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IMMIGRAZIONE - DAL CESE : MAGGIORE INFORMAZIONE SULLE MIGRAZIONI. RUOLO ESSENZIALE SOCIETA' CIVILE- A CHE PUNTO E' IL PATTO GLOBALE ADOTTATO A MARRAKECH

(2019-05-17)

I partecipanti a un'audizione del CESE chiedono un dibattito sulla migrazione basato su dati concreti

Il patto globale sulla migrazione delle Nazioni Unite è stato al centro dell'audizione tenutasi presso il Comitato economico e sociale europeo (CESE) lo scorso 2 maggio, nel corso della quale varie parti interessate si sono incontrate per discutere della sua attuazione. I membri del CESE José Antonio Moreno Diaz e Séamus Boland hanno ribadito che un tema complesso come quello della migrazione deve essere spiegato meglio al grande pubblico e hanno altresì sottolineato che alla società civile spetta un ruolo essenziale al riguardo.

La necessità di una gestione migliore della migrazione

"Dobbiamo avviare un dibattito e discutere su come trovare un punto di convergenza tra le diverse posizioni in materia di migrazione assunte dagli Stati membri dell'UE", ha dichiarato José Antonio Moreno Díaz, relatore del parere d'iniziativa che il CESE sta elaborando sul tema Attuare il patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare sulla base dei valori dell'UE. "Il patto globale è assolutamente in linea con i trattati dell'UE e rispecchia i valori dell'Unione, come la solidarietà, l'uguaglianza e il rispetto dei diritti umani. Dovrebbe quindi servire da quadro di riferimento per l'elaborazione delle politiche nell'UE in questo campo".

La migrazione è un fenomeno molto complesso che non sempre viene percepito in modo positivo. "Ci saranno sempre delle migrazioni, e vanno gestite in modo adeguato; dobbiamo occuparci di questo fenomeno in modo realistico", ha aggiunto Moreno Díaz. "Occorre migliorare la gestione della migrazione, non servirsene come di uno strumento ideologico per lottare contro gli avversari politici. Non va dimenticato che i flussi migratori sono soggetti a continui mutamenti: è possibile che gli attuali paesi di destinazione fossero un tempo quelli di origine dei migranti".

Il ruolo centrale della società civile dell'UE

In riferimento all'attuazione dell'accordo, Séamus Boland, presidente del gruppo di studio incaricato di elaborare il parere del CESE in materia, ha affermato di essere ottimista e ha sottolineato che, sebbene la scelta spetti agli Stati membri, sono così tante le organizzazioni della società civile che hanno fatto un ottimo lavoro su questo tema che sarà difficile per la classe politica far fallire l'intero processo.

Ola Henrikson, dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ha evidenziato che, secondo quanto indicato nel patto globale, gli Stati membri svolgeranno un ruolo di primo piano nella sua attuazione, e ha aggiunto che è improbabile che tutti i paesi adottino il medesimo approccio.

I movimenti populisti e di estrema destra fanno leva sulla sfera emozionale, sui sentimenti e sulle percezioni per manipolare l'opinione pubblica negli Stati membri dell'UE. È pertanto essenziale smorzare l'aspetto emotivo della migrazione e trattare questo tema complesso in modo obiettivo, ha dichiarato Maria Giovanna Manieri del gruppo Verts/ALE del Parlamento europeo.

A tale proposito, Boland ha incoraggiato i partecipanti a seguire regolarmente gli sviluppi in questo campo, perché "l'informazione è una risorsa importante, che richiede un grande talento, e mette anche in una posizione di vantaggio quando arriva il momento di sostenere la propria tesi". "È in questo ambito che la società civile svolge un ruolo fondamentale", ha sottolineato, "dato che essa è sempre stata in prima linea nel portare avanti i cambiamenti e le riforme. Si tratta di un compito arduo che può incutere dei timori, ma non è impossibile".

Facendo riferimento alla tesi spesso ripetuta secondo cui i lavoratori migranti possono contribuire a colmare la mancanza di personale qualificato nei mercati del lavoro europei, Chidi King, in rappresentanza della Confederazione sindacale internazionale (CIS), ha affermato che i migranti non dovrebbero essere visti come un problema o una soluzione. Inoltre questa tesi, da sola, non può modificare l'ottica negativa con cui viene presentato il fenomeno della migrazione.

Con uno sguardo retrospettivo alla fase negoziale che ha preceduto l'accordo, Stephane Jaquemet della Commissione internazionale cattolica per le migrazioni (CICM) ha sottolineato che in molti Stati membri non è stato condotto un dibattito costruttivo. I negoziati si sono svolti tra esperti a porte chiuse, e vi hanno partecipato soltanto organizzazioni di alto livello e con una prospettiva mondiale. Adesso, quindi, andrebbe ascoltato il punto di vista dei migranti e delle ONG di base, attribuendogli la priorità che merita, visto che saranno le organizzazioni locali quelle a cui spetterà attuare l'accordo.

Il parere del CESE in corso di elaborazione

Il documento che il CESE sta attualmente mettendo a punto si prefigge di valutare in che misura l'UE e i suoi Stati membri realizzano i 23 obiettivi del patto globale, nonché di chiarire quali leggi, politiche e strumenti dell'UE possono essere utilizzati per conseguire questi obiettivi. La discussione finale del parere e la sua adozione sono previste per la sessione plenaria del CESE di luglio 2019.

Contesto di riferimento

Nel dicembre del 2018, a Marrakech (Marocco), è stato adottato il patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare. Questo patto tratta tutti gli aspetti della migrazione internazionale e fornisce un quadro di riferimento per una cooperazione internazionale a largo raggio in materia di migranti e mobilità umana, sulla base di 23 obiettivi.

Si tratta di un accordo non vincolante volto a individuare le questioni fondamentali connesse alla gestione della migrazione, sia per i paesi di origine e transito che per quelli di destinazione. L'obiettivo del patto è avviare, a livello mondiale, un dibattito costruttivo e concreto sulla governance della migrazione.

Non tutti gli Stati membri dell'UE hanno sottoscritto il patto globale: la Repubblica ceca, l'Ungheria e la Polonia hanno espresso voto contrario; l'Austria, la Bulgaria, l'Italia, la Lettonia e la Romania si sono astenute; la Slovacchia non ha partecipato alla riunione. Infine, il Belgio e i Paesi Bassi hanno firmato l'accordo, ma nella relazione di accompagnamento ne hanno chiaramente indicato la natura non vincolante. (17/05/2019-ITL/ITNET)

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