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ECONOMIA ITALIANA - DALL'OCSE "STIME AL RIALZO PER ITALIA DOPO LUNGA RECESSIONE GRAZIE A RIFORME STRUTTURALI E POLITICHE MONETARIE E DI BILANCIO. GURRIA(SEGR.): JOBS ACT IMPORTANTE RIFORMA"

(2017-02-15)

L'economia italiana "è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione", ma la ripresa "è debole e la produttività continua a diminuire". E' quanto afferma l'Ocse nell'Economic Survey sull'Italia che rivede leggermente al rialzo la stima di crescita del Pil allo 0,9% nel 2016 e all'1% nel 2017 rispetto alle previsioni contenute nel "Global economic outlook" di novembre che stimava una crescita dello 0,8% per lo scorso anno e dello 0,9% per quello in corso.

Confermato per il 2018 un aumento del Pil dell'1%. Il governo nel "Documento programmatico di bilancio 2017" stima una crescita dell'1% nel 2017 e dell'1,2% nel 2018.

"A migliorare la situazione economica hanno contribuito le riforme strutturali, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti e i prezzi contenuti delle materie prime", sottolinea l'organizzazione di Parigi che promuove il Jobs act definendolo "parte di un ampio e ambizioso programma di riforme strutturali" che, insieme agli esoneri dai contributi sociali "hanno concorso a migliorare il mercato del lavoro e aumentare l'occupazione".

Il rapporto tra deficit e Pil in Italia, al netto degli impegni assunti con l'Unione europea, si attesterà al 2,3% quest'anno per poi scendere al 2,2% il prossimo. Il rapporto tra debito e Pil e' invece stimato al 132,7% nel 2017 e in calo al 132,1% nel 2018.

Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, nel corso di una conferenza stampa al Tesoro con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato che "Le importanti riforme di questi ultimi anni iniziano a dare buoni risultati. L'economia si sta gradualmente riprendendo ma rimangono ancora complessi problemi da affrontare. Per aumentare il benessere di tutti gli italiani, e' essenziale che il processo di riforme prosegua e che le nuove misure siano attuate pienamente ed efficacemente".

Secondo Gurria, le quattro principali sfide che il Paese deve affrontare sono: la crescita della produttivita' e degli investimenti; il risanamento del sistema bancario; il sostegno all'occupazione insieme al miglioramento delle competenze e la riduzione della poverta', in particolare tra i giovani, il cui reddito ha registrato la maggior diminuzione a partire dalla crisi.

Gurria ha ricordato che gli investimenti italiani hanno registrato un livello inferiore del 30% rispetto al picco della crisi. Per il segretario generale dell'Ocse, l'Italia deve proseguire il cammino di riforme avviato. Il Jobs act, ha sottolineato, "e' un'importante riforma economica e sociale poiché ha consentito di far fronte al dualismo del mercato del lavoro, che tutela chi ha già un posto sicuro, ma esclude chi è fuori da tale mercato, come i giovani e le persone meno qualificate.

Tale riforma ha inoltre permesso di introdurre un moderno meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione. Per migliorare il livello di competenze di lavoratori e studenti - ha osservato - e' necessario attuare a pieno le misure previste in materia di assistenza per la ricerca di impiego e formazione e la riforma dell'istruzione: la Buona Scuola".

Tra gli aspetti toccati dal dossier Ocse anche querllo relativo all'iinefficienza della pubblica amm1mstrazione. Un fattore che -secondo l'Ocse -  "rende ancora più difficoltoso il fare impresa, ostacolando gli investimenti e la crescita della produttività. In Italia circa un occupato su sette lavora nel settore pubblico e l'efficienza di quest'ultimo è un fattore fondamentale della produttività del settore privato.

Nelle varie province italiane si registrano notevoli variazioni in materia di efficienza del settore pubblico. Le province in cui quest'ultima è maggiore tendono ad avere una più elevata produttività del lavoro a livello d'impresa. Dagli studi a livello d'impresa, si evince inoltre che l'aumento dell'efficienza del settore pubblico dal livello di Catanzaro (posizionata al 25° percentile della distribuzione dell'efficienza dell'amministrazione pubblica a livello di province) a quello di Monza (75° percentile) farebbe aumentare la crescita della produttività del lavoro a livello d'impresa di 2,4 punti percentuali.

L'impatto è maggiore per le piccole piuttosto che per le grandi imprese e da ciò si evince che l'inefficienza del settore pubblico è particolarmente costosa per le aziende più piccole . Tali risultati sono coerenti con le ricerche di Giacomelli e Menon (2013) e Amici et al. (2015) che dimostrano che accorciando i tempi della giustizia civile e snellendo le regolamentazioni locali si produrrebbero effetti positivi sulle performance aziendali.

Tornando invece agli aspetti generali  "Il rapporto e' critico e incoraggiante in alcuni punti, come giusto che sia",  ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della presentazione. "E' un rapporto molto stimolante, sono d'accordo con molte cose scritte. Bisogna fare leva su tutti gli strumenti che l'Italia ha a disposizione. Il debito - ha aggiunto - dopo molti anni di crescita si è stabilizzato e comincerà a scendere, perche' la politica di bilancio dell'Italia è una delle più virtuose in Europa".

Il cattivo andamento della produttività  italiana "è innegabile, ma non è un problema di ieri ma degli ultimi  due decenni. Il  vero avversario della crescita economica è l'ostinato andamento non positivo della produttività dovuto a diversi fattori e quindi la  strategia di contrasto deve avvalersi di tutti gli strumenti e  sfruttare le sinergie", ha sottolineato il ministro ribadendo che "non ci sono scorciatoie, le riforme si sostengono a vicenda".

Per Padoan "i risultati si vedono in molti settori, stiamo andando  nella direzione giusta sul lavoro, sulla riforma della Pa, della giustizia, la lotta all'evasione". Su quest'ultimo fronte ci sono  stati "risultati  importanti che fanno bene alla finanza pubblica e  permettono alla macchina tributaria di funzionare meglio. Un Paese ad alto debito non può crescere in modo stabile se non lo riduce. Il debito dopo essersi stabilizzato comincerà a scendere. La politica di bilancio dell'Italia è una delle più virtuose d'Europa, il deficit scende, c'è un avanzo primario permanente, tutte le leve per ridurre il debito, comprese le privatizzazioni, continueranno ad essere utilizzate", ha concluso il ministro.(15/02/2017-ITL/ITNET)

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