che si spostano da quelle aree  all'interno della Comunità Europea.
Questo ha permesso che molte organizzazioni sindacali  si siano rese conto del grosso impegno necessario a tutelare i migranti nei Paesi di partenza, nei Paesi di transito e di destinazione. Tutela - si badi bene - che significa anche informazione preventiva e corretta sulle norme, le modalità di inserimento, il livello di accoglienza, i rischi che la migrazione irregolare può generare in questi casi e soprattutto un appello ai rispettivi Paesi affinchè si diano da fare per risolvere il problema tenendo conto anche dell'esigenza delle persone che hanno intenzione di spostarsi non per velleità ma per necessità  di trovare un migliore ambito lavorativo, condizioni di vita migliore, quando non debbano  fuggire da situazioni di povertà o di conflitto". conclude Claudio Piccinini (03/10/2019-Maria Ferrante- ITL/ITNET)

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