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DONNE - DOPPIA RAPPRESENTANZA DI GENERE - ARRIVA PROPOSTA LEGGE IN CONSIGLIO FRIULI VENEZIA GIULIA: PRIMO FIRMATARIO: RUSSO PD

(2018-09-13)

  "Il FVG è tra le peggiori regioni italiane in tema di presenza femminile nelle assemblee. È giunto il momento di introdurre anche nel sistema del FVG la doppia preferenza di genere". A dirlo è il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo (Pd) che oggi, nel corso di una conferenza stampa ha illustrato una proposta di legge di cui è primo firmatario, di modifica dell'articolo 25 della legge regionale 17 del 2007 (Determinazione della forma di governo della Regione Friuli Venezia Giulia e del sistema elettorale regionale).

Alla conferenza, tra le altre hanno preso parte anche Annamaria Poggioli, presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità, e Roberta Nunin, avvocata e consigliera di parità.

"L'urgenza di un riequilibrio della rappresentanza di genere è sotto gli occhi di tutti. La politica è l'ambito in cui la presenza femminile è più penalizzata ed è tempo che questo vulnus sia eliminato con l'obiettivo di raggiungere una presenza femminile paritaria, muovendosi dai partiti, per arrivare alle istituzioni. Inoltre, appare paradossale il fatto che il Consiglio regionale abbia introdotto la doppia preferenza di genere nelle elezioni comunali e non lo abbia ancora fatto per sè. La legge è già stata calendarizzata in ottobre e ora l'auspicio è che questo tema vada oltre gli schieramenti e
diventi trasversale con il voto di tutta l'Aula".

Il Fvg, denuncia Russo, "ha il triste primato del 14,2 per cento di presenza femminile all'interno della massima assemblea regionale, il Consiglio, contro il comunque misero 17,7 per cento di presenza media su scala nazionale, comunque ben lontano dalla media registrata a livello Ue, pari al 33 per cento (dati 2016).

Nella nostra Regione, abbiamo solo 7 donne su 49, è il momento di agire".

Per questo, nella proposta di legge, viene introdotto, spiega Russo, "un meccanismo semplice, lineare, efficace, non
coercitivo: ciascun elettore "può" esprimere uno o due voti d preferenza; se ne esprime due, essi dovranno riguardare candidati di genere diverso (maschio-femmina o femmina-maschio), pena l'annullamento della seconda preferenza espressa".

Accanto all'intervento legislativo, Russo sottolinea infine i riflessi "culturali e sociali" dell'intervento: "Adottare queste
misura significa, oltre a poter favorire l'auspicato riequilibrio, introdurre caratteristiche positive in termini di impatto, in quanto essa è in grado di radicare negli elettori l'abitudine a scegliere con il proprio voto rappresentanti di sesso sia maschile che femminile, contribuendo così a creare un clima culturale favorevole all'idea che una più equa rappresentanza di genere sia indispensabile alle Istituzioni di un Paese realmente democratico".

Nel corso della conferenza, Poggioli ha sottolineato che la proposta "non parla di quote rosa ma di presenza paritaria, con un metodo che non ho obbliga, ma che permette una scelta che già esiste in molte altre regioni". Nunin ha parlato di "situazione sconfortante" commentando i dati sulla presenza femminile nelle istituzioni, sottolineando quindi l'importanza di una "democrazia paritaria".

Per riequilibrare la rappresentanza, a giudizio del proponente, il legislatore non deve partire da zero: significativi passi
avanti sono stati fatti con due recenti e importanti leggi, la legge 120/2011 che riserva al genere meno rappresentato almeno un terzo dei componenti dei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa e delle società partecipate pubbliche e la legge 215/2012 volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.

Oltre a favorire l'auspicato riequilibrio, la norma presenta ulteriori caratteristiche positive in termini di impatto -
osserva Russo - poiché è in grado di radicare negli elettori l'abitudine a scegliere con il proprio voto rappresentanti di
sesso sia maschile che femminile, contribuendo così a creare un clima culturale favorevole all'idea che una più equa
rappresentanza di genere sia indispensabile alle istituzioni di un paese realmente democratico.(13/09/2018-ITL/ITNET)

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