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IMMIGRAZIONE - RAPPORTO CARITAS/MIGRANTES : NUOVI ITALIANI: 178.035 (2015) DI CUI 158.891 NON COMUNITARI E 19.144 COMUNITARI

(2017-06-21)

  Al 31 dicembre 2015 su un totale di 178.035 acquisizioni di cittadinanza di stranieri residenti, 158.891 riguardano non comunitari residenti e 19.144 comunitari, con un aumento, rispetto alla stessa data del 2014, del 37,1%. E’quanto si legge nel rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, presentato questa mattina a Roma.

Coloro che acquisiscono la cittadinanza per trasmissione dai genitori e coloro che, nati nel nostro Paese al compimento del diciottesimo anno di età, scelgono la cittadinanza italiana sono passati da circa 10 mila nel 2011 a oltre 66 mila nel 2015, con una crescita costante e molto sostenuta. A questo proposito, si evidenzia un dato rilevante nel numero di acquisizioni di cittadinanza da parte di diciottenni: sono il 10% dei residenti della stessa età (la classe di età prevalente, 0-17 anni, fa registrare una propensione del 5%), mentre le classi di età centrali, mature ed anziane, si attestano su valori più modesti compresi tra il 3% e l’1% circa.

Con riferimento al genere, si osserva una prevalenza delle acquisizioni della cittadinanza italiana da parte di donne nella classe di età 25-39 (quasi 56%). In questo caso incide probabilmente un certo numero di acquisizioni per matrimonio. Prevalgono leggermente gli uomini in tutte le altre classi di età, fatta eccezione per le età più avanzate.

Tra coloro che acquisiscono la cittadinanza italiana i maschi sono uno su due (52%). Le modalità di accesso alla cittadinanza restano differenti tra uomini e donne, anche se nell’ultimo anno si registra una tendenza alla convergenza. Per gli uomini la modalità più frequente di accesso alla cittadinanza è la residenza (56% dei casi nel 2015), mentre il matrimonio è una modalità residuale (meno del 3%). Nel 2015, diversamente da quanto avveniva in passato, anche per le donne le acquisizioni di cittadinanza per residenza sono state le più numerose (42%), superando, seppur di poco, le acquisizioni per trasmissione/elezione (41%). Si riduce ulteriormente, anche per le donne, la quota di procedimenti avviati a seguito del matrimonio: nel 2015 si attesta intorno al 16% dal 25% nel 2014. Si tratta di un segnale importante: anche per le donne l’acquisizione di cittadinanza è sempre più il frutto di un lungo percorso di integrazione; ciò conferma la trasformazione del nostro Paese in terra di insediamento stabile anche per le donne migranti. (21/06/2017-ITL/ITNET)

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