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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - 70 ANNI INAS - PETTENI (PRES. INAS) :"FELICI DI METTERE NOSTRA CONOSCENZA AL SERVIZIO DI CHI DEVE RIPENSARE SCHEMI DELLO STATO SOCIALE DEL PAESE"

(2019-09-13)

  Oggi a Roma il convegno del  ‘Patronato Inas: 70 anni al servizio della persona. La primavera dell’Inas. 1949-2019: ripartire dai giovani’. Un'iniziativa volta a celebrare un anniversario importante per il Patronato a cui hanno preso parte i tanti giovani operatori INAS presenti nelle diverse sedi del Patronato. Un evento nel corso del quale si e' ripercorsa la storia dell’Istituto Nazionale Assistenza Sociale e sono stati sottolineati i futuri sviluppi per dare sempre piu' risposte a bisogni inespressi.

Ad introdurre il convegno Aldo Carera, Presidente Fondazione Giulio Pastore, che si e’ soffermato sulle ‘Radici storiche e l'attualità della tutela della persona’.
“In passato l’assistenza non cambiava gli equilibri della societa’: 'chi aveva dava, chi non aveva riceveva ma continuava ad essere una persona che non aveva'. Questa situazione si e’modificata con la rivoluzione industriale, nel 1851 in Inghilterra. In quel periodo sono state fondate le prime società di mutuo soccorso, le prime forme di assistenza. Da un lato la gente ha cominciato ad essere protetta da una  legislazione che si andava concretizzando. Dall’altro lato, i lavoratori hanno deciso di riunirsi per tutelarsi da soli...

Ad inizio  Novecento, le organizzazioni sindacali si uniscono raggruppando cattolici, socialisti e comunisti. Poi pero’  i cattolici escono e costituiscono una loro organizzazione, Libera. Poco dopo escono anche i socialisti e i repubblicani e fondano la Fil nel 1949 e li' nasce la Inas Fil. La guerra e' finita da poco, la gente non ha tutele sociali, pochissimi hanno la pensione e si ritiene necessario sviluppare forme di tutela, con una nuova capacita’ di affrontare i problemi. Nel 1950 si costituisce cosi' l'Inas Cisl che poi diventera’ la Cisl Inas. Un Istituto che dopo il 1950 ha cominciato a guardare le cose da una prospettiva  di lungo termine,” mettendo al centro con la CISL  il benessere della singola persona in una politica di sviluppo coerente,in  un disegno complessivo, in cui  e’ importante la dimensione della solidarieta’, della partecipazione” ha argomentato Carera.

  Un impegno che il Presidente dell'INAS, Gigi Petteni, ha reso concreto attraverso i numeri:

"Nel 2018, oltre 4 milioni di persone hanno varcato la soglia dei nostri uffici in Italia e nel mondo. Oltre 2.5 milioni di persone hanno aperto una pratica con noi. 700 le sedi in tutta Italia, ovunque un saldo punto di riferimento,  1184 persone attive nell'ambito previdenziale e socio assistenziale, con l’aiuto di 331 collaboratori e di oltre 3.000 collaboratori volontari.

"Ogni mattina - ha spiegato Petteni - avviene una rivoluzione di prossimità sociale: i ragazzi che sono qui oggi questa settimana hanno incontrato circa 16.000 persone, costruendo risposte. E dove i nostri uffici non ci sono, i nostri operatori escono fuori e raggiungono 922 recapiti presenti dai piccoli borghi agli ospedali. Andare incontro agli altri sempre: questo il principio che ci ha spinto ben oltre i confini italiani, tanto che l'Inas e’ presente in 4 continenti in 20 diversi Paesi con 89 uffici e 158 operatori.
Numeri che possono dare la dimensione del nostro impegno, un avamposto di welfare ora che il welfare rischia di lasciare fuori ampie zone grigie di bisogno. "

Ed ancora "Dall’inizio di questo anno siamo stati vicini a chi ha perso il lavoro:  250.000 pratiche di sostegno. E poi 130.000 procedure di invalidita’ sociale. E inoltre 59.000 pratiche per bonus bebe’, 200.000 risposte per prestazioni familiari e 17.000 misure per contrasto alla poverta’” ha fatto presente Petteni.

"C'é poi da considerare un dato significativo, una misura bandiera:  "Quota 100". Nel primo step di Quota 100  abbiamo evaso 30.000 domande sulle oltre 170.00 domande inoltrate. E di queste domande sono state patrocinate oltre il 93%. In buona sostanza, le persone hanno chiesto che vogliono essere accompagnate. E noi, di fronte a quadri politici sempre piu’ mutevoli, saremmo felici di mettere la nostra conoscenza dei bisogni al servizio di chi deve ripensare gli schemi dello Stato sociale del Paese e deve comprendere che quando si parla di previdenza non c'é nulla che si possa affrontare in modo semplicistico.  I nostri operatori sanno bene come sia difficile districarsi in un sistema dove ci sono ben oltre 15  modalita' per andare in pensione e che all'oltre 7% di famiglie italiane oltre la soglia di povertà assoluta, cosi come indicato dall’Istat, servono risposte innovative,” ha affermato Petteni.

"Vorrei ricordare un punto che riguarda l’Inas. Da quando c'é stato il referendum per l'abrogazione del sostegno ai patronati, le risposte sono state date dalle sentenze che hanno fatto richiamo alla Costituzione, dall’articolo 38 all’articolo 104, parliamo dunque di un servizio che e’ nelle radici della Costituzione,” ha sottolineato  Petteni.

Naturalmente  “E’ lecito chiederci oggi, dopo 70 anni di strada, se il  patronato non sia un arnese vecchio, uno strumento antiquato?  Ebbene, la risposta sta nelle persone che incontriamo ogni giorno. Per loro vogliamo contribuire a risolvere questo welfare scollegato dai bisogni, dalle persone. Vogliamo fare la nostra parte per condividere soluzioni  che includano nuove istanze come quelle dell’aumento della popolazione non autosufficiente, del calo demografico, della smaterializzazione dei rapporti umani. Possiamo, però,  trovare soluzioni a queste emergenze sociali solo facendo fronte comune, prima di tutto con la nostra casa madre, la Cisl. Un sindacato che ha in se’ le risorse per mettere in moto percorsi innovativi cosi' profondi e necessari senza rinunciare alla spinta originaria che da sempre insieme ci muove: la solidarieta’.

Per la gente vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento, attivando reti di sussidiarieta’ con istituzioni e società civile,” ha aggiunto Petteni precisando le tre sfide da rilanciare: implementare la nostra azione sul welfare compreso quello contrattuale e della previdenza complementare; diventare consulenti sociali sui temi del welfare e sui temi previdenziali; infine, essere presenti nelle periferie per andare sempre di piu’ incontro alle persone,” ha precisato Petteni sottolineando il fondamentale apporto dei giovani operatori dell’Inas.

“Il mio augurio, quando voi celebrerete il centenario dell' Inas tra 30 anni,” ha aggiunto Petteni rivolgendosi ai giovani in sala, “e'  che  grazie a voi,che avete dato sempre più assistenza, si possano scrivere tante altre pagine di servizio sociale.
Noi vogliamo rilanciare l’Inas dentro un cambiamento epocale di norme e di contesto e voi fate un lavoro con un rapporto diretto con la persona, in  uno spirito di squadra.  Voi siete la nostra grande speranza e la nostra forza e vogliamo investire su di voi. Oggi dovete essere voi al centro, i protagonisti in un contesto nel quale c'è ancora piu' bisogno di ieri di solidarietà"  (13/09/2019-L.G.-ITL/ITNET)

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