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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEEKEND ITALIA - RESTITUITA ALLA CITTA' DI MONZA LA PREZIOSA CAPPELLA DI TEODOLINDA

(2015-10-17)

  Lo spirito di mecenatismo della Fondazione Gaiani e il supporto di World Monuments Fund, la Marignoli Foundation, la Regione Lombardia e la Fondazione Cariplo, hanno fatto sì che nel 2008 si iniziasse il restauro della cappella di Teodolinda a Monza
Un restauro eccezionale sotto tutti i punti di vista. La collaborazione economica di questi enti privati stranieri, con enti italiani privati e pubblici ha permesso di mettere a disposizione di Anna Lucchini - responsabile del restauro - e della sua équipe la migliore tecnologia, a volte addirittura in prima mondiale, in fase di indagine, di intervento e di controllo. Ineccepibile è stato il contributo scientifico di tutte le Soprintendenze del MIBACT e dell'Opificio delle Pietre Dure nella tutela e nel coordinamento delle ricerche, tutti gli enti coinvolti nelle indagini diagnostiche, del direttore dei lavori e della sicurezza in cantiere, così come della parte informatica e tecnologica del restauro.

L'atto ufficiale di riconsegna della Cappella a monsignor Silvano Provasi, arciprete del Duomo e la simbolica consegna delle chiavi della cappella  all'arciprete del Duomo ha permesso alla cittadinanza ed ai turisti di  godere direttamente della bellezza della cappella per ammirare da vicino i risultati del restauro.

"A tutti coloro che hanno contribuito a restituire la cappella di Teodolinda, massima testimonianza del Gotico Internazionale, alla città di Monza, al territorio lombardo e al mondo dell'arte va un sentito ringraziamento." - afferma Mons. Silvano Provasi, Arciprete del Duomo di Monza - "Questi importanti risultati e successi confermano quanto sia possibile fare per l'arte e per il patrimonio culturale aprendo così un nuovo futuro per la cappella ."

"Il World Monuments Fund è lieto di aver sostenuto il lavoro eccezionale dei restauratori della Cappella di Teodolinda. Un mese dopo l'inaugurazione della fine dei lavori di restauro della Galleria dei Carracci a Palazzo Farnese a Roma, sono particolarmente felice di partecipare a quella di questo bel monumento lombardo. Si tratta di un'ulteriore testimonianza del sostegno del WMF, creato 50 anni fa a Venezia, alla salvezza dei capolavori del patrimonio italiano. Mi auguro che l'apertura al pubblico di questa Cappella permetta a numerosi appassionati d'arte di scoprirla nella sua bellezza ritrovata e susciti nuovi interventi di mecenatismo".

"Restituendo la Cappella di Teodolinda in tutto il suo splendore, incoroniamo Monza capitale culturale internazionale a tutti gli effetti. Un gioiello straordinario torna ad essere patrimonio dei cittadini monzesi e di tutti lombardi, oltre che luogo di attrazione per turisti da ogni angolo d'Italia e del mondo. Il nostro contributo di un milione di euro dimostra ancora una volta la concretezza e la vocazione di una Regione troppo spesso percepita solo come motore economico anziché come leader anche in campo culturale. Per questo motivo, dall'inizio di questa legislatura regionale, stiamo lavorando assiduamente per promuovere il patrimonio culturale e identitario dei nostri territori". Lo ha detto l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia Cristina Cappellini.

Le origini del Duomo di Monza sono intimamente legate alla figura di Teodolinda, principessa bavara di fede cattolica andata in sposa nel maggio del 589 ad Autari, re dei Longobardi, e dopo la sua morte nel settembre del 590, al duca di Torino, Agilulfo, chiamato a succedergli sul trono. Scelta Monza come sua residenza preferita, stando alle fonti Teodolinda vi avrebbe infatti eretto intorno al 595-600 un palazzo e una cappella in onore di san Giovanni Battista, trasformata poi nell’omonima basilica, inizialmente adibita anche a mausoleo reale: vi furono infatti sepolti re Agilulfo (nel 616), il figlio Adaloaldo (nel 626) e la stessa Teodolinda (nel 627), scomparsa dopo 28 anni di regno, trascorsi prima nel ruolo di regina e poi, dopo la morte del secondo marito, come reggente per il figlio minorenne.

Identificata da un’ininterrotta tradizione storiografica come la più affascinante ed eminente tra le regine dei Longobardi, Teodolinda ci appare come un esempio insuperato di sovrana saggia e pia, capace, nonostante la propria condizione femminile e la complessa situazione in cui si trovò a operare, di svolgere un ruolo di rilievo nelle vicende politiche e religiose della sua epoca, affiancando entrambi i mariti nel difficile tentativo, che giungerà a compimento solo un secolo dopo con Liutprando, di dare vita a un regno di portata nazionale, frutto del superamento delle divisioni religiose e della pacifica unione dell’etnia longobarda e di quella romana, nonché fondamento di quel Regnum Italiae che tanta parte
avrà nella storia dell’Europa medievale.

La cappella venne eretta, insieme alla gemella di destra dedicata alla Vergine, nell'ambito della rielaborazione della testata absidale che coinvolse la fabbrica trecentesca del duomo di Monza, alla fine del XIV secolo. Non è chiaro se pitture murali che la rivestono siano state commissionate dal duca Filippo Maria Visconti, del quale è raffigurato lo stemma con la scritta "FI MA", oppure costituiscano il riflesso di un orientamento locale favorevole ad una successione interna alla dinastia attraverso Bianca Maria Visconti, figlia naturale di Filippo Maria, andata in sposa nel 1441 a Francesco Sforza, la cui figura s'intravvede in filigrana dietro le vicende della regina longobarda. Come ha chiarito un decumento notarile rinvenuto alcuni anni fa, la decorazione fu realizzata dalla famiglia Zavattari tra il 1441 circa e il 1446. "Dominus" dell'impresa fu Franceschino Zavattari, figlio del mastro vetraio Cristoforo, coadiuvato dal figlio maggiore Gregorio e da un altro figlio Giovanni (un terzo figlio, Ambrogio, di cui è nota l'attività non è menzionato). Nel 2008 è iniziato un programma di restauro dei dipinti, affidato ad Anna Lucchini e coordinato dalla Fondazione Gaiani con il sostegno del World Monument Found, che si è concluso nel gennaio 2015.

L'ambiente, chiuso dalla cancellata progettata alla fine dell'Ottocento da Luca Beltrami, è coperto da una volta costolonata nelle cui vele sono dipinti gli Evangelisti. Si tratta del primo intervento decorativo della cappella, forse da riferire al momento della consacrazione dell'altare, dedicato a san Vincenzo, nel 1433. L'autore resta anonimo, e gli stessi Zavattari nell'iscrizione che firma il ciclo, ci tennero a dichiarare la loro estraneità da questa parte delle pitture. La serie delle Storie di Teodolinda si compone di 45 scene disposte su cinque registri sovrapposti che rivestono interamente le pareti. La decorazione, che avvolge anche gli stipiti, ed è introdotta dal grande arcone di valico verso il transetto nel quale giganteggia la figura di san Giovanni Battista, cui è dedicato il tempio, adorato dalla regina e dal marito Agilulfo. La fonte primaria è l'Historia Langobardorum di Paolo Diacono, integrata dalla cronaca dello storico monzese di età viscontea Bonincontro Morigia.

La cappella di Teodolinda è l'unica parte attualmente visibile di un vasto progetto di decorazione della testata absidale che coinvolgeva la cappella gemella di destra, l'abside maggiore e l'arcone trionfale della nave mediana (ora celato al di sopra della volta seicentesca). Di tale progetto fu probabilmente ideatore Franceschino Zavattari, testimoniato a Monza già nel 1420-21, legato alla potente famiglia locale dei Rabia, coadiuvato da figlio maggiore Gregorio, da un altro figlio, Giovanni, e da un aiuto esperto nella macinazione dei colori. La scena 32 è firmata collettivamente "de Zavatarijs" e datata 1444.

nche se in parte rappresentano fatti storici, le scene affrescate esprimono un ambiente ideale, con personaggi nei costumi di epoca viscontea contro un cielo d'oro.

Lo stile di queste pitture mostra un'adesione tarda ai modi Michelino da Besozzo, con linee eleganti e colori tenui. Grande attenzione è posta ai dettagli, mentre le figure sembrano attonite e senza peso,

Il frontale dell'arco d'ingresso alla cappella e la volta sono dipinti con figure di santi ed evangelisti da un ignoto pittore del XV secolo. Al centro della cappella un altare custodisce lo scrigno della Corona Ferrea, il diadema con il quale furono incoronati re longobardi, re d'Italia ed imperatori del Sacro Romano Impero.

Dietro l'altare e contro la parete di fondo si trova il sarcofago nel quale, nel 1308, il corpo della regina Teodolinda fu traslato dalla prima sepoltura nella originaria Basilica longobarda.(17/10/2015-ITL/ITNET)

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