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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - COLOMBINI(INCA CGIL):" I PARADOSSI DELL'INPS NELL'APPLICARE LA SENTENZA DELLA CONSULTA"

(2016-01-22)

"Nell'applicare la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle rivalutazioni delle pensioni (definito illegittimo), l’Inps, prende un “granchio”: ha trasformato in “indebito”, la parziale rivalutazione spettante a seguito della normativa, con la quale è stata attuata la sentenza". E' quanto afferma Fulvia Colombini, della presidenza Inca, in merito ai conteggi effettuati dall'Istituto previdenziale.

"Per effetto del cosiddetto "bonus" Poletti” - osserva Colombini -, un trattamento pensionistico di importo pari esattamente a 3 volte il minimo rivalutato nel 2012 e 2013, passa, dal 2014, ad un importo inferiore. Di fatto, l’Inps disapplica la norma di salvaguardia contenuta nella legge Fornero che, nell’escludere dalla rivalutazione le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo, ha previsto comunque la garanzia di tale importo alle pensioni di poco inferiori a tale limite".
"Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi una serie di segnalazioni da parte di numerosi pensionati - riferisce Colombini - che si sono visti recapitare da parte dell'Inps degli "indebiti"; si chiamano così in linguaggio tecnico le somme che l'Istituto previdenziale pubblico chiede di restituire perché pagate in più rispetto al dovuto.

"Ma non è questo il caso - spiega Colombini -. Come Patronato, abbiamo fatto gli approfondimenti necessari e abbiamo scoperto, con nostro grande sconcerto, un paradosso interpretativo della legge  109/2015 sulla perequazione delle pensioni, emanata dal Governo in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n.70/2015, resa nota lo scorso aprile e della quale si è molto discusso".
"I Giudici  costituzionali - ricorda Colombini - avevano condannato  il Governo Renzi a rimuovere il blocco delle rivalutazioni delle pensioni (definendolo illegittimo),  deciso dal Governo Monti/ Fornero per gli anni 2012, 2013 riguardante tutte le pensioni superiori a tre volte il minimo. Quelle inferiori a questo limite (per il 2012, le prestazioni con importi fino a 1.433 euro lordi mensili e per il 2013, quelli fino a 1.486 euro), essendo escluse dal provvedimento,  venivano salvaguardate e  avevano quindi il diritto a continuare a percepire la rivalutazione annuale".
"La legge 109/2015 - aggiunge - ha applicato la sentenza della Corte Costituzionale molto parzialmente disponendo di prendere in considerazione solo le pensioni collocate tra tre volte il minimo e non superiori a sei volte, alle quali ha attribuito degli arretrati a titolo di "una tantum" per il 2012 e 2013; quota che, evidentemente, non è da considerare parte integrante del trattamento pensionistico mensile. A partire dall’agosto 2015, l’Inps ha cominciato a pagare sia l’una tantum, relativa agli anni 2012 e 2013, sia la parziale rivalutazione da far decorrere dal gennaio 2014, che diventa così parte integrante della pensione mensile".

"L’effetto paradossale dell’Interpretazione dell’Inps - avverte Colombini - è che con l’applicazione del “bonus Poletti” a questi pensionati viene tolta la parziale salvaguardia, di cui avevano beneficiato con la legge Monti-Fornero, diventando, di fatto, percettori di somme “indebite”. In sostanza, l’Inps chiede indietro l’incremento parziale che pure era stato garantito come salvaguardia dalla legge Fornero. Pertanto, la sentenza della Corte Costituzionale, che doveva servire  a migliorare la condizione economica dei titolari di pensioni a cui era stata bloccata la rivalutazione, si è risolta, invece, in un danno per coloro che nel 2012 e 2013 avevano le pensioni più vicine al trattamento minimo e che, per questa ragione, erano stati esclusi parzialmente dal blocco della rivalutazione".

"Le nostre ragioni sono state ulteriormente motivate  spiegando che la sentenza non può in nessun modo essere interpretata a danno di coloro che il legislatore aveva già inteso salvaguardare, proprio perché percettori di bassi redditi. A noi il ragionamento sembra logico". "Andremo fino in fondo a tutela degli interessi dei nostri assistiti - conclude Colombini -, ma questa è proprio una storia di ordinaria follia che ci lascia sconcertati e soprattutto che sta generando molta ansia tra i pensionati con le pensioni più basse".(22/1/2016-ITL/ITNET)

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