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ITALIANI ALL'ESTERO - REFERENDUM: COMITATI SI - NARDI(UIM-EUROPA):"DOPO DECENNI SIAMO RIUSCITI A INNOVARE COSTITUZIONE. NON LASCIAMOCI SFUGGIRE OCCASIONE....IL MEGLIO E' SPESSO NEMICO DEL BENE"

(2016-06-20)

  Il confronto sul Referendum, avviato all'indomani dell'iter di approvazione della legge di riforma Costituzionale da parte dei due rami del Parlamento, è ormai decisamente attivo anche all'estero. Prova ne sia una serie di appuntamenti che i Comitati del Si e del No stanno varando all'estero laddove la campagna elettorale per le amministrative ha registrato ovviamente toni smorzati rispetto al contesto italiano.  Ora, a bocce elettorali ormai ferme ed in un clima di riflessione da parte di alcune delle forze politiche in campo - PD  in prima fila - il dibattito sul referendum, cuore pulsante della gestione Renzi, come lo stesso Premier ha sottolineato legandone i risultati all'esistenza stessa del suo Governo, riprende in Italia e prosegue all'estero con più vigore, nonostante, anche nelle fila dei Comitati del Si, qualche dubbio su alcuni aspetti innovativi della nuova Carta Costituzionale permangano. Sta di fatto che - come afferma Dino Nardi, fra i coordinatori del Comitato per il SI di Zurigo, talvolta "il meglio e' nemico del bene".     
 
Comitato del Si': perchè ?

...perchè in Svizzera si vive in diretta, da sempre, l'attualità italiana, compresa quella politica. In svizzera c'è una comunità italiana tra le più politicizzate che abbiamo in emigrazione, sempre in virtù di questa vicinanza geografica, ed essendoci una comunità che tradizionalmente è sempre vissuta con un piede in Svizzera ed uno in Italia, avendo come progetto di vita una stagione molto breve di emigrazione per poi rientrare in Italia.
  Quindi viviamo quotidianamente quello che sta accadendo in Italia sotto l'aspetto politico:  prima il referendum sulle trivelle, ora le elezioni amministrative ed il lancio del referendum di ottobre e quindi si stanno già attivando comitati a favore del si ed i comitati a favore del no per questo referendum costituzionale.  Ed incontrando molti connazionali  attivi nell'emigrazione anche nelle istituzioni come i Comites e CGIE, ma anche presidenti di associazioni, in occasione della festa della Repubblica all'Ambasciata a Berna,  sono venuto a conoscenza che altrove in Svizzera sia in Ticino che nella Svizzera francese è in altre località della Svizzera tedesca si stanno attivando comitati per il si ed ovviamente anche i comitati per il no."

Ma quali sono gli effetti che si attendono dalla riforma cotituzionale i nostri connazionali all'estero ?

"Evidentemente quello di velocizzare la produzione di leggi, che risponda alla necessità di essere più rapidi  sull'attualità con la quale ci confrontiamo quotidianamente e che con internet è diventata velocissima anche nei suoi cambiamenti quotidiani" , afferma il coordinatore della UIM Europa.

"Noi italiani che viviamo in Svizzera e che, come dicevo, abbiamo un piede in Italia ed uno in Svizzera, e mille interessi che ci legano anche economicamente all'Italia, non possiamo essere assenti o comunque non attenti a quello che avviene in Italia anche sotto l'aspetto delle riforme costituzionali, perché siamo tutti noi interessati da cittadini italiani pur vivendo in Svizzera". Nardi sottolinea, poi, l'aspetto economico del risparmio derivante al cittadino italiano da una più veloce produzione legislativa, oltre che di una riduzione dei parlamentari. "E' un ambito che interessa anche noi all'estero. E non può non essere così !"

Quanto al Senato delle Regioni, ritiene possa essere più vicino agli italiani all'estero, proseguendo nell'impegno avuto in passato nei confronti dei corregionali ?

" Sono d'accordo nel sostenere questa riforma costituzionale,  anche se per quanto mi riguarda non mi soddisfa al 100%. Tuttavia,  mi sono sempre detto che il meglio è nemico del bene, e dunque sono d'accordo nel sostenerla nonostante alcuni aspetti che mi lasciano un po' interdetto.
Ad esempio, per quanto riguarda il Senato viene a sparire la rappresentanza degli italiani all'estero, che avevamo conquistato per la prima volta con le elezioni del 2006.  E non so se una volta approvata questa riforma ci sarà voglia di andarla a ritoccare !  Una rappresentanza - dicevo - numericamente inferiore a quella dei sei senatori che abbiamo avuto fino ad oggi, attraverso,  per esempio,  il Consiglio generale degli italiani all'estero. In ogni caso una rappresentanza dei cinque milioni di italiani che vivono fuori dai confini nazionali. Invece con questa riforma costituzionale ci ritroveremo ad avere solamente una rappresentanza nel parlamento attraverso i 12 deputati della futura Camera"

Ma finora non c'è stato un legame con le regioni più produttivo..

"Come italiani all'estero abbiamo un rapporto di amore odio con le nostre rispettive regioni, perchè non tutte le regioni hanno sempre prestato la stessa attenzione nei confronti dei loro corregionali all'estero. Anzi, sono percentualmente meno le regioni che si erano organizzate anche con sistemi di rappresentanza dei corregionali all'estero attraverso i consigli regionali, attraverso le vecchie consulte, rispetto a quello che hanno fatto altre regioni. Ci sono poi Regioni che si sono date strutture di rappresentanza dei loro corregionali all'estero che, però, non hanno mai funzionato o non sono mai state messe in condizioni di funzionare.
D'altra parte, avanza Nardi, se ci fosse stato effettivamente in seno a tutte le regioni un organismo istituzionale di rappresentanza dei cittadini all'estero, si sarebbe potuto pensare ad una rappresentanza della Consulta o Consiglio regionale degli italiani all'estero assieme al rappresentante del Consiglio regionale e dei Comuni. Cosa che, evidentemente, prendendo atto di quella che purtroppo è la situazione delle rappresentanze estere delle singole regioni, è una ipotesi difficilmente praticabile".

  Come rappresentante del mondo dell'associazionismo cosa spera...

"Che ci sia più attenzione nel nuovo parlamento, che si verrà a costituire, nei confronti degli italiani all'estero. Attenzione che purtroppo, col passare degli anni, nonostante che si sia ottenuto il diritto di essere rappresentati in parlamento attraverso il voto all'estero,  è andato sempre più scemando. Tanto che anche i nostri rappresentanti in Parlamento spesso devono ricorrere a modifiche legislative perchè altrimenti così come sono state discusse ed approvate, in prima istanza ci avrebbero discriminato".

"Il problema - per Nardi - è "che purtroppo la nostra rappresentanza eletta in Parlamento non è in questi 10 anni riuscita a fare lobby e a coinvolgere di più  i parlamentari eletti sul territorio nazionale verso le problematiche degli italiani all'estero. Quindi, speriamo che si riesca a recuperare una maggiore attenzione da parte sia del nuovo Senato che dalla Camera dei deputati perché se non c'è un'attenzione da parte delle istituzioni nei confronti degli italiani all'estero evidentemente non si riesce ad ottenere niente.".

"Ovviamente - aggiunge - la colpa non è tanto neppure di chi siede in Parlamento, la colpa sta piuttosto nel fatto che ormai non c'è più una vicinanza familiare o parentale  con le comunità italiane all'estero perché questi rapporti familiari e parentali si sono andati sfilacciando fino addirittura ad interrompersi.  Ed evidentemente, chi siede in Parlamento tiene in maggior conto gli umori delle popolazioni degli elettori che li hanno eletti. Dunque, se gli elettori non hanno un  sentimento di vicinanza nei confronti dei loro concittadini all'estero non lo possono avere neppure i parlamentari eletti se non in alcune situazioni dove si instaura una vicinanza personale nei confronti degli italiani all'estero,  avendo avuto l'occasione di conoscerli da vicino e di aver ascoltato in diretta quelle che sono le loro aspettative, preoccupazioni ed attese.
Ad esempio, recentemente il parlamentare del PD Fiano è venuto in emigrazione invitato dai Circoli del partito democratico, ebbene Fiano era uno che nel passato non mi sembra avesse mai prestato molta attenzione agli interessi ed alle attese degli italiani all'estero, ma dopo questi interventi e queste occasioni, Fiano invece si sta appassionando anche alle nostre problematiche"

Tornando al Referendum Costituzionale, qual'è l'auspicio ?

"Come promotore di un Comitato per il Si in Svizzera mi auspico ovviamente che vinca il Si, perchè altrimenti ritengo che per l'Italia sorgerebbero grossi problemi. Se dovessimo andare alla ricerca della legge perfetta non riusciremmo a fare nulla. Non dimentichiamo che negli ultimi decenni ci siamo confrontati con diverse iniziative che si proponevano di aggiornare la nostra costituzione, pero' nella ricerca del meglio è finita che non si è trovato il meglio. Per cui questa volta, nonostante il complesso iter legislativo, siamo riusciti a concludere questa riforma. Non lasciamoci ora sfuggire l'occasione di farla diventare la nostra nuova Costituzione." (20/06/2016-ITL/ITNET)

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