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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - L.STABILITA' - "TAGLI INGESTIBILI. GOVERNO FACCIA ULTERIORE SFORZO" AFFERMA PRES.PATRONATO INCA CGIL PICCININI A ITALIANNETWORK ALLA VIGILIA MANIFESTAZIONE A ROMA

(2015-12-07)

  L'impegno del Senato a sostegno dei Patronati porta con sè alla Camera una dote positiva circa  il dimezzamento dell'importo di 48 milioni di euro sul Fondo Patronati previsti dal disegno di legge di stabilità per il 2016 dal Governo. Un importo che si andrebbe ad aggiungere ai 35 milioni di euro che la Finanziaria 2015 ha portato in dote.

Ebbene, questo risultato ottenuto dai senatori e sul quale non pochi parlamentari della Camera, compresi alcuni esponenti del mondo dell'emigrazione italiana, nonostante gli emendamenti presentati,  temono di non poter incidere granchè  è sufficiente perchè i patronati possano proseguire nella loro attività in Italia ed all'estero ?

La risposta sta nell'iniziativa che vedrà il 9 dicembre i Patronati del CEPA - ACLI; INAS CISL, INCA CGIL e ITAL UIL - mobilitarsi davanti a Montecitorio, giorno nel quale è previsto il licenziamento  del testo in sede di Commissione Bilancio.  Delegazioni regionali dei quattro patronati del CEPA giungeranno a Roma, insieme a tanti italiani  che in questi giorni hanno fatto sentire la loro voce sui social network, postando la loro immagine a sostegno della campagna unitaria #iocimettolafaccia."

Italiannetwork/Italialavorotv  ha approfondito i termini della complessa questione con la Presidente del Patronato INCA CGIL, Morena Piccinini.

"Pur ringraziando il Senato per l'iniziativa che ha assunto e la determinazione con la quale è riuscito a ridurre il taglio da 48 milioni a 28, chiediamo tuttavia alla Camera e al Governo di fare uno sforzo ulteriore perché in ogni caso anche questo taglio rimane di una entità intollerabile, per cui è ingestibile."  Perché lo sia è presto detto: Piccinini somma i 28 milioni residui con i 35 decisi l'anno scorso, aggiunge anche la riduzione dell'acconto per dichiarare che "di conseguenza"  la detrazione suile cifre previste, "renderebbe l'attività di patronato decisamente molto più difficile nei confronti del  cittadino sul quale ricadrebbero gli effetti".  D'altra parte , fa presente la Presidente dell'INCA "Noi non chiediamo davvero un grande sforzo per eliminare totalmente quel taglio e dare  tempo ai patronati di organizzarsi come da impegno assunto nel 2015".

Inoltre, Piccinini mette sul tavolo una "considerazione particolarmente critica"  e cioè il fatto che "ancora una volta il taglio dei 28 milioni si prefigurerebbe per il 2016 come taglio di cassa, andando a ridurre i tagli del Ministero del lavoro decisi per la "spending review", ovvero "si influirebbe su un'attività già svolta, sul lavoro già fatto, con effetto retroattivo, e contemporaneamente si  andrebbero a finanziare i tagli che il Ministero del lavoro è tenuto a fare in nome della spending review. A quel punto, però, spiega l'esponente del Patronato,  il Ministero del lavoro si approprierebbe di soldi non suoi e opererebbe un risparmio sul proprio bilancio attraverso i soldi dei patronati."
In buona sostanza,  la presidente dell'INCA chiarisce come "si verrebbero a creare profili di discutibile legittimità" . Lo verificherà sicuramente chi è più competente di noi, ma il dato è che "influisce su un'attività già fatta e non è possibile che noi lavoriamo sapendo a priori che incasseremo solo a distanza di anni, con i tempi che si dilatano sempre di più, e  poi, quando si arriva al momento della riscossione, dopo tre anni, ci si dica che c'è un taglio che agisce di cassa ovvero su quello che abbiamo già fatto. Non si può lavorare in questo modo anno dopo anno !"  esclama con estremo disagio la Presidente del Patronato.

Presidente, è dal 2012 che aspettate di essere pagati ?

"Non abbiamo ancora avuto il saldo del 2012 e non sappiamo neanche se entro la fine dell'anno avremo gli ulteriori acconti del 2013 e del 2014. Non solo ! aggiunge la Presidente dell'INCA "Il  Ministero ci ha comunicato che, siccome le ispezioni non sono ancora terminate, non sanno se riusciranno a mettere in pagamento il saldo del 2012. Eppure sono passati tre anni da quando abbiamo lavorato. Non è possibile che i tempi delle ispezioni si dilatino così all'infinito. In passato, le ispezioni cominciavano un anno dopo sul lavoro dell'anno precedente. Adesso siamo già arrivati ad un ritardo di oltre tre anni".

Avete intenzione di ricorrere in Tribunale ?

" Stiamo valutando con i nostri legali se ci sono le condizioni" dichiara la Presidente del Patronato INCA CGIL." Intanto, però,  portiamo avanti la battaglia politica e queste osservazioni le abbiamo fatte agli stessi parlamentari in modo tale che possano rivolgendosi al Governo per far comprendere la gravità di quello che sta succedendo. Qualora non ottenessimo risultati significativi per quanto riguarda la riduzione del taglio al fondo e la sua eliminazione per quanto riguarda le aggiunte sul 2016, verificheremo anche la possibilità del ricorso" .

Nel frattempo, il Ministero del Lavoro,  dopo vari mesi rispetto alla tabella di marcia, ha presentato i decreti delegati,  attuativi. Cosa ne pensano i Patronati e cosa ne pensa l'INCA CGIL di questi decreti. Hanno colto nel segno rispetto a quanto finora affermato dai Patronati ?

"Posso rispondere per l'INCA perché non abbiamo ancora fatto una valutazione congiunta con il CEPA. Comunque, questi decreti avrebbero dovuto essere emanati entro giugno, 'sentiti' i patronati, ed invece  sono stati emanati in novembre. E sono un po' morti dal freddo ! Nel senso che non c'è niente di più rispetto al testo della legge, e quello lo avevamo già detto un anno fa.
Il “sentiti i patronati”, poi,  è un eufemismo, spiega Piccinini, perché in realtà c'è stato un incontro di due ore a maggio-giugno con tutti i patronati, nel quale tutti abbiamo posto una serie di problemi,  ai quali però non troviamo risposte nei decreti. E, d'altra parte,  penso che così come sono fatti questi decreti siano impraticabili, perché non determinano quell'elemento di certezza delle regole che possono permettere  di fare delle scelte consapevoli senza rischi di cattive interpretazioni.  Noi, invece,  spiega la Presidente dell'INCA ad Italiannetwork/Italialavorotv, abbiamo bisogno di avere  certezza di  quali siano le regole che sovraintendono all'attività, mentre i decreti non lo specificano."

Due gli esempi ai quali fa riferimento l'esponente del Patronato "si parla di un' ipotesi di convenzione nei diversi decreti, sia con la  pubblica amministrazione che con i soggetti privati, che addirittura con il ministero  per un contributo sulle prestazioni. Però nei tre decreti si  usano tre terminologie diverse, rimborso spese, contributo, tariffa. Termini che giuridicamente sono uno diverso dall'altro. Nulla si dice, invece, per quanto riguarda tutti gli aspetti fiscali. Ebbene,  bisogna definirlo prima !. Io non voglio trovarmi nella situazione  per cui diamo un'interpretazione di buon senso così come è stata applicata fino ad ora la legge 152, per poi ritrovarci tra un anno o due, con l'avvio di una campagna scandalistica magari sui patronati "evasori".  No, questi aspetti devono essere ben chiariti prima".

Altro elemento che la Presidente dell'INCA chiarisce: "nei decreti  si definisce un ambito di attività molto vasto in materia, per esempio, di mercato del lavoro,  senza nulla precisare - oltre alla legge di stabilità dell'anno scorso - in quale modo e con quali relazioni rispetto agli altri soggetti pubblici e privati che agiscono. Eppure,  è  un ambito che necessita di essere regolamentato. Non si può andare a libera interpretazione, con la fantasia.

  Per non parlare, poi, sottolinea Piccinini,  del fatto che viene detto  esplicitamente che i tagli del fondo patronati  possono essere compensati attraverso un contributo che dovrebbe pagare il cittadino, quando noi diciamo, invece, che il taglio al fondo patronati produrrà dei danni direttamente sui cittadini.
  Ecco perchè, quando usiamo nella campagna di comunicazione, lo slogan "tutela, te la faranno pagare cara"  significa esattamente questo: che  si compensa quello che ai Patronati  viene a mancare dal fondo - derivante dai contributi dei lavoratori - chiedendo agli stessi lavoratori un contributo per ogni singola pratica. Ma  ciò significa che il lavoratore paga due volte:  con i contributi ed anche con il pagamento del servizio."  Ebbene, questa - secondo noi -  non è una soluzione saggia, anche perché non è neppure ben dettagliata,  salvo la somma massima che si può chiedere,  né per quanto riguarda la sua gestione nei rapporti con l'utenza, nei rapporti interni ed in quelli con il Ministero".

  Per cui - chiarisce la Presidente del Patronato INCA "Siamo a dicembre, se qualcuno pensa che il taglio al fondo possa essere funzionale al fatto che da gennaio siamo in grado di agire in una modalità diversa, penso proprio in scienza e coscienza che non siamo in grado di praticare questa soluzione.
  Lo stesso Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ha  predisposto una richiesta di chiarimento al Ministro Poletti, elencando tutti  i quesiti ed i dubbi che abbiamo e sono davvero tanti. Ci aspettiamo, quindi,  che rapidamente arrivi una risposta di dettaglio in modo tale che possiamo essere nella condizione di decidere se fare o non fare la scelta di adeguarci a questi decreti, perché  - fa presente la rappresentante del Patronato della CGIL - potremmo anche decidere di muoverci in modo diverso. In ogni caso dobbiamo sapere quali sono le regole per poter decidere e per poter dare indicazioni in merito".

A proposito del mercato del lavoro, cui accennava poco fa' , la convince la proposta avanzata nei giorni scorsi dal Presidente di Italialavoro al Convegno promosso dal Comitato per gli Italiani all'estero e la promozione del Sistema Italia della Camera dei Deputati sulla Vecchia e nuova Emigrazione, circa l'ipotesi di una collaborazione con i Patronati per l'accompagnamento dei giovani italiani che vanno all'estero alla ricerca di un lavoro?

  Per la Presidente dell'INCA è una proposta "molto interessante, perché è evidente che tante sono le persone che si muovono verso l'estero e si muovono con scarsa preparazione e conoscenza del mondo che incontreranno,  delle stesse regole del mercato del lavoro e come muoversi in un mercato del lavoro diverso.
  Dati che sono stati confermati dalle 3 ricerche:  TESSE, ESOPO e ACCESSOR, che abbiamo fatto in ambito europeo con il contributo dell'Unione Europea, dai quali si evince  che  il lavoratore migrante in  un altro paese ha molta difficoltà a conoscere le dinamiche del mercato del lavoro e le stesse modalità di ricerca del lavoro.
Motivo per cui già da tempo abbiamo sollecitato le nostre sedi in Italia e i nostri patronati all'estero a rendersi parte attiva in termini di informazione e accompagnamento di questi giovani, predisponendo del  materiale in modo tale che se riusciamo ad intercettare le persone prima che partano siamo in grado di dare loro informazioni utili a riguardo.
Agli uffici di patronato all'estero, poi, abbiamo chiesto di esercitare un'attività di accoglienza.

Ora, se il progetto di Italia lavoro incrocia queste stesse esigenze - essendo tra l'altro per loro abbastanza agevole  relazionarsi con le imprese - a quel punto i Patronati potrebbero essere davvero agenti nel rapporto con le persone che decidono un progetto di mobilità. Per cui, sarei molto interessata a capire se ci sono spazi di possibile collaborazione in questo senso.

Presidente, come interpreta l'avance del Sottosegretario agli Affari Esteri nei confronti della Convenzione MAE/Patronati, sulla quale, però, non ha nascosto l'esistenza di posizioni contrapposte ?

  "Spero sia un'apertura, e quindi di poterla coltivare. Tuttavia, ci sono stati tanti di quei se e ma 'se la politica si metterà d'accordo, se il rapporto tra Camera e Senato funzionerà',  che non so quanta determinazione ci sia in merito" afferma Piccinini. " E, d'altra parte penso che questa convenzione sia assolutamente necessaria; che non sia sufficiente pensare che  ' tanto  i patronati il loro contributo già lo danno, per sentirsi loro tranquilli, , perché se i patronati decidessero che poi alla fine non siamo tenuti a fare tutto quello che facciamo, allora qualcuno dovrà cominciare ad arrangiarsi e forse avrebbero qualche ripercussione.

  In terzo luogo - prosegue -  non sono convinta che la soluzione possa essere quella degli "agenti consolari" rilanciata dal Sottosegretario. Parliamo di un rapporto con singole persone, anche se del  patronato, ma non basta. Parliamo, poi,  di titoli pressochè onorifici o di volontariato. Infine,  parliamo di un rischio in termini di discrezionalità da parte dei soggetti a cui viene elargito questo titolo.  I patronati - avverte Piccinini -  non si possono muovere su un principio di elargizione volontaria, su principi di discrezionalità  del decisore pubblico. Se ci sono ruoli definiti che siano definiti per tutti ed ai quali ognuno di noi si deve attenere attraverso regole.
  Pertanto,  mi fa piacere che i nostri colleghi rappresentanti delle associazioni che operano all'estero come INCA siano agenti consolari, perché - fa presente, ne abbiamo parecchi che lo sono.
Mi fa piacere, inoltre, che si abbia questo riconoscimento e che stiano facendo tutto quanto sta nella loro possibilità per aiutare i connazionali. Ma  quando ragioniamo della Convenzione con i patronati,  parliamo certamente d'altro !.
Parliamo di rapporti puliti, trasparenti, alla luce del sole. Le organizzazioni da un lato e le istituzioni dall'altro. Associazioni che  operano alla luce del sole - tiene a precisare la Presidente del Patronato INCA - e che vogliono avere il riconoscimento delle loro funzioni". 

Tornando al taglio ed alle decisioni in Parlamento: avete avuto  rassicurazioni dalla Commissione Lavoro ….!.

"Sappiamo che stanno facendo di tutto, insistendo  per l'abrogazione o al più per una riduzione significativa del taglio al  fondo e noi continuiamo a pensare che debba essere appunto abrogato quel taglio. Speriamo che riescano a convincere anche il Governo quando redigerà il maxiemendamento. E siccome sappiamo che poi soggiacerà al voto di fiducia, speriamo che l'iniziativa dei parlamentari, oltre alle pressioni quotidiane e costanti che ci sono sul territorio come presidi, incontri, contatti con tutti i parlamentari del territorio,  possano convincere chi nel Governo dovrà lavorare al maxiemendamento perchè  agisca di conseguenza e cancelli il  taglio."

Quanto al pagamento dei servizi, manterrete il vostro impegno ad una tutela gratuita  ?

"E' in decreto e se non c'è un taglio ulteriore è nostro impegno cercare di mantenere la situazione attuale continuando a fare noi tanti sacrifici anche sul piano personale per non intervenire su una tutela a pagamento, che è  proprio fuori dalla dimensione della CGIL nell'interpretazione del rapporto tra rappresentanza e tutela.
Certo, se i tagli dovessero rimanere non sappiamo ancora oggi in quale situazione riusciremmo a trovarci perché mi rifiuto di tracciare delle linee di bilancio fino a che la legge di stabilità non sarà completata e non avremo dato battaglia  fino all'ultimo giorno per fare rientrare questi tagli. Quindi, in questo momento non sono in grado di definire in quale condizione potremmo trovarci se i tagli rimanessero perché sarebbe davvero drammatica".

Mi sta dicendo che la CGIL non applicherebbe le tariffe  ?

  "Dobbiamo ancora verificare con tutte le nostre strutture e con la segreteria della CGIL in quale situazione ci verremmo a trovare. Qua rischiamo davvero di licenziare tante persone e chiudere i servizi. Si tratta di un'alternativa molto dolorosa, per cui dovremo fare una riflessione conseguente che presuppone anche il sapere quali spazi possono dare realmente in quel contesto i decreti. Cosa  che non è ancora chiara ! Però noi rischiamo di ritrovarci a fine anno con un taglio perpetrato, con la difficoltà di avere un' operatività nella situazione attuale, gli stipendi bisogna pagarli, anche facendo dei sacrifici, e contemporaneamente i decreti che sono immediatamente operativi  ma non sappiamo come realmente applicarli perché la prospettiva di rischio è davvero molto alta" stigmatizza la Presidente del Patronato INCA.

Infine, oltre alla campagna tramite i social network quali altre iniziative di protesta state conducendo....

  "Noi abbiamo dato indicazione di fare iniziative insieme agli altri patronati -  presidi territoriali, incontri con i parlamentari - tutte concordate e condivise con il nazionale, il che significa un'azione comune che si sviluppa sul territorio.

  In questo fine settimana abbiamo anche dato indicazioni sulle iniziative, come INCA e come CGIL nel suo complesso, insieme anche agli uffici del CAF,  che non dimentichiamo, sono soggetti anche loro ad un taglio dolorosissimo, cosicchè  è tutta l'attività di tutela che viene messa sotto attacco.  Un fine settimana che abbiamo definito "sciopero a rovescio",  uffici aperti e nelle strade con tutto l'apparato della CGIL,  i rappresentanti delle categorie, i volontari, gli attivisti dello SPI per parlare tutti dell''attacco al diritto alla tutela. Attacco alle persone non solo al sindacato e al patronato.

Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Camera Boldrini, così come l'anno scorso  lo avevamo chiesto ed
ottenuto con il presidente Grasso, in modo tale che possiamo rappresentare direttamente a lei  non solo le ragioni della protesta ma anche tutte le adesioni che stiamo ricevendo attraverso la campagna unitaria dei selfie che stanno arrivando numerosissimi. In buona sostanza rappresenteremo anche quest'anno come con noi ci sia davvero una larghissima fetta di popolazione che è quella che ogni volta che si parla di tagli è allarmata per se stessa e per il proprio diritto alla tutela.

Nel frattempo, prosegue la mobilitazione dell'INCA e dei patronati del CEPA contro i tagli al fondo patronati, per chiedere al Parlamento il ritiro dei tagli perchè andrebbero a penalizzare non solo i patronati in quanto organizzazioni che operano sul territorio ma soprattutto i cittadini nel loro diritto alla tutela.
Ci appelliamo quindi ai parlamentari che dovranno votare la legge di stabilità perché in queste giornate in Commissione e nel voto in Plenaria riescano ad eliminare gli ulteriori tagli che stanno penalizzando la capacità di organizzazione degli stessi Patronati" conclude con questo appello la Presidente del Patronato INCA Morena Piccinini".(07/12/2015-m.f.-ITL/ITNET)

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