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ECONOMIA ITALIANA - INVESTIRE IN ITALIA - MIN.ALFANO (ESTERI): "OGGI LE STATISTICHE STANNO DALLA NOSTRA PARTE" - BIANCHI (CONFERENZA REGIONI):"ITALIA 100 CITTA' TESSUTO ALTAMENTE DINAMICO"

(2017-06-13)

  "Quello che dico agli investitori: è di avere più fiducia nel futuro dell’Europa e dell’Italia. Non soltanto perché oggi le statistiche stanno dalla nostra parte, ma perché noi stiamo dalla vostra parte nell’aprire i mercati e difendere il libero scambio. Sono valori che abbiamo difeso con determinazione al G7 di Taormina contro le derive protezionistiche.
Oggi i rischi sono sempre più politici e molto meno economici. L’Italia ha bisogno di una visione politica che punti su progetti di lungo periodo." Così il Ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano aprendo i lavori del Convegno (promosso dai ministeri degli Affari Esteri, dell’Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico e dalla stessa Conferenza delle Regioni e delle Province autonome) che si è tenuto oggi alla Farnesina, dedicato al tema “investire in Italia: quadro normativo ed istituzionale per gli investimenti esteri”.

Fra i punti di forza dell'economia italiana Alfano:  " Innanzitutto, è importate che gli investitori guardino all’Italia come un hub che lega il mercato UE con i mercati del Nord Africa e del Medio Oriente, quasi 800 milioni di consumatori. 

Quindi " L’Italia è la terza economia dell’Eurozona ed è importante ricordare che le famiglie italiane sono fra le meno indebitate d’Europa. C’è una elevata propensione al risparmio, grande potenzialità per consumi ed investimenti.

Inoltre,  L’Italia è inoltre la seconda economia manifatturiera d’Europa.

Per di più "Chi investe in Italia acquisisce un know-how davvero unico in settori strategici come quelli dei macchinari, dell’automazione, della robotica, dell’ingegneria, della moda, del design, dell’agro-alimentare; e delle tecnologie verdi, dove siamo primi nell’UE per il mix di rinnovabili (con una quota oltre il 17%).

Ed ancora " Chi investe in Italia investe in un’economia fortemente proiettata all’export: nel G20, siamo attualmente il Paese con il quinto maggiore avanzo commerciale in campo manifatturiero.

  Per Alfano " Chi investe in Italia sa che fra i grandi Paesi europei il nostro è quello che ha un costo del lavoro più basso, meno di Francia e di Germania.

Ed, infine, " i nostri giovani, oltre ad essere altamente qualificati, hanno alle spalle un mondo universitario che è connesso con tutti i principali network europei di ricerca, sviluppo e innovazione."

D'altra parte " investire in Italia significa investire in una “global brand italiana” che va oltre la “dimensione Paese”. E’ un concetto di vita, di stile, di benessere e di arricchimento culturale.

Fra le attrattive per gli investitori, il ministro ha citato "in primis, il grande sforzo della Farnesina per stimolare una maggiore attenzione istituzionale agli investimenti, ponendoci come criterio quello del coordinamento tra i vari Ministeri e i soggetti più interessati. Gli investimenti si attirano solo se ci presentiamo con un Sistema Paese coordinato. 

Abbiamo reso le politiche di visto più attrattive per i manager stranieri:
-        Visti Business rilasciati in 72 ore da Ambasciate e Consolati, ma l’obiettivo è ridurre questi tempi ulteriormente.
-        Visti Startup per incentivare imprese creative ed innovative interessate al mercato italiano.
-        Visti per Investitori per consentire agli imprenditori esteri di risiedere ed investire in Italia più facilmente.

Lo scorso anno, le nostre Rappresentanze hanno gestito 178.074 richieste di visti per affari. Ma mi auguro che il numero aumenti grazie a queste nuove tipologie di visti.

Da poche settimane, all’interno della Direzione Generale Sistema Paese, abbiamo istituito un Ufficio per gli Investimenti Esteri, che sarà il punto di riferimento nella Farnesina per le multinazionali e le imprese straniere che guardano all’Italia.

La diplomazia economica è stata la mia priorità fin dal primo giorno di lavoro alla Farnesina. E nelle mie missioni all’estero ricordo sempre che: le porte delle nostre Ambasciate, dei nostri Consolati e dei nostri Uffici ICE sono spalancate agli investitori.

Ma c’è di più: oltre all’assistenza delle Ambasciate e dei Consolati,  negli Uffici ICE abbiamo creato 7 nuovi Desk per l’attrazione degli investimenti esteri nelle città di: Istanbul, Londra, New York, Singapore, Tokyo, Dubai, San Francisco. Altri 2 Desk saranno aperti a breve  a Pechino e Hong Kong.

Sono contento che molti si sono già accorti dei passi avanti fatti dall’Italia. Non è per caso che un numero crescente di multinazionali si riaffaccia al nostro mercato e che siamo rientrati nei radar dei grandi fondi sovrani ed internazionali.
Se ne sono accorti anche quegli indici globali che a volte, per come sono costruiti, ci penalizzano.

L’Italia ha fatto un salto dal 16° al 13° posto nel Foreign Direct Investment Confidence Index (pubblicato dalla A.T. Kearney)  e si trova oggi dopo la Svizzera.
E nella classifica europea degli investimenti esteri di Ernst & Young, l’Italia ha registrato un incremento dei progetti di investimento pari al 62% (dal 2015 al 2016), secondo solo a quello della Svezia." ha fatto presente il Ministro degli Affari Esteri.

Sul fronte delle Regioni “L’Italia delle 100 città è in realtà un luogo che si è dimostrato straordinariamente dinamico”, ha affermato Patrizio Bianchi, assessore alle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, Università e lavoro dell’Emilia-Romagna, delegato dal presidente Stefano Bonaccini a rappresentare la Conferenza delle Regioni al convegno.

“Un dinamismo – ha proseguito Bianchi – testimoniato da un export che solo 15 anni fa era costituito per due terzi da abbigliamento e cibo e un terzo da macchine, e che oggi è invece una realtà in settori trainanti che sono per due terzi le tecnologie e per un terzo fashion e food. E’ la riprova che le imprese e i territori italiani hanno saputo riposizionarsi al vertice della catena del valore mondiale.

Un risultato possibile perché – ha spiegato l’Assessore dell’Emilia-Romagna - nelle nostre economie territoriali confluiscono non solo grandi imprese ma anche gli sforzi di grandi reti di subfornitura di qualità, delle scuole, quindi anche delle grandi scuole tecniche e professionali, e delle Università che sono oggi parte integrante delle grandi reti mondiali della ricerca”.

Uno sforzo del sistema Paese rispetto al quale Bianchi ha poi voluto portare due esempi. “Il primo è rappresentato dall’attività che stiamo portando avanti con il MIUR per concentrare e collegare tutti i grandi impianti di big data, i cosiddetti supercomputer.  Un progetto che porterà l’Italia ad avere la maggiore concentrazione di calcolo in Europa Un’infrastruttura necessaria per lo sviluppo dell’intero Paese e fondamentale per attrarre le imprese internazionali che vogliano localizzarsi in un paese dinamico e produttore di innovazione.

Il secondo esempio è l’accordo raggiunto in Emilia-Romagna con le Università della Regione (Bologna, Modena, Ferrara e Parma) insieme con le imprese del settore automotive (Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Lamborghini, Ducati, Dallara, Marelli e Toro Rosso) per l’attivazione di un corso di laurea internazionale in ingegneria delle supercar e delle motosport. Credo che questo sia davvero un esempio – ha concluso Bianchi - che dimostra le grandi capacità tecnologiche e dello stile che possono essere valorizzate per promuovere investimenti nel nostro Paese”. (13/06/2017-ITL/ITNET)

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