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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - DIRITTI CITTADINI MIGRANTI - PICCININI (INCA CGIL): "AFFERMAZIONE DIRITTI PERSONE IMMIGRATE DETERMINANTE PER PATRONATO INCA"

(2016-05-17)

  Il Patronato INCA CGIL sta ottenendo ottimi risultati nell'affermazioni dei diritti dei cittadini immigrati nel nostro Paese... Italiannetwork/Italialavorotv ne ha parlato con la Presidente dell'INCA CGIL Morena Piccinini che anticipa, nel corso di una video - intervista - alcuni elementi dell'iniziativa che il Patronato sta intraprendendo a tutela dei diritti di questi cittadini. Diritti che in linea di principio, anche se non nello specifico, riguardano in chiave europea, anche i diritti dei cittadini italiani e degli altri stati membri.

"Abbiamo fatto e stiamo facendo tanto contenzioso perché purtroppo tanti diritti che dovrebbero essere riconosciuti, e parlo della dimensione sociale, in realtà vengono negati. E fino ad ora abbiamo dimostrato che ogni filone di contenzioso che abbiamo intrapreso ha portato dei risultati positivi. Mi riferisco alle delibere discriminatorie, a livello comunale, a tutta la negazione di diritti su  prestazioni che dovevano essere corrisposte dall'INPS e che solo con sentenze individuali e pronunciamenti della Corte Costituzionale sono stati estesi a tutti, in tema di invalidità civile."

Al momento - fa, poi, presente la Presidente del Patronato INCA CGIL - l'attenzione è orientata alla questione dell'assegno per il terzo figlio, il bonus bebè, perché inspiegabilmente viene negato ai figli di cittadini immigrati qualora non abbiano il permesso come lungo soggiornanti.

Inoltre, abbiamo lo scandalo del costo dei permessi di soggiorno. Ma bisogna che si sappia che il governo è stato condannato dalla Corte di giustizia europea  perché il costo dei permessi di soggiorno è troppo alto in Italia, nel senso che è immotivato. Eppure, c'è la sentenza della Corte, che fa seguito ad una richiesta specifica dell'INCA. Il Governo dovrebbe adempiere, ma non l'ha ancora fatto ed addirittura in questi ultimi giorni ha aumentato addirittura il costo dei permessi di soggiorno. Proprio senza pudore !" esclama Morena Piccinini, che si domanda:
"Cosa aspettano? Che si intraprenda un contenzioso di massa? Che i costi individuali e pubblici lievitino a dismisura, perché è l'unico modo per ottenere il riconoscimento di un diritto? È questo il senso di civiltà di un paese? O forse ci si illude che a fronte di uno, dieci, cento lavoratori che intraprendono questo percorso ce ne sono tanti di più che non lo intraprendono e, quindi, si risparmia sulla non tutela e sulla non affermazione del diritto di queste persone ? 
È un ben misero Paese il Paese che pensa di usare questi mezzi !"

  E aggiunge "Penso che l'affermazione dei diritti delle persone di una nazionalità diversa da quella italiana sia ancora oggi un punto determinante per il nostro Patronato. Ma penso anche che il nostro paese debba intervenire perché fino a che non avremo fatto questo passo, con naturalezza e in piena consapevolezza, il che non vuol dire spendere di più ma semplicemente riconoscere dei sacrosanti diritti, avremo sempre una situazione in cui si pensa di  poter speculare sui diritti di chiunque. Degli immigrati, quando è possibile, ma anche degli italiani ogni volta che è possibile" commenta con amarezza la Presidente del Patronato.

Tanti gli esempi di questa linea, spesso incongruente "Fra poco  - ricorda Piccinino diventerà operativa la possibilità di avere il bonus cultura per i diciottenni, ma non è previsto per i diciottenni nati in Italia che non siano cittadini italiani. Ebbene, c'è qualcuno che possa pensare che questa sia una cosa giusta? Proprio il bonus cultura che dovrebbe servire ad accedere a strumenti di cultura e che quindi è esso stesso veicolo per costruire integrazione e socialità oltre che un accrescimento individuale ? Davvero non riesco a spiegarmele queste cose, se non per una qualche forma di stupidità politica e culturale che andrebbe davvero recuperata"

Ed, a proposito dei diritti. L'INCA ha portato avanti, negli anni scorsi, alcune iniziative - coinvolgendo in Europa i sindacati di altri Paesi - sull'omogeneizzazione dei diritti dei lavoratori migranti ..., compresi i migranti comunitari...

"Rivendico quella battaglia, nonostante l'abbiamo condotta in grande solitudine politica, anche nel contesto internazionale" afferma la Presidente del Patronato, spiegando "Abbiamo sempre pensato che il rischio non riguardasse semplicemente il principio del "coordinamento aperto" delle normative, in Europa,  in materia di politiche sociali; che il rischio in Europa non fosse quello di un'armonizzazione mediana, perchè quando si parla di armonizzazione nessuno si illude che si possa armonizzare  cogliendo il meglio del meglio di ogni paese. Ne avevamo consapevolezza!
Nella realtà, però,  il non costruire un diritto europeo in campo sociale ha lasciato spazio a ogni singolo paese, che ha, paradossalmente, usato i riferimenti europei per negare dirittii, in primo luogo ai cittadini extraeuropei,  ed ora agli stessi cittadini europei. Così quello che sta avvenendo in alcuni, troppi, paesi per me è decisamente allarmante !.
E' in atto, quindi, una discussione sul come fare a riconoscere ai cittadini extra CEE i diritti di cittadinanza nel nostro paese. E stiamo dimostrando che, in relazione alla legislazione europea ed a quella del nostro paese, abbiamo tante ragioni ma riusciamo con fatica ad affermare questi principi perchè in diversi Paesi si sta chiudendo sempre di più il diritto verso gli stessi cittadini comunitari. Sono molto preoccupata da questo !" Afferma la Presidente del Patronato INCA, stigmatizzando "chi rivendicava come puro parametro quello del coordinamento aperto, sta ora dimostrando che quel puro parametro permette ad ogni singolo paese di abbassare la soglia dei diritti in un processo emulativo che rischia di diventare un "coordinamento aperto al ribasso", non una omogeneizzazione almeno mediana e alla luce del sole. Questo è un grosso problema!.

L'augurio è "che si riprenda la discussione europea sui rapporti tra Stati riguardo alla mobilità delle persone".
  Nell'immediata attualita'  "Penso ai muri del Brennero! Per non parlare poi  della possibilità che questo principio venga esteso dalla zona di frontiera, dove c'è scritto dogana, al resto del percorso, a tutto ciò che significa il dividere - come hanno fatto in altri paesi - per centinaia di chilometri; il pensare ad una Europa di nuovo con il reticolato ai confini di ogni Paese. Non riesco proprio a concepirlo". 

  Per la rappresentante dell'INCA "occorre riprendere il dibattito sul tema Schengen e la mobilità delle persone, sul tema dei diritti delle persone. Diritti omogenei in tutta Europa per tutti i cittadini. !"

  Ed a proposito di diritti, prevedete qualche iniziativa all'estero ? 

  "Quest'anno corrono i 60 anni dell'INCA del Belgio e ricorrono anche i 60 anni dalla tragedia di Marcinelle, quindi vorremmo fare una grande iniziativa per ricordare questo tragico evento - che ha coinvolto decine e decine di lavoratori stranieri della miniera belga, di cui moltissimi italiani - a proposito di ciò che dicevamo prima sulle persone che si spostano e che non è vero che vanno a sfruttare il welfare e le condizioni di lavoro degli altri paesi (come si afferma per negare diritti ai lavoratori UE migranti. ndr.).  Si portano invece  sudore, sangue e a volte vite umane. E spesso anche tanta ricchezza in quel paese."  sottolinea la Presidente del Patronato Nazionale INCA CGIL.

  Sempre in tema di diritti, questa volta del lavoro, il Patronato INCA è promotore, accanto alla CGIL,dello Statuto dei lavori, la Carta dei diritti universali del lavoro. Ci saranno iniziative anche all'estero, oltre che in Italia per sensibilizzare i nostri lavoratori all'estero ?

" Noi stiamo diffondendo l'importanza di questa iniziativa della CGIL  ovunque ci siano italiani e quindi anche gli italiani all'estero. Naturalmente è difficile organizzare anche all'estero la raccolta di firme (alla petizione .-ndr) che invece siamo in grado di organizzare in Italia, sia per problemi logistici che per problemi giuridici.
La raccomandazione che vorremmo fare agli italiani all'estero è questa: quando un italiano che temporaneamente si trova all'estero per qualsiasi motivo ed in questo periodo rientra in Italia e riesce ad incrociare un banchetto della CGIL e rivolgersi al Comune di residenza per poter firmare, la sua firma  servirà davvero a tutti, non soltanto agli italiani e ai lavoratori in Italia, italiani o stranieri che siano,  ma anche per l'affermazione di un principio, di diritto  universale del lavoro di carattere più ampio !.(17/05/2016-ITL/ITNET)

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