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DIRITTI DEI CITTADINI - POVERTA' INFANZIA - 12,5% (.1.292.000) MINORI IN ITALIA IN POVERTA' E SAVE THE CHILDREN LANCIA UN APPELLO ALLA SCUOLA

(2017-11-18)

  Negli ultimi dieci anni, in Italia, il numero di famiglie con minori che versano in condizioni di povertà assoluta sono quintuplicate e, sempre più spesso, nel sistema scolastico nazionale le diseguaglianze sociali continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni. A lanciare l’allarme è Save The Children che ha presentato l’ottava edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio “Lettera alla scuola”.
Le 669.000 famiglie con minori in condizione di povertà assoluta che, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa alimentare, possono spendere solo 40 euro per la cultura e 7.60 per l’istruzione al mese. È un fenomeno che investe tutto il paese: i bambini in tale situazione – 1.292.000, il 14% in più in un anno – rappresentano il 12,5% del totale dei minori (il 12% al Nord, l’11,6% al Centro, il 13,7% al Mezzogiorno).

Fra costoro  il 27,4%  è ripetente, mentre in generale è del 4,4%.  E tra i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di disagio è ancora elevato il rischio di dispersione scolastica: nelle scuole secondarie di secondo grado il tasso di abbandono in un anno è stato del 4,3%, pari a 112.000 ragazzi, mentre in quelle di primo grado il tasso scende all’1,35%, che corrisponde a 23.000 alunni.

“Oggi continuiamo a trovarci di fronte a una scuola che, a volte, alimenta le disparità" afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.  La correlazione tra la condizione socio-economica e il successo (o l’insuccesso) scolastico in Italia è più forte che altrove: nelle scuole che presentano un indice socio-economico basso l’incidenza di ripetenze rispetto alle scuole con un indice elevato è 23 punti percentuali maggiore, laddove la differenza media nei paesi Ocse è del 14,3%. L’Ocse calcola poi che in Italia la probabilità di ripetenze aumenta per i maschi (+104%) e per gli alunni di origine migrante (+117%).

È necessario, dunque, che sistema scolastico e interventi sociali rispondano in modo adeguato a contesti e bisogni diversi.
Con solo il 4% del PIL nazionale speso nel settore dell’istruzione, contro una media europea superiore di quasi un punto percentuale (4,9%), non è facile per la scuola pubblica offrire una risposta adeguata alle problematiche che incontra.
Tuttavia, esiste anche una scuola fatta di innovazione, dedizione, emozioni positive che è ben raccontata all’interno dell’Atlante.
Accanto a tante eccellenze, nelle scuole italiane si incontrano tuttavia situazioni inaccettabili, di analfabetismo didattico, precarietà organizzativa, carenze strutturali, deserti relazionali, vere e proprie discriminazioni e ingiustizie che fanno pagare un prezzo enorme ai bambini più svantaggiati. (18/11/2017-ITL/ITNET)

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