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LAVORO - CARENZA MEDICI SPECIALISTI - A RICHIESTA REGIONI ASSUNZIONi IN OSPEDALI LAUREATI IN MEDICINA MIN. GRILLO (SALUTE): DIVENTEREMO PIU' EUROPEI CON FLUSSO MEDICI DOPO UNIVERSITA' "

(2018-08-02)

  La carenza di specialisti e la formazione del personale sanitario sono stati oggetto della riunione che si e' svolta, oggi, al Ministero della Salute, a Roma, tra il ministro Giulia Grillo, il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni Antonio Saitta e tutte le organizzazioni sindacali del comparto.
"Attraverso il coordinatore della Commissione Salute Antonio Saitta - ha sottolineato l'assessore - come Regioni abbiamo evidenziato al ministro Grillo la situazione di emergenza nazionale data dalla carenza di specialisti come anestesisti, pediatri, medici d'emergenza, ginecologi, che ha gia' comportato la chiusura di qualche reparto".

"Saitta ha inoltre sottolineato che molti concorsi indetti dalle Regioni per le assunzioni di medici specialisti vanno deserti - ha aggiunto il titolare regionale della Sanita' -, soprattutto perche' quei pochi che vengono formati (6200 rispetto a un fabbisogno di 8569) scelgono di lavorare negli ospedali delle aree piu' urbanizzate".

"Ribadito che la formazione degli specialisti non e' competenza delle Regioni, ma esclusiva dello Stato - ha concluso Gallera - e che e' necessario dare risposte nell'immediato, abbiamo chiesto al Governo di consentire che gli  Specializzandi dell'ultimo anno siano inseriti nel sistema sanitario e che sia consentito alle strutture ospedaliere territoriali di assumere medici in possesso di laurea in Medicina e Chirurgia, pertanto abilitati".

Da parte sua il ministro Grllo ha dichiarato: “sulla formazione post laurea in sanità ho preso in mano l'argomento, anche se nell'immediato non posso fare subito ciò che nessuno ha mai fatto in 20 anni. Su questo è tutto fermo dal 1999, praticamente da quando mi sono laureata, già allora c'era il problema della carenza degli specialisti”. Da allora, ricorda “è stata recepita nel 2007 la normativa europea, ma con una serie di storture che tuttora rendono diversa la specializzazione in Italia dal resto d'Europa”.

Per queste ragioni il ministro dice di avere “in mente uno schema che riprende il percorso europeo sulla formazione-lavoro”, senza bloccare i neo laureati e annuncia che si reinsedierà il Tavolo che si era occupato di questo tema nella precedente legislatura, un Tavolo che “mette insieme tanti soggetti”.
“Noi abbiamo uno schema che ricalca quello europeo - spiega Grillo - far entrare i medici subito dopo la laurea e l'abilitazione direttamente in un percorso di formazione-lavoro, quindi una specie di ciclo continuo di ingresso dei medici nel mondo del lavoro, senza bloccarli con questa specie di cesoia che c'è all'ingresso. Non è cosa che potremmo fare subito, ci sarà una fase di transizione che stiamo discutendo con le regioni”.

Grillo ha rilasciato anche un'intervista al quotidiano "la Repubblica" nella quale sostiene che "In Italia abbiamo un numero di infermieri e di medici specialisti dell'emergenza che è al di sotto della media europea. Tant'è che stiamo verificando la possibilità di cominciare a utilizzare anche all'interno dei pronto soccorso altre figure di medici - per esempio di medicina generale o quelli di guardia medica - e di far accedere ai concorsi chi ci ha già lavorato, pur non avendo la relativa specializzazione, perché ha esperienza sufficiente"."L'obiettivo - spiega- è diventare più europei: adattarci al sistema dei paesi anglosassoni che prevede un flusso continuo di ingresso dei medici dopo l'università, in attesa di completare la specializzazione. Solo qui in Italia il medico dopo la laurea è visto ancora come uno studente. Ci vorrà tempo ma spero che entro 2-3 anni si possa abbandonare il vecchio schema". (02/08/2018-ITL/ITNET)

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