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DIRITTI DEI CITTADINI - ORGANIZZAZIONI SOCIETA' CIVILE - DAL CESE: SE VOGLIONO APPORTARE VALORE AGGIUNTO AL PROCESSO DECISIONALE DEVONO INNOVARSI PER INTENSIFICARE IL DIALOGO CIVILE

(2018-02-16)

  Uno studio del CESE sull'evoluzione futura delle organizzazioni della società civile (OSC), presentato ieri a Bruxelles,  individua le sfide principali, delinea gli scenari del cambiamento e formula raccomandazioni concrete.

Le OSC attraversano una fase di cambiamento e, se vogliono continuare ad apportare un valore aggiunto al processo decisionale, devono cercare modi innovativi per intensificare il dialogo civile. Nello studio sulla futura evoluzione della società civile dell'Unione europea entro il 2030, presentato nel corso di un importante evento a Bruxelles il 15 febbraio scorso, il gruppo Attività diverse del CESE analizza l'evoluzione del ruolo delle OSC e illustra i possibili sviluppi da qui al 2030.

Il documento descrive la situazione attuale e analizza i principali problemi incontrati dalle OSC a livello nazionale ed europeo, le tendenze e i fattori di cambiamento, come anche le prospettive future per le relazioni con i responsabili politici nazionali ed europei; delinea poi cinque probabili scenari di cambiamento, formula diverse raccomandazioni pratiche e perviene a una serie di conclusioni.

Le OSC sono oggi confrontate a un gran numero di sfide, quali la crisi economica e gli effetti della minore disponibilità di finanziamenti pubblici, la digitalizzazione, i cambiamenti demografici con l'invecchiamento della popolazione e le migrazioni che essi comportano, il diffondersi del populismo e il ridursi dello spazio civico. Affinché tali organizzazioni possano adattarsi a questi cambiamenti, continuando a svolgere il loro ruolo di sensibilizzazione e tutela nonché partecipando pienamente e proattivamente al processo decisionale, in futuro occorrerà studiare e porre in atto tutta una serie di misure concrete.

Le OSC, infatti, dovrebbero elaborare metodi di lavoro innovativi e concentrarsi, in particolare, sullo sviluppo di nuovi servizi (ad esempio in materia di alfabetizzazione mediatica, di verifica dei fatti riportati dai media e di educazione civica), sulla diversificazione delle fonti di finanziamento e sull'adeguamento delle strategie gestionali. "Oggi possiamo disporre degli strumenti adatti e dovremmo usarli per sostenere le OSC affinché possano orientarsi con sicurezza tra le tendenze sociali, lavorando insieme a queste organizzazioni per realizzare un migliore processo di governance europeo e aiutandole a rafforzare la democrazia partecipativa fino al 2030 e, auspicabilmente, anche dopo", ha affermato Luca Jahier, presidente del gruppo Attività diverse, nella prefazione allo studio del CESE.

La pubblicazione è stata promossa dal gruppo Attività diverse in cooperazione con il gruppo di collegamento ed è stata commissionata al CNVOS (Centro per i servizi d'informazione, la cooperazione e lo sviluppo delle ONG, Slovenia) e all'ENNA (Rete europea delle associazioni nazionali della società civile) nel quadro del programma annuale di studi per il 2017.

Moderatrice del dibattito all'evento di presentazione dello studio è stata Daniela Vincenti, redattrice capo di EURACTIV, che ha stimolato un vivace scambio di opinioni tra esperti, rappresentanti di OSC europee ed istituzioni dell'UE e membri del CESE. Ad aprire gli interventi sono stati Luca Jahier, presidente del gruppo Attività diverse del CESE, e Gerry Salole, membro del gruppo di collegamento del CESE e direttore generale del Centro europeo delle fondazioni.

Sono poi intervenuti Ramón Luis Valcárcel Siso, vicepresidente del Parlamento europeo incaricato dei rapporti con il CESE e con il Comitato europeo delle regioni, Pawe? ?wieboda, direttore aggiunto del Centro europeo di strategia politica della Commissione europea, Goran Forbici, direttore del Centro per i servizi d'informazione, la cooperazione e lo sviluppo delle ONG (Slovenia) e Sabine Selchow, ricercatrice di Storia internazionale all'Università di Sydney e membro dell'unità di ricerca Conflitti e società civile della London School of Economics (LSE).

Al dibattito hanno partecipato anche Jacek Krawczyk (presidente del gruppo Datori di lavoro), Gabriele Bischoff (presidente del gruppo Lavoratori) e Arno Metzler (prossimo presidente del gruppo Attività diverse).(16/02/2018-ITL/ITNET)

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