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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - CGIL INCA INSIEME A SINDACATI MAROCCHINI: CON MANCATA RATIFICA ITALIA CONVENZIONE SICUREZZA SOCIALE ITALIA/MAROCCO A RISCHIO DIRITTI 500.000 LAVORATORI

(2017-11-22)

Il mancato avvio della Convenzione bilaterale tra Italia e Marocco sulla Sicurezza Sociale sottrae diritti previdenziali e assistenziali a oltre 500 mila uomini e donne marocchini, presenti in Italia; una comunità importante che è pari al 13% degli stranieri extracomunitari nel nostro Paese. E’ quanto hanno denunciato i sindacali marocchini UMT e CDT, insieme a Cgil e Inca, in occasione di un Seminario di approfondimento che si è svolto a Casablanca il 21  il 22 novembre, a cui hanno partecipato anche i sindacati tunisini di UGTT.

Nel corso dei lavori, è stato sottolineato come il blocco della Convenzione tra Italia e Marocco, firmata dai governi dei due Paesi nel 1994 e ratificata solo dal parlamento marocchino, ma non da quello italiano “rappresenta un serio ostacolo al processo di integrazione della comunità marocchina in Italia e anche al contributo attivo che ne deriverebbe per la stessa economia italiana”. E’ stato inoltre ricordato che il Marocco ha già firmato convenzioni bilaterali con Francia, Belgio Germania, Spagna, Olanda, Romania, Portogallo e altri 11 Paesi. Altre sono in fase di stipula con Turchia, Grecia, Norvegia e Bulgaria. Molte sono le tutele regolate dalle Convenzioni Bilaterali come quella sanitaria, sugli infortuni sul lavoro e sugli assegni familiari. “L’assenza di tali tutele - è  stato ribadito dai partecipanti – è di fatto un problema alla mobilità dei lavoratori e al raggiungimento delle garanzie minime in occasione della loro attività lavorativa, evitando quindi l’incentivo al lavoro irregolare”.

La mancata ratifica della Convenzione con il Marocco, da parte del Parlamento italiano, hanno sottolineato i partecipanti, ha ripercussioni pesanti sull’effettiva esigibilità di diritti essenziali, quali sono per esempio quelli in materia pensionistica e più in generale previdenziale, che si traduce nell’impossibilità di utilizzare la contribuzione versata presso le casse previdenziali dei due paesi. Un fatto che rappresenta un disincentivo al lavoro regolare, alla instaurazione di rapporti di lavoro che vedano nel corretto versamento degli oneri contributivi in una prospettiva di tutela del periodo successivo al collocamento a riposo dei lavoratori migranti.

Per fare qualche esempio, secondo l’Inca, un lavoratore marocchino che ha iniziato a lavorare prima del 1995, con 10 anni di anzianità acquisita e un salario annuo di 20.000 euro, accumula una somma di contribuzione versata pari a 70.000 euro che, però, oggi, non può utilizzare per raggiungere il diritto a pensione, poiché il requisito minimo per la pensione di vecchiaia, in Italia, è di 20 anni di contribuzione. Allo stato delle cose, pertanto, i versamenti effettuati restano nelle casse dell’Inps senza che il lavoratore possa rivendicare alcuna prestazione. Se tramite la convenzione bilaterale, potesse unire, ai fini del raggiungimento del diritto, anche la contribuzione versata in Marocco, il lavoratore, in questo modo, potrebbe maturare, all’età pensionabile, con la sola contribuzione italiana, una pensione di circa 260 euro mensili. L’altra quota dell’assegno verrebbe erogata dalla Cassa Previdenziale Marocchina al raggiungimento dei requisiti d’età in quel Paese.

“Questa opportunità – spiega Morena Piccinini, Presidente Inca - già patrimonio di tanti lavoratori italiani emigrati negli scorsi decenni e che hanno potuto raggiungere il traguardo della pensione solo grazie ai contributi versati all’estero e alle Convenzioni Bilaterali stipulate dall’Italia con i vari paesi, è ora negato inspiegabilmente ai lavoratori marocchini che lavorano nel nostro paese nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi”.

L’evento, organizzato dalla Fondazione Friedrich Ebert Stiftung,  si è concluso con un invito rivolto alle istituzioni italiane e a quelle marocchine a dialogare sulle opportunità di tutela dei lavoratori migranti tra i due paesi.

Inoltre, le organizzazioni sindacali italiane e marocchine hanno concordato sulla necessità di sviluppare una larga azione comune di sensibilizzazione sul tema della convenzione bilaterale, sul bisogno di spingere i rispettivi Stati a concludere quanto iniziato e prossimo al completamento, a mettere in campo le iniziative di confronto e mobilitazione della comunità marocchina tra i due paesi. E’ inoltre importante che il tema sia posto ai livelli sindacali internazionali, CES, CSI e OIT data l’importanza che le tutele in tema di sicurezza sociale rappresentano nelle politiche di tutela per i lavoratori in mobilità." (22/11/2017-ITL/ITNET)

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