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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - ASSEMBLEA CONFCOMMERCIO: SANGALLI PRES.:"SULLE NOSTRE ALTERNE FORTUNE NON POSSIAMO CHIAMARE IN CAUSA EUROPA, EURO E DESTINO CINICO E BARO"

(2018-06-07)

  Se la rivoluzione digitale ha trasformato i modi e gli strumenti della politica all'interno delle piazze digitali, una sfida che coinvolge anche i corpi intermedi e le parti sociali, gli esponenti di Confcommercio rivendicano anche la convinzione ella necessita' di "territori reali" e spazi per capire e pensare a fronte della ossessiva tendenza "all'opinione immediata su qualsiasi materia e a qualsiasi costo"  noi invece vogliamo capire. E chiediamo "scelte che superino il contingente". Lo ha sottolineato il Presidente di Confcommercio Sangalli, aprendo i lavori dell'Assemblea, alle forze politiche che hanno vinto le elezioni e "che sono state quelle che più direttamente hanno interpretato la discontinuità". "Lo hanno fatto certo dando voce alle ragioni del disagio economico e sociale di tanta parte degli elettori. Ma anche come risposta ad un racconto retorico secondo cui la crisi era ormai dietro le spalle" .

Una crisi - ha ricordato Sangalli - che ha finito per sgretolare quello che era il collante del nostro mosaico, il ceto medio – sia dipendente che autonomo – che è scivolato verso gli estremi. Ma quel ceto che ha rappresentato un silenzioso punto di riferimento economico e sociale. E ha mantenuto costanti i confini del campo di gioco politico ed istituzionale... va salvaguardato".

Quanto allo scenario internazionale, Sangalli ha puntualizzato : in chiave europea "Il fine vero dell'Europa è lo stare insieme tra Paesi diversi, tra popoli diversi. Un esempio pratico e quotidiano di spazio di libero scambio, di beni, servizi, capitali, idee e tra persone. Come Europa abbiamo avuto - e abbiamo - un ruolo internazionale quale baluardo di principi non negoziabili di libertà, democrazia e solidarietà. Per questo la scelta non è tra "meno o più Europa", ma per un'Europa migliore, cioè più prossima ai cittadini, più amica delle imprese."

E veniamo all'Italia. "L'Italia vulnerabile e coraggiosa al tempo stesso. Vulnerabile. Lo ricorda la Banca d'Italia: "l'alto livello del debito pubblico rende l'economia italiana vulnerabile a forti tensioni sui mercati finanziari e a revisioni al ribasso delle prospettive di crescita".

Vulnerabile nei "fondamentali". L'eccesso di pressione fiscale e l'eccesso di burocrazia, la consuetudine a interpretare le regole piuttosto che a rispettarle, una logistica sottovalutata nelle sue potenzialità e maltrattata nella sua governance.

Sono questi i principali nodi che strozzano la ripresa ogni volta che sta per prendere fiato. E quando la ripresa faticosamente emerge, resta insufficiente per ossigenare l'economia. E' insufficiente. Perché talmente esigua da restare nel recinto delle statistiche, perché incapace di dare calore e fiducia alle attese di famiglie e imprese.
Dobbiamo trasformare l'attuale ripresa in una crescita concreta e duratura, da collocare tra il 2 e il 2,5% annuo. Sottolinea il Presidente di Confcommercio Sangalli che stigmatizza "In questo contesto "strozzato" non possiamo giustificare le nostre - diciamo così - alterne fortune nella crescita economica. Non possiamo chiamare in causa né l'Europa, né l'euro, né, tantomeno, un destino cinico e baro. Del resto il nostro Paese dal '95 è cresciuto del 6,3%, rispetto al 38% dell'Europa. Siamo all'ultimo posto in graduatoria."

Per cui "Un Paese così vulnerabile deve dunque dare continuità ad un coraggioso cammino delle riforme. E non aiuta la sindrome di Penelope perché le riforme hanno bisogno di tempo. E la loro trama va tessuta il giorno e la notte."

Dunque "Auguri di buon lavoro al nuovo Governo e al Presidente del Consiglio. E il lavoro, certo, non manca. Perché -avverte Sangalli - il "contratto di governo per il cambiamento" dovrà ora misurarsi con il banco di prova della tenuta dei conti pubblici. Flessibilità di bilancio, contenimento della spesa pubblica improduttiva, recupero di evasione ed elusione sono oggi, del resto, condizioni necessarie per il blocco degli aumenti Iva...che "sembra essere diventata una specie di passe-partout"...."Alla fine si vorrebbe che finanziasse ogni esigenza, ogni progetto, ogni nuovo strumento" ha dichiarato il Presidente di Commercio affermando con fermezza "Sull'Iva non si tratta e non si baratta!" , a cui ha dato immediata risposta il Ministro del Lavoro e vice Presidente del Consiglio dei Ministri Di Maio assicurando con altrettanta decisione "non vi sara' un aumento dell'IVA".

Quanto al fattore salvifico delle "esportazioni" , Sangalli, pur ribadendo "sono fondamentali" ha stigmatizzato "per una  crescita robusta e duratura, non bastano!"

Una crescita di un Paese "Coraggioso", come gli imprenditori che non mollano nonostante un accesso al credito sempre difficile, e che - una volta in più - richiede la riforma del Fondo centrale di garanzia e la valorizzazione dei nostri consorzi fidi;  come gli imprenditori che non desistono nonostante una burocrazia asfissiante che non solo costa, ma che non risparmia niente e nessuno, portandoti via anche la casa; che ogni giorno fanno impresa "controcorrente", anche in zone difficili dove illegalità e criminalità minano le fondamenta delle comunità".

E proprio per tutto ciò, " gli imprenditori non si sottrarranno alle responsabilità, non ci chiamiamo fuori, tanto più in momenti difficili come questi. Il nostro mondo, il terziario di mercato, ha creato negli ultimi 3 anni, 740mila occupati. E 50mila solo nel commercio al dettaglio" ha evidenziato Sangalli, sottolineando come il commercio operi "Senza delocalizzare, senza spostare ricchezza, valorizzando i territori". 

..."Ed allora mettiamo in campo un contratto, un "contratto per la crescita. Un contratto semplice, diretto, concreto in tre punti: lavoro, tasse, infrastrutture e innovazione"

Sul fronte Lavoro "...riconosciamo certo l'utilità degli strumenti che mìtigano gli effetti della povertà assoluta, come del resto previsto dal Contratto di governo" ma "per noi, comunque, la via maestra resta il reddito che viene dal lavoro. Un "lavoro dignitoso e salario giusto" e qui c'è il tema del "salario minimo". Su questo punto, però, gli imprenditori del commercio hanno "la preoccupazione che questa misura finisca per disperdere un patrimonio di relazioni e traguardi ottenuti. C'è in gioco la consolidata storia di contrattazione collettiva del nostro Paese. Anche per questo serve pesare la rappresentanza, valorizzando i contratti più diffusi e rappresentativi, che offrono anche un percorso di welfare di matrice contrattuale, in grado di razionalizzare e migliorare la stessa spesa sanitaria e previdenziale...la cittadinanza economica e sociale del mondo delle nuove professioni."

"E a partire dal tema della rappresentanza, abbiamo siglato per primi un ampio ed innovativo accordo interconfederale con CGIL, CISL e UIL" fa presente Sangalli che sollecita "Avanti con le riforme": "mettere a sistema i servizi più efficienti per il lavoro e le politiche attive... con investimenti in formazione continua ed alleggerendo il cuneo fiscale sul costo del lavoro."

Cari Ministri, "ci sembra, poi, utile quella proposta che abbiamo letto nel Contratto di governo, di introdurre un apposito "strumento" digitale, semplice e chiaro, che sopperisca all'eliminazione dei voucher. Sui voucher, abbiamo ripetuto che gli abusi non hanno fatto certo bene. Ma un conto è riformare, un conto è sopprimere, perché si rischia di alimentare il lavoro sommerso. Un'eliminazione che non abbiamo capito, e continuiamo a non capire!

..sul versante della sicurezza sul lavoro. Un tema che purtroppo assurge agli onori della cronaca quando si verifica un tragico evento. Una vera politica della sicurezza sul lavoro si basa, secondo noi, soprattutto sulla prevenzione. Prevenzione concreta e non burocratica, attraverso la formazione, la sensibilizzazione, le norme specifiche per ogni impresa, insieme all'utilizzo condiviso dei dati da parte di chi deve controllare... valgono ancora le parole d'ordine: riforme semplici e concrete.

La riforma delle tasse: Avanti con le riforme, anche per il secondo punto del nostro "contratto": il sistema fiscale.
Recupero dell'evasione e dell'elusione, e una coraggiosa spending review, sono le condizioni per un percorso concreto e paziente di riordino, semplificazione e soprattutto riduzione della tassazione.
Non è possibile che contro le nostre imprese, per recuperare un'immagine calcistica, ci sia anche il pressing serrato delle tasse locali, dove il tridente d'attacco è: IMU-TASI-TARI. Si metta mano, dunque, anche alla tassazione locale, con una local tax, unica, certa e semplice. Ben venga, allora, a tutti i livelli "l'alleanza finanziaria", che ha ricordato il Premier, come "occasione per rifondare il rapporto tra Stato e contribuenti, all'insegna della buona fede".
Accanto alle grandi riforme, servono sul piano fiscale anche risposte immediate come la deducibilità dell'IMU sugli immobili strumentali.

E poi il riporto delle perdite per le oltre due milioni di piccole imprese in regime di cassa che oggi, a differenza delle società di capitali, non lo possono fare. E' una questione di giustizia! E sulla questione di parità di regole nel fare impresa: pensiamo alla web tax....(07/06/2018-ITL/ITNET)

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