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LAVORO - NUOVI VOUCHER - LA PIAZZA CON LA CGIL HA DETTO NO: CAMUSSO: "VIOLAZIONE DEMOCRAZIA. NUOVA FORMULA PERFINO PEGGIORE PRECEDENTE"

(2017-06-19)

  Uno schiaffo contro la democrazia, che è molto grave perché si potrà ripetere anche in altre occasioni e per altre questioni." Così Susanna Camusso ha definito i "Nuovi Voucher" nel corso del suo intervento alla manifestazione di sabato 17 giugno.
" Uno schiaffo a cui bisogna dare subito una risposta per non rivivere quella famosa poesia: quando mi sono deciso di reagire, mi sono accorto che avevano ormai portato via tutti. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha voluto citare Brecht e il famoso sermone del pastore Martin Niemoller sulla mancata reazione degli intellettuali tedeschi in seguito all'ascesa al potere dei nazisti, per spiegare la necessità di reagire alla violazione della democrazia e in particolare dell’articolo 75 della Costituzione che si è manifestata con la scelta di reintrodurre i voucher (con una formula perfino peggiore della prima) dopo aver vietato la consultazione popolare.

La più triste constatazione che possiamo fare – ha detto Camusso - è che non hanno voluto farci votare al referendum perché hanno avuto paura, hanno avuto paura del voto dei cittadini, di andare nel Paese e tra la gente a discutere di cosa siano la precarietà e l’incertezza quotidiana del proprio lavoro e della propria situazione. Così hanno scelto la strada degli emendamenti blindati e dei voti di fiducia,  hanno “cambiato nome" ai voucher, ma "non la schifezza che sono”. Non ha usato perifrasi il segretario generale della Cgil, sul palco di San Giovanni, durante il suo intervento a conclusione della grande manifestazione contro il ripristino dei voucher e in difesa della democrazia, mentre dai due cortei (Esedra e Ostiense) continuavano a confluire in piazza migliaia di lavoratori, giovani e pensionati.

Per la Cgil, la reintroduzione dei voucher ha mostrato l’incapacità di governo e Parlamento di “fare una battaglia a viso aperto: si sono fatti balletti infiniti, un gioco delle parti che affumicava l’aria, si sono usate furbizie per sottrarre ai cittadini il diritto di voto”. Ma la paura del Governo e del Parlamento non è motivata solo dalla paura del voto. Anche su questo punto Susanna Camusso è stata molto chiara: hanno avuto paura perché la campagna della Cgil “aveva riportato al centro il lavoro, aveva indicato un’alternativa alla precarietà e alla riduzione dei diritti, e di questo hanno avuto paura”.

I voucher sono tornati perché "bisognava proseguire a produrre precarietà", per poter pagare "meno" i lavoratori e "cacciarli via quando si vuole". Inoltre, si è "violato l’articolo 75 della Costituzione, delegittimando le istituzioni e le regole condivise”, si è scelta la strada sbagliata del “decreto legge, che dovrebbe invece avere unicità di materie e criteri di urgenza”, si è anche umiliato il sindacato “chiedendo all’ultimo minuto un parere su un emendamento già blindato”. Governo e Parlamento siano stati “deboli contro la crisi, ma forti contro il lavoro” e di come siano “privi di un’idea di sviluppo e prigionieri del continuismo”.

Ma il continuismo che si è manifestato sui voucher è evidente anche per altri problemi. Non è un caso che ora si torni ad attaccare il diritto di sciopero. Lo ha spiegato bene la leader della Cgil durante il suo intervento di ieri facendo riferimento alle polemiche sullo sciopero di trasporti pubblici a Roma. La Cgil non era d’accordo con quello sciopero, ha detto Camusso, era uno sciopero sbagliato. Ma questo non vuol dire dare la stura alle generalizzazioni. La Cgil ha sempre rispettato i diritti dei cittadini e ha sempre cercato di non danneggiarli con gli scioperi nei servizi, ma non ci piace la ripetizione del solito clichè che non bisogna scioperare o lottare in determinati settori della società. Volete davvero una soluzione? Ha detto Camusso: Allora varate la legge sulla rappresentanza sindacale. Solo con regole certe e con una nuova impostazione del confronto democratico tra parti sociali è possibile evitare di scaricare i problemi e i conflitti sulla parte più debole della società.

La battaglia della Cgil per i diritti universali del lavoro è solo all’inizio. Questa la conclusione del discorso di Susanna Camusso: "Continuiamo a raccogliere le firme sul nostro appello, in questi giorni ne abbiamo conseguite già 150 mila. Ricorreremo alla Corte e continueremo a vigilare per il rispetto delle regole” ha aggiunto: "E, con tutto il rispetto e la misura dovuta, suggeriamo al Presidente della Repubblica che siamo di fronte a un'esplicita violazione della Costituzione". Una battaglia che ha come tema fondamentale “l’abrogazione delle forme di precarietà e la riconquista dei diritti”. E che, ha concluso il segretario generale, vede come primo compito della Cgil quello di “ricostruire l’unità del mondo del lavoro, da realizzare attraverso il primo strumento della contrattazione, il nostro esercizio di inclusione, che deve procedere assieme alla lotta per la conquista della Carta dei diritti universali del lavoro”.

La Cgil ha già raccolto 150mila firme in calce all'appello contro la reintroduzione dei voucher, ma si continuerà. L’obiettivo iniziale di 20 mila firma era stato già alzato a 40 mila. Ora però si deve continuare, avverte il sindacato.(19/06/2017-ITL/ITNET)

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