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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - RECESSIONE - CGIL:"AMPIAMENTE PREVISTA. RILANCIARE SUBITO CRESCITA.". SBARRA(CISL):"URGE DISCONTINUITA' POLITICA ECONOMICA GOVERNO. TAVOLO DI LAVORO". BARBAGALLO (UIL): "RECUPERARE TEMPO PERDUTO"

(2019-01-31)

  “Non si tratta di una doccia fredda perché il dato era ampiamente previsto, non solo da tutti gli istituti nazionali e internazionali, ma anche da tutte le parti sociali.

Da mesi la flessione della produzione industriale, del fatturato e degli ordinativi, dovuta alla sfavorevole congiuntura internazionale, prefigurava il rischio di recessione, che non a caso è arrivata prima in Italia, vista anche la debolezza della ripresa e in particolare, della domanda interna”. Così la Cgil commenta i dati Istat (-0,2% di variazione del Pil nell’ultimo trimestre 2018), che confermano il brusco rallentamento della crescita italiana e l’entrata in recessione tecnica.

Per il sindacato guidato da Maurizio Landini “non si può aspettare oltre e occorre rilanciare subito la crescita, lo sviluppo e l’occupazione, attraverso investimenti pubblici e la creazione di lavoro, misure del tutto insufficienti nella Legge di Bilancio appena approvata”.

Inoltre, secondo la Cgil, “la distanza fra la crescita effettiva del Pil e le irrealistiche aspettative del Governo genererà un impatto negativo anche sui conti pubblici, diminuendo ulteriormente le risorse per le politiche sociali, industriali e infrastrutturali”.

Per LA CGIL  “anche dai dati Istat degli occupati di dicembre emerge un’ulteriore conferma dello stato di recessione. Sebbene, infatti, il dato annuo evidenzi che l’occupazione sia cresciuta dello 0,9%, ciò è dovuto esclusivamente ai rapporti a termine, mentre il dato dei permanenti registra addirittura un decremento di quasi 90.000 unità. Una precarietà che continua quindi ad aumentare e ad alimentare il lavoro che non può che definirsi povero”.

Inoltre, prosegue la Cgil “su base annua ritorna a salire la disoccupazione giovanile, oggi al 31,9%, e il dato del quarto trimestre conferma l’aumento complessivo dei disoccupati del 2,4%. Tutto questo a distanza di cinque mesi dell’entrata in vigore del decreto “dignità” che, lanciato come risolutore della battaglia contro il precariato, manifesta palesemente la sua inefficacia”.

“Per questo – conclude la nota – sabato 9 febbraio Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza, allo scopo di ridare lavoro, sviluppo e futuro al Paese, con l’idea di poter ancora cambiare davvero”.

“E’ vero che nel  2018 l’occupazione è cresciuta dello 0,9% rispetto al 2017, ma nella seconda metà dell’anno la dinamica è fortemente rallentata, in particolare nel Mezzogiorno e nell’ultimo mese l’occupazione è pressoché ferma". Lo ha dichiarato Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto Cisl, a margine dell’Attivo dei quadri e delegati Cisl  a Caserta in vista della manifestazione nazionale programmata da Cgil, Cisl, Uil per il prossimo 9 febbraio.

"Infatti a dicembre 2018 gli occupati rispetto a novembre crescono soltanto dello 0,1%, come somma di un aumento di quelli  a termine e degli autonomi e di una riduzione dei dipendenti stabili. Tale frenata ci preoccupa -  continua Sbarra  - perché è probabilmente l’effetto della riduzione del Pil, che cala per il secondo trimestre consecutivo, come mostrano i dati odierni dell’Istat, segnalando oramai la cosiddetta recessione tecnica e mettendo a segno il peggiore risultato da 5 anni a questa parte per l'economia italiana.

Con la manifestazione nazionale che terremo tra alcuni giorni a Roma chiediamo al Governo un segnale  forte di discontinuità nella politica economica, secondo gli elementi indicati nella piattaforma unitaria: vanno fissate le priorità del Paese che devono essere gli investimenti su infrastrutture materiali e sociali, le politiche industriali, le strategie di coesione territoriale e la redistribuzione fiscale, recuperando il rapporto con le parti sociali".

“Quanto alla legislazione sul lavoro, – conclude Sbarra -  purtroppo il decreto dignità non sta producendo un aumento del lavoro stabile e genera difficoltà e insofferenze nel sistema delle imprese e tra gli stessi lavoratori .  Chiediamo un tavolo di confronto per  concertare modifiche  al decreto, a partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione degli accordi collettivi aziendali per garantire al contempo la prevenzione di eventuali abusi e la necessaria flessibilità nell’utilizzo dei contratti a  termine e in somministrazione”.

il Leader della UIL Carmelo Barbagallo, presente ai lavori del convegno FENEAL a Milano, commenta il fatto rilanciando proprio il tema del Convegno: “I dati economici ci dicono che il Paese è in recessione. Poiché anche la Germania rallenta, vuol dire che l’Europa sta continuando a sbagliare con le politiche di austerità. Bisogna cambiare le regole e rilanciare l’economia: non si esce dalla crisi senza investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture, per il riassetto urbanistico delle città e per la messa in sicurezza del territorio”.

“L’edilizia - ha proseguito il leader della Uil - può essere il volano per far ripartire l’economia. Negli anni della crisi, il settore ha perso 700 mila posti di lavoro. Ebbene, si deve partire, subito, dall’attivazione delle risorse che sono già state stanziate, ma non ancora utilizzate, per creare 400mila posti di lavoro. Cosa si aspetta? Noi siamo favorevoli alla realizzazione di tutte le grandi opere per la crescita del Paese: la politica dei “no” o il disquisire sul rapporto costi/benefici, non serve a nessuno. Se non si rimette in moto l’economia, se si resta fermi, i costi saranno altissimi. Eravamo la quinta “economia” del globo  -ha concluso Barbagallo - e ora siamo regrediti: bisogna sbrigarsi e recuperare il tempo perduto”.

L’occupazione con contratti stabili continua a perdere terreno, a fronte di aumenti di quella flessibile e discontinua. Inoltre, il tasso di disoccupazione dei giovani vede percentuali ancora troppo elevate.  Le richieste sul lavoro che avanzeremo unitariamente al Governo con la manifestazione del prossimo 9 febbraio, vengono ulteriormente avallate dai dati diffusi oggi dall’Istat.

Per Ivana Verones ", se non si introduce un meccanismo di premialità per i datori che assumono con contratti a tempo indeterminato, attraverso una riduzione stabile e significativa del costo del lavoro, sarà molto difficile rendere concorrenziale il lavoro di qualità e diffondere uno stato di sicurezza lavorativa e personale.

Per i giovani è fondamentale sostenere e rafforzare le misure legate alla transizione scuola-lavoro, valorizzando l’apprendistato. Occorre generare lavoro e qualità del lavoro.

Ribadiremo in occasione della manifestazione unitaria che ai fini della crescita, anche occupazionale, lo strumento principe è investire maggiormente in infrastrutture, sia materiali che immateriali, una misura fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese, ma sottovalutata dalla manovra.  (31/01/2019-ITL/ITNET)

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