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SICUREZZA SOCIALE - 20 ANNI UIM - CONTE(DIRETT.CONVENZ.INTERNAZ.INPS):"OGGI PIU' REALISTICO PARLARE DI MOBILITA' . LE PERSONE VANNNO E VENGONO"

(2015-11-10)

  "L'Istituzione di una Direzione Centrale Convenzioni Internazionali e Comunitarie nel 2014 è il segno che l'INPS ha voluto dare nell'ambito della sua ristrutturazione sul fenomeno delle pensioni erogate all'estero e quindi in generale dei fenomeni  migratori  e dell'impatto che si genera nella comunità."  Lo ha fatto presente il Direttore Centrale delle Convenzioni Internazionali dell'INPS Giuseppe Conte intervenendo al Ventennale della Unione Italiani nel Mondo, l'associazione di matrice sindacale che ha festeggiato con una iniziativa di riflessione sul futuro della tutela dei diritti dei cittadini italiani all'estero.

Conte ha stigmatizzato il cambiamento avvenuto nelle modalità del progetto migratorio, per cui "dobbiamo superare il concetto di migrazione e parlare di mobilità, perché probabilmente in futuro la migrazione così come la abbiamo tradizionalmente concepita, di persone che si trasferiscono in un altro continente e permangono lì più o meno definitivamente con la famiglia sarà sempre meno verisimile. Andiamo sempre più verso un mondo in cui le persone si muovono velocemente, vanno e vengono, ritornano in patria e così via. Questo ci impone anche la necessità di iniziare come Istituto ad attrezzarci meglio e quindi abbiamo iniziato a studiare il fenomeno, da cui è nato  il primo rapporto INPS sulle pensioni all'estero.

Per noi - ha sottolineato il Direttore delle pensioni in convenzione internazionale - è stato un passaggio importante perché abbiamo per la prima volta analizzato sistematicamente il fenomeno. Attualmente come INPS paghiamo circa  400.000 pensioni all'estero, per un importo che supera il miliardo di euro e  vengono pagate in 154 paesi. C'è quindi una grande frammentazione, l'esigenza di coprire continenti diversi e  problematiche diverse paese per paese.

Tuttavia, il fenomeno è in calo rispetto al 2011, quando abbiamo avuto il picco ed un successivo calo. Pensiamo che questo calo sia dovuto a tre fattori:  l'entrata in vigore della riforma Monti-Fornero che ha ristretto i requisiti di accesso alla pensione e questo ha avuto un impatto anche nella totalizzazione
. Poi come secondo fattore c'è stata una azione molto più incisiva nel controllo dell'esistenza in vita. Attualmente in tre anni abbiamo sospeso 24.000 pensioni.
Il terzo fattore è che ormai si è esaurita la fase storica di emigrazione e quindi l'età media dei pensionati tradizionalmente emigrati in America specialmente sta crescendo molto, senza che venga sostituita da nuova emigrazione.

Quanto ai fenomeni di ripartenza all'estero dei nostri giovani sono recenti e non producono effetti pensionistici.

  Il fenomeno però non è in fase di superamento perché l'emigrazione italiana è ripartita e per la prima volta nel 2014 il saldo è stato positivo.

  Intanto in Italia abbiamo una forte immigrazione, quindi tra alcuni anni avremo pensionati all'estero che non saranno di cittadinanza italiana ma avranno gli stessi diritti dei cittadini italiani e ciò comporterà l'erogazione di altre pensioni in altri paesi come in Asia ed in Africa dove tradizionalmente l'INPS pagava pochissime pensioni.

I nostri pensionati all'estero sono essenzialmente stabiliti in Europa, quasi la metà, In Nord America c'è il 27% delle pensioni che paghiamo, poi l'Australia che ha superato il Sud America. E proprio qui si verifica una forte diminuzione dei pensionati la cui età media supera gli 85 anni.

Infine,  c'è il fenomeno dei pensionati italiani che lasciano l'Italia, sia italiani che stranieri, che dopo la pensione decidono di emigrare. È un fenomeno ancora contenuto nei numeri, circa 35.000 persone negli ultimi 12 anni, ma è un fenomeno in forte crescita. I motivi sono il costo della vita, il regime fiscale, ricongiungimenti familiari.
I paesi preferiti sono i paesi del centro Europa, probabilmente per i ricongiungimenti familiari; poi la  Spagna con più di 1000 trasferimenti negli ultimi 5 anni, la Romania e l'Est Europa. " Ha concluso il Direttore Centrale delle Convenzioni internazionali e comunitarie Giuseppe Conte (10/11/2015-ITL/ITNET)

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