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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - FERRARI (INCA CGIL SPAGNA):"SI METTE IN DUBBIO NOSTRO LAVORO E ONESTA' MA CHI SI ERGE A PALADINO AMMIN. PUBBLICA STA INDIRETTAMENTE GETTANDO FANGO SULLA STESSA"

(2015-07-15)

  "In qualità di coordinatore dell'ufficio di Barcellona del Patronato INCA CGIL lamento profondamente le informazioni apparse su alcuni mezzi d'informazione in cui si mette in dubbio il nostro lavoro a favore delle comunità all'estero e, nemmeno tanto velatamente, la nostra onestà".  E' con amarezza che il Presidente dell'INCA Spagna, Armando Ferrari commenta in una nota gli articoli apparsi nei giorni scorsi su alcuni media cartacei e on line che hanno cominciato per tempo la "campagna autunno-inverno" nei confronti dei Patronati italiani, soprattutto di quelli all'estero.  Ed è proprio dall'estero, che arrivano le risposte più risentite.

"Chi come me lavora in un ufficio dell'INCA all'estero ha vissuto in prima persona i tagli alla spesa pubblica che si sono materializzati in uno scadimento dei servizi consolari" stigmatizza Ferrari, spiegando  " In alcuni paesi arrivando a chiudere uffici consolari, in altri (come la realtà che mi riguarda) con una struttura congelata all'epoca in cui la comunità italiana era di poco superiore alle 20.000 anime e che adesso le ha più che triplicate".

"Mi fa sorridere - afferma poi  Ferrari -  l'affermazione che esisterebbe un travaso di risorse dall'amministrazione pubblica a enti privati. La realtà è che i nostri uffici all'estero hanno dovuto sopportare l'onda d'urto della diminuzione dei servizi consolari o dell'aumento del numero di residenti con risorse incluso minori di quelle che avevamo in passato. Ma è  molto indicativo che negli stessi articoli - in cui ci si accusa di appropriarci del lavoro altrui -  si informi anche del fatto che le risorse destinate ai patronati sono state ripetutamente ridotte (e non ci si rende conto del paradosso)."

  "Questa riduzione di risorse che viene giustificata con la situazione economica che si trascina ormai da anni - prosegue Ferrari - è la stessa che ha portato un maggior numero di cittadini a ricorrere ai nostri servizi e chiedere il nostro aiuto per lo svolgimento delle loro pratiche.
La crisi economica ha aumentato la precarietà (in molti casi il livello di povertà) delle nostre comunità all'estero".

Ma chi scrive su di noi - dice Ferrari -  dimostra non sapere (o se lo sa è in malafede) che il nostro lavoro non consiste solo in pratiche di pensione. Assistiamo anche persone giovani per le loro pratiche di disoccupazione o di maternità per le quali poter totalizzare anche solo un anno di contributi italiani insieme a quelli locali può rappresentare una sensibile differenza nella prestazione locale che riceveranno e quindi un piccolo sollievo per la loro situazione.  Dunque, questa e non altra è la causa dell'incremento delle nostre pratiche. Cominciando, per esempio, dal rilascio del CUD (adesso Certificazione Unica).
L'INPS - spiega Ferrari - ha risparmiato moltissimo evitando l'invio per posta, ma su di noi è ricaduto l'onere di stampare il CUD per il pensionato e magari di doverglielo inviare perché vive a centinaia di kilometri da noi e non ha computer né posta elettronica. Molte pratiche in più che non rappresentano maggiori entrate economiche per gli uffici di Patronato perchè il fondo patronati è sempre quello (anzi inferiore) e il sistema a punti per pratica serve solo a decidere come distribuirlo. Se tutti gli uffici raddoppiamo il nostro punteggio in un anno continueremo a ricevere le stesse risorse dell'anno precedente (anzi meno perchè le avranno tagliate)."

Infine, fa presente il Presidente del Patronato INCA Spagna "Ritengo offensive le allusioni a "pensionati fantasma". E aggiunge "Se qualche ufficio di patronato (sicuramente non nostro) riesce a far ottenere la pensione a un fantasma ha tutti i miei complimenti, considerando che noi patronati non riconosciamo una pensione nè la paghiamo. Semplicemente inoltriamo la domanda.
Chi denuncia l'esistenza di pensioni fantasma allora, forse senza rendersene conto, sta accusando la stessa INPS ed i suoi funzionari, di riconoscere una prestazione illegale, perché sono loro che possono farlo. Noi no. A noi non è stata riconosciuta nemmeno la facoltà di certificare l'esistenza in vita".
Per cui,  "Se per pensionati fantasma si intendono  pensioni che si continuano a pagare a famiglie di italiani deceduti, allora si sta suggerendo che sono i consolati ed i loro funzionari a dichiarare il falso, perché all'estero sono loro a certificarlo" sottolinea il responsabile dell'INCA Spagna.
Alla fine dei conti pertanto  - conclude Ferrari - risulta che chi si erge a paladino dell'amministrazione pubblica in realtà sta, indirettamente, gettando fango sulla stessa". (15/07/2015 - ITL/ITNET)

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