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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - CONVERSAZIONI ATOMICHE: UN FILM ON THE ROAD SULLA FISICA IN ITALIANA

(2018-10-23)

  Sarà presentato giovedì 1 novembre al Festival della Scienza di Genova Conversazione atomiche, una commedia scientifica dichiaratamente divulgativa che accompagna gli spettatori dentro i laboratori di ricerca più all'avanguardia in Italia. Alle 17, nell'Auditorium dell’Acquario, il regista Felice Farina si confronterà con Giovanni Amelino Camelia, professore di fisica teorica all’Università Federico II di Napoli, tra gli appassionati protagonisti del documentario (TRAILER:

«Conversazioni Atomiche è una dichiarazione d'amore accorata e leggera alla scienza italiana, proposta in un’inusuale forma che fonde la commedia con il documentario». Così il regista Felice Farina descrive il docu-film con cui esplora le nuove frontiere della fisica attraverso la voce di ricercatori e ricercatrici. «Il film – spiega –  è  una sorta di road movie nel quale mi affianca riluttante Nicholas Di Valerio nei panni del cine?operatore-cavia di una sfida donchisciottesca: rendere comprensibili e affascinanti argomenti come la gravità einsteiniana e la meccanica quantistica anche a chi è convinto di non capirne un accidente o, peggio, di non averne alcun bisogno».
«Dopo il Festival della Scienza di Genova – aggiunge Farina – il film, distribuito da Luce e Nina Film, approderà domenica 4 novembre al Trieste Science+Fiction Festival e prossimamente sarà portato sugli schermi nazionali e coinvolgerà le platee di istituti scolastici e atenei».

Dall’acceleratore di particelle di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare al Laboratorio nazionale del Gran Sasso, dall’interferometro Virgo all’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore, Farina con la sua telecamera si addentra nei laboratori di ricerca per «raccontare la quotidianità di chi ha scelto di dedicare la propria vita a fare domande». 80 minuti in cui il regista romano compie un viaggio in lungo e in largo per l’Italia e, supportato da un contrappunto inedito di filmati scientifici dell’archivio Luce, ci fa riflettere su quella sfida, tipicamente umana, di andare oltre le colonne d’Ercole «per seguir virtute e canoscenza».

Le prime conversazioni atomiche si svolgono nell’anello di accumulazione dei Laboratori nazionali di Frascati, dove Catalina Curceanu e Andrea Ghigo illustrano il meticoloso lavoro quotidiano per farlo funzionare e le sfide conoscitive per ampliare e consolidare la nostra conoscenza delle strutture ultime della natura.
Prosegue sotto il Gran Sasso, nel più grande laboratorio sotterraneo al mondo dedicato allo studio delle astroparticelle, dove schermati da 3 chilometri di montagna vengono condotti esperimenti nel silenzio cosmico a caccia della materia oscura. 

Ci si addentra poi nel mondo quantistico con Guglielmo Tino: dal suo laboratorio “Magia Advanced” dell’Università di Firenze, dove c’è l’orologio attualmente più preciso al mondo, lo scienziato illustra come con un interferometro atomico e una fontana di atomi si possa testare il principio di equivalenza alla base della teoria della relatività generale di Albert Einstein e misurare la gravità in un sistema quantistico.

E della gravità Felice Farina conversa con Adalberto Giazotto, scienziato tenace, visionario e lungimirante scomparso lo scorso anno, che ha dedicato la vita alla caccia delle onde gravitazionali e alla realizzazione del grande interferometro Virgo che, insieme a Ligo negli Stati Uniti, è stato protagonista della straordinaria scoperta dei segnali di onde gravitazionali. «Il grande rilevatore di onde gravitazionali si trova nella campagna pisana e lo giriamo in lungo e in largo assieme a Franco Frasconi che ci spiega la brillante idea di Giazotto: neutralizzare il rumore sismico, nemico di qualsiasi misura,  attraverso un semplice pendolo inverso» racconta Farina. Che con entusiasmo si confronta con Giovanni Amelino Camelia per fare il punto sia su uno dei problemi irrisolti della fisica contemporanea - come rendere conciliabili i due pilastri su cui si fonda, le due grandi teorie, la relatività generale con la meccanica quantistica – sia sulla sfida che lo vede impegnato, insieme a un pugno di pionieri in tutto il mondo: scoprire e descrivere la “gravità quantistica”, il Graal della fisica.

Dopo una notte trascorsa a 2200 metri di quota nell’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore (AQ) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, assieme agli astronomi Andrea di Paola e Alessio Giunta, la conclusione del film è affidata alla conversazione con il neuroscienziato milanese Marcello Massimini sul tema della coscienza e come misurarla grazie all’approccio basato sulla teoria dell’Informazione Integrata di Giulio Tononi.

I protagonisti di Conversazioni atomiche:
Giovanni Amelino Camelia Prof. associato di Fisica Teorica Università Federico II, Napoli

Andrea GhigoResponsabile visione acceleratori Infn, Frascati

Catalina Oana Curceanu Primo ricercatore Infn, Frascati

Catia Milardi Responsabile Scientifico del Complesso di Acceleratori DAFNE Infn, Frascati

Marcello Messina Commissioning Manager of the XENON1T experiment Labortori del Gran Sasso, Infn

Antonella De Ninno Ricercatore Enea, Frascati Guglielmo M. Tino Prof. Ordinario di Fisica Atomica Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università di Firenze

Alberto Giazotto Dirigente della Ricerca Infn, Pisa

Franco Frasconi Primo Ricercatore Infn, Pisa

Andrea Di Paola Astronomo ricercatore Inaf, Roma

Alessio Giunta Astronomo

Marcello Massimini Medico neurofisiologo Università Statale, Milano

Felice Farina
Ha debuttato come regista cinematografico alla Mostra del Cinema di Venezia con Sembra morto... ma è solo svenuto (1986), a cui sono seguiti tra gli altri Condominio (1991), Bidoni (1997), La fisica dell’acqua (2010), Patria (2015). Ha diretto film per la tv e alcune serie Rai, tra cui Felipe ha gli occhi azzurri (1992) e Nebbia in Val Padana (2001). Ha prodotto e realizzato diversi documentari, e si è occupato a lungo di ricerca e realizzazioni in campo multimediale, artistico e degli effetti visivi.

«Sono da sempre ammalato di scienza, afferma,  e credo nell’importanza della divulgazione scientifica, perché è importante che si conoscano le domande che la scienza pone alla natura. Non amo quei documentari in cui gli scienziati appaiono in fredde interviste dal linguaggio forzatamente semplificato, e dove mirabili apparecchiature rimangono nel mistero del troppo complicato. Allora ho pensato a questo piccolo esperimento, in cui come dice il titolo si conversa, più che teorizzare; e dove si cerca di seguire un metodo per così dire “galileiano”, cioè si osserva e si traggono conclusioni. Ho cercato di fare in modo che chiunque lo finisca di guardare si ritrovi a intuire, almeno nei concetti essenziali, due dei fondamenti della fisica contemporanea che credo oggi debbano essere parte integrante del sapere, non foss’altro perché determinano uno sguardo diverso e assai più profondo sulla natura, e cioè la gravità einsteiniana e la meccanica quantistica, il cui disaccordo è tuttora irrisolto e centrale. Come guarnizione di un corpo dal contenuto indubbiamente spesso, ho scelto uno stile a me familiare, ma del tutto insolito per un documentario scientifico. Spero di essere riuscito a dire abbastanza, consapevole che non si può dire tutto».(23/10/2018-ITL/ITNET)

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