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IMMIGRAZIONE - FLUSSI MIGRATORI - RADDOPPIANO ITALIANI (DA 30 A 60%) PER CUI PRIORITARIO CONTROLLO FLUSSI MIGRATORI. SONDAGGIO IAI-LAPS SU "LE PAURE CHE CAMBIANO GLI ITALIANI

(2017-10-09)

Il fine giustifica i mezzi, quando in ballo ci sono sicurezza e stabilità nazionali. Così almeno sembra pensarla una buona fetta di italiani, per i quali la paura di un’immigrazione incontrollata è un valido motivo per una politica incentrata sui respingimenti - anche a costo di esporre i migranti a trattamenti disumani - o per l’invio di soldati in Libia, dove potrebbero trovare un ambiente ostile. Allo stesso modo, la minaccia del sedicente Stato islamico accresce il consenso per l’impegno militare italiano in Iraq, così come il senso d’insicurezza generato dagli attacchi terroristici fa apparire più giustificabile l’uso della tortura nei confronti di sospetti attentatori.

Il sondaggio condotto dal Laboratorio di Analisi Politiche e Sociali dell’Università di Siena, per conto e con la collaborazione dell’Istituto Affari Internazionali, è il ritratto di una società impaurita e per questo anche più “severa”, più incline a legittimare l’uso delle maniere forti, disposta anche a sposare posizioni apparentemente in contrasto con i propri principi.

Il dato complessivo su cui si è concentrata l’attenzione del pubblico di Torino è quello sul giudizio degli italiani sul peso del Paese nello scacchiere internazionale: a larghissima maggioranza, l’82%, gli intervistati ritengono che l’Italia abbia scarsa influenza sia in Europa che nel contesto globale. Di questo, e degli altri risultati emersi dall’indagine si discuterà anche domani, martedì 10 ottobre, a Palazzo Montecitorio a Roma.

Quattro anni fa, all’inizio dell’attuale legislatura, una precedente indagine IAI-Laps aveva analizzato la posizione degli italiani rispetto alle strategie nazionali di politica estera. Molte cose, da allora, sono cambiate.

È raddoppiato (dal 30 al 60%) il numero di connazionali che considerano una priorità il controllo dei flussi migratori e la protezione dei confini nazionali, e sono in maggioranza, il 55%, coloro che individuano un legame tra immigrazione irregolare e terrorismo. La crisi migratoria è anche, nonostante le misure promosse dal ministro dell’Interno Marco Minniti, la questione di politica estera su cui l’operato del governo ottiene il giudizio più basso: bocciato dal 70% degli italiani, con una media del 2,9 su 10.

Crolla, rispetto al 2013, la percentuale degli italiani contrari all’uso della tortura su sospetti terroristi, e sono sempre di meno ad opporsi all’interventismo militare all’estero: il 44% degli intervistati, ad esempio, si dice soddisfatto dell’impegno italiano nella coalizione anti-Isis.

Il rapporto con l’Unione europea resta tormentato, con un italiano su tre favorevole all’uscita dall’Ue - o almeno, il 36% - dalla zona euro.

L’incontro di oggi, per il ciclo Colloqui Internazionali IAI-La Stampa, è stato organizzato con la collaborazione del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e nell’ambito della partnership strategica tra lo IAI e il programma International Affairs della Compagnia di San Paolo. (09/10/2017-ITL/ITNET)

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