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ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - PD - V.SEGR.MARTINA:"APRIRE FASE COSTITUENTE...COMMISSIONE DI PROGETTO CONCRETE.. ABBIAMO 6.000 CIRCOLI REALIZZIAMO 6.000 ASSEMBLEE APERTE

(2018-03-12)

  "Il coraggio di ripartire, insieme" in estrema sintesi l'intervento di Maurizio Martina in Direzione oggi a Roma, dopo aver ringraziato  il Segretario per la scelta che ha compiuto dopo il voto, con le sue dimissioni, e voglio ringraziarlo per questo atto forte e difficile ma soprattutto per il lavoro e l’impegno enorme di questi anni" e subito dopo "sento anche il bisogno, insieme a voi, di non cercare a partire dalla Direzione di oggi scorciatoie o capri espiatori a una sconfitta netta e inequivocabile che ci riguarda tutti...sarebbe folle banalizzare quello che è avvenuto, dividendoci come fossimo tifoserie".
Poi "Sarebbe sbagliato liquidare sbrigativamente il voto e per questa ragione propongo a breve la riconvocazione della Direzione Nazionale anche con tutti i parlamentari eletti per andare in profondità nell’analisi e nel confronto fra noi per capire quello che è successo."

Quindi "Non è stata sconfitta solo una forza, la nostra. È stato sconfitto un intero campo politico e culturale. Non ho timore a dire che si è realizzata una cesura storica tra le culture fondative della Repubblica e il Paese. Penso che per quantità e qualità degli spostamenti elettorali avvenuti, dobbiamo fare i conti fino in fondo con un quadro che ha cambiato la prospettiva repubblicana."

Il contesto Internazionale:

"Nella trasformazione che si è messa in moto con la crisi del 2008 le destre si sono andate riposizionando ovunque nel mondo in modo molto più forte e aggressivo del campo progressista.

Quando Trump dice “American first” afferma una visione molto diversa da quella che proponevano Reagan e la Thatcher.

Se nella prima fase della globalizzazione espansiva tutto si slegava, e in qualche modo si liberava, ora la domanda forte e crescente è tornare a legare, in particolare economia e società.

Tornare ad avere un senso del limite, rileggere in forme nuove concetti considerati fino a pochi anni fa superati come frontiera, come identità, riconoscendo in sostanza i limiti del mito cosmopolita di fine secolo scorso.In questo contesto, sul piano sociale, l’immigrazione è diventata il crocevia dei sentimenti più profondi di rabbia, di disorientamento e di ricerca di un freno e di un argine ai processi di cambiamento che investono la vita quotidiana delle persone in carne ed ossa.

Così le destre si sono mosse alla ricerca di un nuovo punto di esistenza e di attacco, molto diverso da quello neo-liberista, e lo hanno fatto principalmente attorno all’idea- ideologia di chiusura.
Trump, la Brexit, i populismi europei. Ma anche la Russia di Putin e persino alcune scelte della Cina di Xi interpretano questa dinamica con varianti differenti.
In Italia il sorpasso della Lega di Salvini su Berlusconi certifica a suo modo questa trasformazione.

E la sinistra? È chiaro cosa non è più, ma non è ancora chiaro quello che può essere.
Non c’è più la Terza Via di Blair. Non c’è più la socialdemocrazia del novecento. La sinistra europea vive una crisi senza precedenti e persino l’audacia della speranza di Obama si è dovuta fermare.

Manca ancora una risposta globale di sinistra, progressista e democratica, a questo radicale mutamento dove globalizzazione e rivoluzione tecnologica espongono le persone a nuovi rischi.

Non basta più alzare la bandiera della società aperta. È uno slogan che rischia di essere vuoto. Perché mentre noi raccontavamo il sogno globale, i cittadini più fragili domandavano protezione....In particolare in occidente, tali mutamenti allargano la forbice delle diseguaglianze interne, mandano in difficoltà interi territori e quelle figure di riferimento del ceto medio un tempo pilastri essenziali della tenuta delle comunità nazionali.
In particolare in Europa si minano anche le basi fondamentali del progetto comune, dimenticandosi che esso rimane l’unica vera prospettiva in grado di moderare le conseguenze negative della globalizzazione senza freni garantendo una nuova sovranità al passo coi tempi.
La stessa idea di democrazia cambia di segno mandando in crisi verticale quella rappresentativa a tutto vantaggio di istanze di democrazia diretta distorte molto spesso dall’utilizzo irrazionale della rete con le sue bolle.

Io credo che dobbiamo collocare quanto successo domenica dentro questo quadro generale. E penso che dovremmo compiere uno sforzo di analisi profonda e non limitarci a stare in superficie.
Non per cercare altrove responsabilità ed errori che abbiamo certo commesso e vanno riconosciuti.
Ma perché nessuno sforzo di prospettiva potrà essere utile se non si colgono queste dinamiche di fondo.

Il punto è che quanto abbiamo fatto fino a qui non ha risposto a sufficienza a queste novità dirompenti.Noi dobbiamo continuare ad essere fieri del lavoro fatto.Il Partito Democratico ha contribuito in questi anni ad alzare l’argine per contenere queste pulsioni. Ma non è stato sufficiente....Abbiamo realizzato dal 2013 una stagione di riforme sociali, civili, economiche che rimane e rimarrà anche per il futuro una pagina preziosa del nostro impegno per l’Italia.
Le conquiste e i risultati rimarranno, oltre i limiti e gli errori. Ma questo voto ci dice che la sfida è ben più radicale e complessa e anche la nostra iniziativa è mancata su fronti essenziali.

Questo voto ci dice che dobbiamo rimetterci a studiare, a capire, ad ascoltare....Rabbia e solitudine non hanno trovato risposte convincenti nei dati economici e sociali della ripresa – seppure reale e in atto – e quasi per paradosso più comunicavamo questi fatti, più la distanza con i tanti ancora in difficoltà aumentava radicalizzandosi.

Disuguaglianze, precarizzazione e insicurezza hanno prevalso sui nostri sforzi....

Tocca a noi ora ricostruire e rilanciare il progetto democratico e proporre una prospettiva alle forze del centrosinistra...Con la consapevolezza che non bastano accordi di vertice ma che solo un lavoro aperto, partecipato e popolare può aiutarci davvero.
Continuo a pensare, come altri, che a noi spetti il compito di costruire la nuova stagione dell’impegno democratico ripartendo dall’uguaglianza come stella polare e come unica alternativa possibile alle nuove guerre tra poveri....Spesso le persone rimangono sole con una tastiera, escluse da tutto..E invece emerge una domanda di legami sociali che sale in particolare da chi continua a pagare sulla propria pelle i costi di un cambiamento infinito che dobbiamo saper interpretare se non vogliamo che prenda vie regressive.

Penso innanzitutto al lavoro. Alla sfida della rappresentanza del lavoro in questo tempo, di fronte alla quarta rivoluzione industriale e all’era digitale. In questo senso, fatemi dire che il recente accordo unitario firmato tra le parti sociali sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali è un passo utile che va nella giusta direzione.
La grande sfida è riconnettere economia e società come condizione essenziale per un modello di sviluppo nuovo, centrato sulla sostenibilità integrale e la contribuzione di ogni cittadino a quello che Micheal Porter chiama “valore condiviso”.

Infine "Sono convinto che la prossima Assemblea Nazionale dovrebbe avere la forza di aprire una fase costituente del Partito Democratico in grado di potarci nei tempi giusti al Congresso
Perché il nostro progetto ha bisogno ora più che mai di nuove idee non solo di nuove persone. Ha bisogno di una partecipazione consapevole superiore a quella che possiamo offrire una sola domenica ai gazebo.
Abbiamo bisogno di una lettura politica e culturale all’altezza del tempo che stiamo vivendo.
Di una profonda riorganizzazione, in grado di investire davvero sui territori e sulla partecipazione diretta della nostra comunità alle principali scelte politiche da compiere.
Questo lavoro potrebbe iniziare proprio con la prossima Assemblea dando vita a una Commissione di progetto incaricata di elaborare ipotesi concrete per il percorso. È una battaglia che non riguarda solo la politica, servono teste, energie, pensieri di chi voglia dare una mano. Lo sforzo deve essere di aprire a contributi nuovi, plurali.

Con la Direzione di oggi si apre una fase straordinaria che ci porterà innanzitutto all’Assemblea di aprile come prevede il nostro Statuto.
La Segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Io tuttavia propongo che si continui a lavorare insieme in queste settimane che ci separano dall’Assemblea. Con il contributo di tutti cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato.Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, chiedendovi unità.Consapevoli che fuori di qui c’è un’intera comunità che ci guarda, ci ascolta e ci chiede di essere all’altezza della situazione. So bene che dobbiamo realizzare i passi di un nuovo impegno unitario e intendo muovermi in coerenza con questo obiettivo già dalle prossime ore.Vi chiedo una mano...

Domani vedremo subito i segretari regionali e metropolitani per fare un punto doveroso sui territori e condividere i prossimi passi. Dovremo fare altrettanto nei prossimi giorni con i nostri eletti di Camera e Senato.
Propongo da subito l’apertura di una iniziativa straordinaria di presenza nei territori, a partire proprio dai nostri circoli, rilanciando il tesseramento 2018, aprendo a tutti quelli che vogliono darci una mano e partecipare. Uno strumento non burocratico per fare questo lavoro.

Abbiamo seimila circoli, realizziamo seimila assemblee aperte. Io inizierò dal circolo PD di Fuorigrotta a Napoli. E poi seguiranno altri incontri.... continueremo a servire i cittadini, dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare.
Non smarriremo certo la nostra vocazione alla responsabilità – quando è toccato a noi l’abbiamo sempre esercitata – e proprio per questo oggi è doveroso essere coerenti e rispettosi dell’esito elettorale.
Da qui, oggi, rinnoviamo anche i nostri sentimenti di stima e piena fiducia nell’operato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

....Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità.Misureremo insieme ai cittadini le vostre coerenze, giorno per giorno, rispetto a quello che avete promesso facilmente e raccontato in mesi e mesi di propaganda senza limiti...
Per tutti noi inizia un nuovo impegno....
“Il successo non è mai definitivo, la sconfitta non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta” diceva Winston Churchill. Ecco, vi chiedo di continuare con coraggio, insieme.  Dobbiamo farlo per l’Italia prima ancora che per noi." (12/03/2018-ITL/ITNET)

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