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ECONOMIA ITALIANA - MEZZOGIORNO - BOCCIA (PRES. CONFINDUSTRIA): "CAPACITA' REAZIONE SISTEMA INDUSTRIALE. SUPERARE LENTEZZE. CERTEZZA PAGAMENTI PA. QUESTIONE INDUSTRIALE E LAVORO AL CENTRO POLITICA

(2018-07-19)

"Il sistema industriale italiano, compreso quello meridionale,  ha una importante capacita di reazione:  l’abbiamo visto nell’uso del Credito Imposta Investimenti, che e’ uno strumento etico perché lo usa chi paga le tasse. E’ inoltre uno strumento discrezionale, non chiede scambi alla politica. Ed e’ uno strumento che premia chi investe in una parte del Paese, il Mezzogiorno" Lo ha affermato il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenendo alla presentazione del Rapporto 'Check Up Mezzogiorno'', realizzato da Confindustria e SRM’, sullo stato di salute del Meridione.

" E gli effetti di questo strumento che usa Fondi Coesione in modo intelligente - ha proseguito Boccia - hanno portato ad oltre sei miliardi di investimenti. Gli effetti di questi investimenti pero’ non si sono ancora realizzati data una criticita’ che era emersa legata alla lentezza dei certificati antimafia. Grazie al governo precedente si era trovato una quadra per accelerare l’uso di questi strumenti che comportano piu’ investimenti ed occupazione” ha esordito Boccia.

“C'é, inoltre, un altro fattore da considerare che noi chiamiamo 20 60 20 ovvero c’e’ un venti per cento di imprese che sono nella fase avanzata, un sessanta per cento che sono nella fase di transizione e un altro venti per cento che sono imprese marginali. Ora la sfida e’ spingere queste imprese eccellenti a fare sempre meglio ma aiutare quelle imprese che sono in una fase di transizione a fare un salto di qualita’. E qui la politica diventa determinante, sia per risolvere il problema della disoccupazione sia per costruire un percorso rilevante che deve avere, a nostro avviso, una sensibilità che il Paese sinora non ha mai avuto in termini di dimensione temporale per quanto riguarda infrastrutture, tempi della giustizia e dimensione etica” ha affermato Boccia.

“I 140 miliardi di euro, che non riguardano i Fondi di Coesione ma la dotazione infrastrutturale dei prossimi quindici anni del Paese, avranno effetto se riusciremo ad utilizzarli in tempi brevi. La dimensione temporale - ovvero in quanto tempo facciamo realmente una cosa non solo nel Meridione ma in tutto il paese -  avrebbe infatti un impatto determinante sull’accellerazione del PIL, per ridurre il divario del paese. E per centrare l’obiettivo, bisogna partire dalla semplificazione del codice degli appalti e dei certificati antimafia: per prevenire si depotenzia tutto e si decelera in termini di lentezza e questo poi si trasforma in un danno per il paese” ha osservato Boccia esprimendo la sua soddisfazione per l'idea del Governo di aprire un tavolo per una nuova e piu’ efficace regolamentazione del codice degli appalti.

“Questo comporta una visione molto chiara del Paese e che e' una visione dell’Italia che deve rifiutare - sia in chiave politica che geo economica - l’idea di periferia di Europa perché per noi l’Italia e’ centrale  e lo è per l’Europa e il Mediterraneo. Si deve pero’ dotarla di infrastrutture all’altezza di un’Italia collegata ai nodi est ovest, Mediterraneo, Europa, ovvero deve collegare periferie e centri. Le infrastrutture non sono, quindi, una questione dei costruttori, le infrastrutture sono un’idea di paese” ha affermato Boccia sottolineando come attraverso la politica di coesione si può generare un'Europa diversa e non divisa.

Il Presidente della Confindustria ha espresso anche il suo apprezzamento per la riduzione sostanziale del cuneo fiscale per i lavoratori italiani auspicata dal Ministro Lezzi.

“Questa riduzione insieme ad un grande piano di inclusione sociale per ridurne il gap in modo particolare nel Mezzogiorno sono percorsi strutturali importanti che possono rendere competitivo il nostro Paese e aiutare a costruire un’idea larga di industria. A questo si possono aggiungere, a nostro avviso, delle operazioni non a costi rilevanti come l'elevazione del Fondo di Garanzia da 2.5 milioni a 5 milioni, che ha dimostrato di non imporre costi elevati allo Stato e ci permetterebbe di scavalcare le regole rigide di Basilea, regole talvolta antitetiche alla politica monetaria espansiva della BCE.  Di costruire una certezza nei pagamenti della pubblica amministrazione compresi quelli per gli investimenti.  Di accelerare questi 140-150 miliardi di investimenti” ha aggiunto Boccia sottolineando come la questione industriale debba essere messa al centro della politica economica del Paese.

“Prima di tutto non bisogna confondere la questione degli industriali con quella industriale, la seconda comporta nel nostro paese un fatto positivo: noi abbiamo un export complessivo nazionale di 540 miliardi di cui 450 vengono dalla manifattura che per un paese che non ha materie prime e' un elemento essenziale. Questo ci obbliga ad aprirci verso altri paesi, specialmente in considerazione dei protezionismi degli Stati Uniti d’America, quindi ad aprirci verso il mondo” ha concluso Boccia. (19/07/2018-L.G.-ITL/ITNET)

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