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IMMIGRAZIONE - "PACCHETTO SICUREZZA" - APPELLO DEI MEDICI ED OPERATORI DEL SIMM: "RITIRARE L'EMENDAMENTO CHE MODIFICA L'ART.35 DEL T.U."

(2008-10-21)

  E' di questi giorni la proposta della Lega che mira, attraverso un emendamento al disegno di legge 773 in materia di sicurezza pubblica, alla modifica delle norme in materia di assistenza sanitaria per gli stranieri irregolari presenti in Italia.
L'iniziativa leghista prevede la possibilit? di segnalare l?accesso di cittadini extracomunitari irregolari alle autorit? competenti.

Ad oggi, l?assistenza sanitaria per i cittadini stranieri ? disciplinata dagli articoli 34 e 35 del decreto legislativo 286/98, che all?articolo 35, in particolare, prevede modalit? di accesso alla prestazioni sanitarie da parte dei cittadini stranieri irregolari, ovvero ?cure ambulatoriali e ospedalieri urgenti o comunque essenziali, ancorch? continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva?. Sono inoltre garantite: la tutela sociale della maternit? e della gravidanza , la tutela della salute del minore, le vaccinazioni, gli interventi di profilassi internazionale, la profilassi, la diagnosi e la cura della malattie infettive.
Le prestazioni sono erogate senza oneri a carico del richiedente privo di risorse economiche fatte salve le quote di partecipazione (ticket) a parit? dei cittadini italiani.

Nello specifico, il comma 5 prevede che l?accesso alle strutture ospedaliere di un cittadino irregolare non comporta alcuna segnalazione alle autorit? (salvo nei casi di obbligatoriet? di referto), poich? l?articolo 35 del TU sull'Immigrazione fonda le sue radici sull?articolo 32 della Costituzione italiana laddove tutela la salute come fondamentale diritto dell?individuo e interesse della collettivit? e garantisce le cure gratuite agli indigenti.

Avverso tale principio va l?emendamento della Lega che abrogherebbe totalmente il comma 5 dell?articolo 35 del d.lgs 286/98 prevedendo cos? la possibilit? per la struttura ospedaliera di segnalare l?accesso di un cittadino straniero irregolare, che si trova in ospedale magari per un? urgenza o semplicemente per una visita, alle autorit? competenti che dovrebbero adottare i provvedimenti previsti in materia: allontanare dal territorio nazionale il cittadino extracomunitario.
 
Ora, facendo riferimento all'iniziativa - attualmente in discussione in Senato, il Consiglio di Presidenza della Societ? Italiana di Medicina delle Migrazioni  afferma: ?Riteniamo estremamente pericoloso il provvedimento poich? soprattutto in un momento di trasformazione sociale e di sofferenza economica, questo atto va ad intaccare il cosiddetto "capitale sociale" della societ? (contrasto tra italiani e stranieri, diritti negati e nascosti, radicale differenza nella vision dell'approccio professionale) che una significativa letteratura scientifica definisce condizione per una deriva nel conflitto sociale (le cui prime avvisaglie stiamo gi? vivendo negli ultimi tempi). Come medici ed operatori sanitari - prosegue la nota del Consiglio di Presidenza della Societa' italiana di Medicina delle Migrazioni - ci appelliamo perch? piuttosto che logiche di partito prevalga, alla luce delle evidenze tecnico scientifiche e di consolidate politiche sanitarie, un approccio intelligente e concreto di sanit? pubblica come ? gi? avvenuto nel 1995?.

  Sono previste due modifiche al comma 4 e comma 6, e l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 del Testo Unico sull'immigrazione.

  Partiamo dal comma 5, la cui cancellazione ? di estrema gravit?, affermano i medici, esso infatti attualmente prevede che l'accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non pu? comportare alcun tipo di segnalazione all'autorit?, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parit? di condizioni con il cittadino italiano"
Questa disposizione normativa ? presente nell'ordinamento italiano gi? dal 1995, attraverso l'art. 13, proposto da una vasta area della societ? civile, del decreto legge n. 489/95, pi? volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La "logica" della norma non ? solo quella di "aiutare/curare l'immigrato irregolare", ma in particolare di tutelare la collettivit? come prevede l'articolo 32 della Costituzione; il rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria, creerebbe una barriera insormontabile per l'accesso e spingerebbe ad una "clandestinit? sanitaria" pericolosa per l'individuo ma anche per la popolazione laddove possano esserci malattie trasmissibili.

  Ormai esiste una significativa documentazione sul tema, compresa la posizione della Federazione degli ordini dei medici italiani, di alcune Societ? scientifiche e dei Ministri della sanit? europei che sottolineano l'indispensabilit? di questa impostazione per garantire concretamente la salute per tutti. ?, infatti,  assolutamente intuitivo come le malattie non facciano distinzione di etnia, status giuridico o colore della pelle. L'effetto della cancellazione di questo comma vanificherebbe il lavoro fatto negli ultimi 13 anni che ha prodotto importanti successi nell'ambito sanitario tra gli immigrati testimoniato ad esempio dalla riduzione dei tassi di Aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla Tubercolosi, dalla riduzione degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso alla nascita, mortalit? perinatale e neonatale ...). E tutto questo con evidente effetto sul contenimento dei costi in quanto l'utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilit?) si dimostra non solo pi? efficace, ma anche pi? "efficiente" in termini di economia sanitaria.

  La modifica al comma 4  introduce, invece, conclude la nota,  un rischio di discrezionalit? che amplificherebbe la difficolt? di accesso facendo della "barriera economica" e dell'eventuale segnalazione (in netta contrapposizione al mandato costituzionale di "cure gratuite agli indigenti"), un possibile strumento di esclusione, forse compromettendo la stessa erogazione delle prestazioni". (21/10/2008-ITL/ITNET)

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