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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - FESTA UNITA' - DE SANTIS(COORD.CEPA):'QUALI NUOVI SERVIZI TRA PATRONATI E RETE MAECI': CONVENZIONE MAECI/PATRONATI RISPONDE AD UN INTERESSE GENERALE"

(2015-09-07)

  Intervenendo al Convegno promosso dal PD /Mondo alla Festa Nazionale de l'Unità a Milano (6 settembre)  (video:    ) dal "titolo "Senza perderci di vista. Una grande Italia oltre l'Italia"  il Coordinatore pro tempore dei Patronati del CEPA (ACLI, INAS CISL, INCA CGIL e ITAL UIL) e Presidente del Patronato ITAL UIL, Gilberto De Santis ha affrontato la questione relativa a  “QUALI NUOVI SERVIZI TRA PATRONATI E RETE MAECI”

"Tutti i cittadini, specie quelli più deboli, trovano quotidianamente nei patronati assistenza, capacità di ascolto e aiuto per rendere più fluido il rapporto con la burocrazia. I patronati svolgono da sempre un lavoro prezioso e di alta qualità che contribuisce anche al buon funzionamento degli enti pubblici, di quelli previdenziali e assistenziali fornendo spesso prestazioni che non sono in alcun modo retribuite" ha fatto presente il Presidente De Santis nella relazione lasciata agli atti della Conferenza, dopo aver  interloquito sul dibattito sviluppatosi nel corso dell'incontro.

"Recenti indagini demoscopiche di importanti istituti indipendenti - prosegue l'intervento, hanno, infatti, fotografato l’importanza ed il ruolo di questi istituti anche nel rapporto costi/benefici. 

I Patronati operano in Italia e nel mondo per assistere, tutelare, offrire consulenza e promuovere, gratuitamente, i diritti riguardanti la contribuzione da lavoro, la salute, la cittadinanza, l’assistenza sociale ed economica, la previdenza pubblica e complementare. ?
Ogni anno, milioni di persone si rivolgono con fiducia agli uffici di patronato presenti su tutto il territorio nazionale e all’estero, dove trovano la disponibilità, l’impegno e la competenza di operatrici e operatori qualificati.
I servizi dei patronati sono garantiti a tutti, non sono per pochi, o solo per alcuni.  È un servizio universale, gratuito, rivolto alla persona come singolo e come facente parte di tutti i nuclei sociali dalla famiglia all’ambiente di lavoro, rivolto alla comunità.
Al patronato possono rivolgersi: Cittadini italiani e stranieri, Disoccupati, Pensionati, Lavoratori del settore privato,
Lavoratori pubblici e Famiglie

La forza del patronato risiede in una presenza ultra cinquantennale e capillare di uffici, disposti su tutto il territorio nazionale e nel mondo. In particolare (allegato 1), nel mondo, si tratta di una rete composta da circa 500 sedi in trenta Stati, e queste sono solo quelle legalmente riconosciute e sulle quali il Ministero del lavoro e delle politiche sociali svolge sistematicamente verifiche e controlli. Poi, grazie all’impegno di tanti operatori volontari, oltre a queste strutture, sono attivi centinaia di altri recapiti, si è così vicini a tutti i connazionali anche a quelli che vivono in piccoli centri e che hanno ancor più bisogno di tutela ed assistenza.
Gli uffici di Patronato all’estero collaborano con tutte le Istituzioni e le autorità locali sia previdenziali che assistenziali, con la autorità diplomatiche e consolari, con le strutture italiane all’estero quali la Dante Alighieri, l’ICE, con le Università telematiche. Da evidenziare anche la tutela garantita, in sinergia con le strutture sindacali, a tutti i lavoratori delle scuole italiane all’estero impegnati nel campo della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Tutela globale quindi di cui a titolo esemplificativo si elencano alcune tipologie di pratiche:

Previdenza: • Pensioni da lavoro, • Pensioni di invalidità, • Verifica contributi, • Previdenza complementare, • Disoccupazione

Salute • Tutela contro gli infortuni e le malattie professionali, • Sicurezza sul posto di lavoro, • Consulenza medico-legale e legale.

Prestazioni assistenziali: • maternità e paternità, • Servizi e trattamenti per la famiglia, • Prestazioni socio-assistenziali e
• Assegno Sociale

Migrazione: Assistenza ai cittadini italiani residenti in altri paesi, Assistenza agli immigrati in Italia e nel mondo, Modelli RED EST, Certificazione di esistenza in vita, Certificazione Unica dei redditi, Mod OBISM e Predisposizione documentazione per pratiche consolari

Tutela ed assistenza offerti, grazie ai costanti investimenti nella tecnologia, nella formazione e nell’informatica, in modo adeguato e moderno. Anche in località all’estero dove la presenza di italiani è meno significativa rispetto ai Paesi di alta densità di emigrazione, grazie all’innovamento tecnologico si riescono a raggiungere i piccoli nuclei, addirittura i singoli e si riesce a garantire loro la doverosa tutela dei diritti oltre che una informazione corretta sull’evoluzione normativa, sociale, economica, previdenziale italiana nel tentativo di far loro mantenere un legame con il Paese di provenienza.

Un servizio quello dei Patronati che non conosce nazionalità o età anagrafica.

Solo nel corso del 2014 circa 500.000 le pratiche aperte presso le strutture di Patronato all’estero e oltre due milioni le richieste di informazione e di consulenza.

I patronati  rappresentano un punto di riferimento per la vecchia emigrazione che proprio per l’avanzata età media dei connazionali non può essere dimenticata, abbandonata e lasciata senza sostegno, per la nuova emigrazione composta dalle migliaia di giovani che si recano all’estero per motivi di studio e di lavoro anche per alcuni periodi ed in più Stati dando origine ad un fenomeno migratorio complesso ed articolato, per i pensionati italiani che decidono sempre più numerosi di trasferirsi all’estero dove le prestazioni di cui sono titolari consentono loro un tenore di vita migliore di quello della loro patria.

Certo devono far riflettere le diverse motivazioni della vecchia e della nuova emigrazione e anche il diverso sentimento verso la propria Patria. La prima generazione di emigrati fuggiva dal proprio Paese costretta dalle ristrettezze, con il proposito di integrarsi nella nuova destinazione, nonostante le enormi difficoltà dovute al basso livello culturale, alla mancanza di conoscenza linguistica, per aiutare chi rimaneva in Patria. Ma c’erano sempre la convinzione e la speranza che poi un giorno sarebbe riuscita a ritornare. Oggi questo senso di appartenenza e di legame al Paese di origine viene completamente a mancare. I nostri giovani sono istruiti, altamente scolarizzati, poliglotta ed espatriano per perfezionare la lingua, per ampliare lo spettro delle opportunità di studio, per trovare un lavoro consono alle loro specializzazioni. Dai giovani è anche molto apprezzata la possibilità di poter cambiare lavoro con una maggior facilità in vista di sempre nuove esperienze che arricchiscono il bagaglio di vita e di conoscenza. Molti giovani che hanno spirito di iniziativa ed imprenditoriale qui si sentono bloccati da una burocrazia che scoraggia ogni buona intenzione e trovano all’estero una maggior facilità ad iniziare un’attività in proprio anche partendo da piccole aziende. Purtroppo nella maggior parte dei casi questi nostri giovani nemmeno intravedono la necessità emotiva di rientrare in Patria. Non è facile individuare tutti i nuovi bisogni ed anche a questo servono le indagini conoscitive per avere un quadro reale delle vere e nuove necessità in modo da adeguare i servizi di tutela offerti. Intervistare questa nuova generazione di migranti è indispensabile, molto utile anche monitorare le esperienze di chi effettua un periodo all’estero grazie alla partecipazione ai progetti di servizio civile volontario, tramite tali esperienze infatti, si ha uno spaccato di come un giovane si deve cimentare in un nuovo ambiente sia a livello di vita quotidiana che di vita lavorativa.

Le indagini conoscitive sulle nuove esigenze e sul nuovo ruolo che devono assumere i patronati sono a questo finalizzate
Imprescindibile per i patronati, sempre al fine di adeguare il proprio ruolo e le proprie attività alle nuove esigenze dei migranti, è essere informati su tutte le iniziative intraprese dai deputati eletti nelle circoscrizioni estero e dare la nostra disponibilità e collaborazione alla riuscita delle stesse. La loro presenza sui territori transnazionali è garanzia di obiettivo e concreto monitoraggio delle problematiche dei connazionali, solo il loro lavoro di sensori vicini e con la gente può garantirne la tutela e la rappresentanza nei confronti delle autorità estere ed italiane. Sanno essere portavoce qualificati e motivati delle necessità sia della vecchia che della nuova emigrazione anche perché hanno vissuto le stesse esperienze e le stesse problematiche.

I patronati sono sempre in prima linea tutte le volte che i servizi dello Stato o le rappresentanze degli italiani all’estero vengono ridotti.
Si pensi alla riduzione oltre che della rete consolare anche dei COMITES e dei membri del CGIE.  L’ultima legge sui Comites tuttora vigente, è la nr. 286 del 2003 e quindi antecedente le penultime elezioni per il rinnovo di questi organismi che avvenne nel 2004. Una legislatura che, peraltro, di rinvio in rinvio delle elezioni, è durata incredibilmente ben undici anni invece dei cinque previsti e cioè sino allo scorso 17 aprile quando questi organismi vennero finalmente rinnovati. Già nel 2004 taluni avevano prospettato come illegittima l’elezione e la presenza in alcuni Comites di rappresentanti dei patronati. Il parere legale del MAE fu che la legge 286 del 2003 demandava esclusivamente agli stessi Comites la competenza di deliberare in merito all’ineleggibilità di un suo membro, nessun membro eletto nei Comites, che fosse un operatore di patronato, venne dichiarato ineleggibile.

La stessa polemica è sorta dopo il recente rinnovo dei Comites del 17 aprile u.s. ed ancora una volta il servizio giuridico del MAECI ha ricalcato lo stesso parere del 2004. Tra l’altro è determinante sottolineare che all’estero i patronati del CEPA operano attraverso associazioni locali con le quali hanno stipulato delle convenzioni di collaborazione. Per cui questi “rappresentanti” dei patronati eletti nei Comites, in effetti, sono dipendenti di associazioni locali. 

Pertanto, se non si dovesse tener conto di questo importante aspetto, per analogia, dovrebbe essere messa in discussione anche la presenza nei Comites di quei membri che sono rappresentanti e/o insegnanti di Enti gestori locali, che pure ricevono importanti finanziamenti da parte dello Stato italiano per gestire i corsi di lingua e cultura italiana all’estero anche attraverso una forma di “franchising”. Infatti se i rappresentanti e gli operatori delle associazioni locali che svolgono attività di patronato fossero equiparati ai dipendenti dei patronati nazionali per ritenerli ineleggibili, anche i rappresentanti e gli insegnanti degli Enti gestori locali dovrebbero essere equiparati agli insegnanti di ruolo dello Stato italiano che, come noto, sono chiaramente definiti ineleggibili dalla legge 286/2003.

Ma - aggiunge il CEPA - Tutto andrebbe solo a discapito dei servizi di tutela e di assistenza per gli italiani all’estero, che vedrebbero ulteriormente diminuire le loro rappresentanze qualificate."

Dunque è "Indispensabile definire la convenzione con il Ministero degli Affari Esteri, attraverso la quale definire gli ambiti di collaborazione nei quali, senza mai intervenire sulle funzioni proprie della Pubblica Amministrazione, ovunque essa operi, i Patronati possano essere di aiuto, di collaborazione e cooperazione in modo tale da permettere ai nostri connazionali di avere certezza del diritto nell’esercizio delle loro prerogative e dei loro diritti.

Definire la convenzione tra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e Patronati vuol dire tener conto dei servizi da offrire alle nuove mobilità. Questa convenzione è delineata da tempo nelle linee essenziali ma non ancora sottoscritta dalle parti.

L’esigenza di una conferma della presenza dei patronati all’estero e del rilancio della loro azione ha un’obiettiva rispondenza in due fatti incontrovertibili: la necessità di soddisfare la domanda di servizi da parte dei nostri connazionali che non trova più una risposta adeguata nella rete consolare a seguito della chiusura di decine di consolati e della rarefazione del personale ad esso addetto; l’intensa ripresa dei flussi di espatrio, dovuta alla crisi occupazionale di questi anni ma anche alla ricerca di esperienze professionali di più ampio raggio, che pone un problema di servizi mirati e innovativi rispetto al passato.

La firma e la messa a regime della Convenzione tra Maeci e Patronati, dunque, risponderebbero non a un disegno corporativo, ma a un interesse generale dei nostri connazionali e alla necessità che la nostra amministrazione all’estero riesca a far tesoro della professionalità e della capillarità della rete dei patronati per svolgere in modo più adeguato la sua stessa funzione. Per questo, è urgente riprendere il confronto tra Maeci e patronati per arrivare prima possibile alla firma della convenzione. D’altro canto la legge di stabilità per il 2015, sia pure in un quadro di riduzione dei finanziamenti, ha rafforzato il ruolo dei patronati all’estero, prevedendo tra i criteri di legittimità quello di una soglia minima e significativa di presenza all’estero. Vi sono, dunque, le condizioni non solo per non arretrare dai livelli di servizio raggiunti, ma di dare ad esso un maggiore respiro, allargando la visuale dalla materia previdenziale a quella sanitaria, delle politiche abitative, dello studio e della mobilità in genere.

In questa prospettiva il CE.PA ha aderito molto volentieri e pienamente convinto alla    richiesta di organizzare presso la Camera e con la presenza dei rappresentanti dell’Inps, del CGIE, del ministero degli Esteri e di quello del Lavoro, un convegno internazionale su queste tematiche, con particolare riferimento alle problematiche legate allo sviluppo delle nuove mobilità.
Non è da dimenticare che l’accordo tra patronati e Maeci era già previsto dalla legge di riforma dei patronati del 2001, ma non ancora definito. In pratica non si è dato seguito a quanto previsto nell’articolo 11. A più riprese i Patronati del CEPA si sono resi disponibili alla stipula dell’accordo come si evince anche dai contenuti del documento a suo tempo elaborato che si allega a questa relazione. (VEDI:

In conclusione si può dire che i patronati rappresentano l’evoluzione della funzione sindacale rispetto ai nuovi bisogni dei cittadini. Sarà di grande aiuto, per il lavoro che da subito ci accingiamo a porre in essere, il dibattito odierno e saranno di certo input qualificati e spunti di riflessione le testimonianze di chi come Piero Bassetti, Silvia Bartolini, Rodolfo Ricci, Alessandro Masi, Angelo Petruolo, Piero Corsini, Donato di Santo, Enzo Amendola, ciascuno in base alle proprie competenze, condivide una comune mission di garanzie e tutele per “La grande Italia oltre l’Italia”. (07/09/2015-ITL/ITNET)
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