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SINDACATI PENSIONATI ITALIANI NEL MONDO – FORMAZIONE INFORMATICA A KM 0 PER I PENSIONATI DELLA UIL CON I CORSI DELLA PEGASO: VALORIZZANDO IL LORO RUOLO SOCIALE ED ECONOMICO.

(2015-07-03)

La presentazione di un’indagine demoscopica sul “ruolo degli anziani in Italia”, realizzata dalla Società Eumetra, di Renato Mannheimer ed una convenzione quadro con l’università telematica Pegaso: questo il contesto di un incontro a Roma con i vertici della UIL, il Segretario Generale del sindacato Camerlo Barbagallo, il Segretario Generale del sindacato dei Pensionati Romano Bellissima, il Presidente del Patronato ITAL  UIL  Gilberto De Santis ed i vertici dell’Università Pegaso, il Rettore Prof. Alessandro Bianchi, ed il direttore Generale Elio Patriota.

Un ruolo quanto mai importante, quello degli anziani in Italia:  “per  il 72% afferma che se non ci fossero stati gli anziani in questo periodo di crisi eravamo già belli che andati” spiega Mannheimer rilevando la funzione di “ammortizzatore sociale” degli anziani, sia in termini di assistenza familiare, laddove l'anziano ricopre un ruolo, che sul fronte economico. Tuttavia, dall’indagine – emerge anche  la difficoltà degli anziani a vivere e la percezione che in molti hanno degli anziani di difficoltà economiche. Una percezione – vero o non vero – condivisa  da tutti, anche se una quota minore di popolazione riconosce che ci sono anche pensionati fortunati.

In particolare ad avere una percezione pessimistica sono soprattutto le persone sopra i 65 anni. Un pessimismo che li coinvolge anche di fronte all’allungamento della speranza di vita, al contrario dei giovani per i quali si tratta di un fattore positivo. Dunque, l'immagine generale  è quella di un settore sociale che è in difficoltà e tra gli anziani è molto diffuso il pessimismo, “come se ci fosse una specie di sfiducia” ha affermato il ricercatore. Dal punto di vista sociale, comunque, tutti sono positivi  perché gli anziani rappresentano un aiuto per le famiglie (24%) sono portatori di  valori ed esperienze trasmissibili.

Quanto alla contrapposizione sul fronte economico occupazionale:  il 50% dice che non c'è contrapposizione tra gli investimenti per gli anziani e gli investimenti per i giovani, e i servizi per gli anziani sono occasione di posti di lavoro per i giovani. Ma se vi fosse contrapposizione allora “è fondamentale assicurare agli anziani condizioni di vita dignitosa, solo così possono mantenere un ruolo attivo nella società”. Una risposta che vede in prima linea i giovani, solo il 10% dice che bisogna meglio utilizzare i giovani.
Le richieste che maggiormente provengono dalle persone oltre i 65 anni:  rivalutare le pensioni aumentandone l'importo,  aumentare le prestazioni socio sanitarie, rendere le città più vivibili, e secondo taluni: facilitare l'accesso delle nuove tecnologie. 

Dall’indagine viene dunque la prova scientifica di elementi di cui il sindacato dei pensionati ha piena consapevolezza, ha preso atto il Segretario Generale della UIL Pensionati Romano Bellissima. Tuttavia non basta la consapevolezza. Il problema è cosa pensa l'opinione pubblica, ma quanti sanno che c'è una norma che adegua automaticamente l'uscita dal lavoro in base all'allungamento del tempo di vita. ? Diceva Mannheimer  che recentemente è aumentata di altri due anni la speranza di vita ma automaticamente aumenta di qualche mese l'uscita dal lavoro. Tutto è stato fatto e calcolato  e pochi si pongono il problema. Tuttavia, le pensioni non gravano sulle spalle dello Stato, ma sulle spalle dei lavoratori che versano i contributi, e delle imprese che devono pagare i contributi ai lavoratori. Quindi, semmai il problema è il costo sociale perché soprattutto se i giovani continuano a non trovano lavoro, a fine percorso aumenteranno notevolmente gli assegni sociali, le cosiddette pensioni sociali. Non pensioni ma assegni sociali pagati dalla fiscalità generale che pesano sulle tasse e sulla spesa dello Stato. Dunque, un'altra cosa, non pensioni.
Quanto al pessimismo degli anziani: è ovvio - afferma Bellissima  - perché la società non offre certezze.  Chi oggi  può programmare il proprio futuro in Italia ? Lo può fare lo svizzero, il tedesco,  il francese, ma non l'italiano perché non sa se e quando andrà in pensione, a che età uscirà e quanto prenderà di pensione, visto e considerato cme si modificano i tempi di lavoro e la quantità di pensione che si può percepire. Questo rende incerto il pensionato e fa venire meno la fiducia. E la fiducia è elemento fondamentale perché serve anche per superare le crisi. Quando non c'è fiducia difficilmente si esce dalle crisi. Credo che la ricerca sia stato un lavoro molto utile sulla quale cercheremo di ragionarci in un convegno assieme ai politici ed alle persone che di questo possono trattare.”

Piena disponibilità da parte dell’Università telematica Pegaso  su una questione che è diventata cruciale – affermata dal Direttore Generale Elio Pariota che ha ricordato, tra l’altro, la collaborazione esistente da tempo con la UIL.  Che l'anziano sia una risorsa e non un peso è scontato. Se pensiamo che la vita media si è allungata, marcatamente nei Paesi sviluppati grazie al miglioramento della vita, delle condizioni sanitarie, igieniche, alimentari, dei livelli di istruzione, diventa un fenomeno ineludibile, l’incremento dell’invecchiamento della popolazione.

In quest’ambito il riconoscimento, da parte del 3% degli intervistati, del fatto che probabilmente uno dei perni sul quale l'anziano dovrebbe far leva per riattivare il suo ruolo nella società è quello dell'utilizzo delle nuove tecnologie. Ebbene – ha sottolineato Pariota - Oggi io non credo che i sessantenni siano avulsi da questo processo, ma forse il settantenne si, non me ne si voglia. Probabilmente molti si sentono anche inadatti a presenziare sui social. Si pensa che quel mondo al quale si era abituati 30 anni fa oggi sia sparito per sempre, ma si fa fatica a ricollocarsi in una prospettiva completamente diversa.  Allora il ruolo delle istituzioni, delle politiche economiche, più strettamente per quanto ci riguarda, delle università,  è far uscire dalle torri d'avorio e dare una aspettativa concreta a questo cambio di prospettiva dell'anziano. Noi lo abbiamo ideato e mi fa piacere che lo abbiamo ideato con una forza sociale importante come il sindacato della UIL che ha colto lo sviluppo tecnologico come fonte di emersione da quella condizione quasi di inerzia in cui oggi è relegato l'anziano.” Ha concluso il Direttore generale dell’Università telematica ricordando i milioni di italiani all’estero nei confronti dei quali offre il proprio apporto attraverso il Patronato ITAL UIL.

Ma, a proposito di anziani, una sottolineatura è arrivata dal Rettore dell’Ateneo prof.Alessandro Bianchi “ho sempre disagio quando sento parlare di giovani e anziani, perché non ho capito bene quando uno dice giovani e anziani cosa intenda. Ho l'impressione che sia una indicazione quanto mai limitata, perché definire una persona giovane solo perché ha vent'anni e definirla anziana perché ne ha 70. Ci sono mille altre cose:  il ruolo sociale, la capacità di essere presente nelle cose che fa. D'altronde, è piena questa nostra società di persone giovani che non danno nessun contributo e di persone anziane che danno grandi contributi, e viceversa. Quindi sarei un po' per rivisitare dal punto di vista sociale questa categoria” ha affermato il “Magnifico Rettore” prima di illustrare le peculiarità dell’Ateneo: un’università on line che eroga formazione a distanza, anche se  non esclusivamente a distanza.  In questo momento l'offerta,  consiste in nove corsi di laurea (giurisprudenza, economia, ingegneria ambientale, scienze del turismo) che vengono frequentati da circa 13.000 studenti.  Un gran numero di corsi post universitari o collaterali e  circa 150 master e corsi di laurea.”

“.....Soltanto il 3% dice che è importante fare in modo che gli anziani recuperino il divario sociale ma è una cosa che ritengo sbagliata,  profondamente erronea, perché il problema che hanno gli anziani rispetto al territorio, rispetto ai bisogni, è quello proprio di essere in grado di far valere i propri diritti attraverso la capacità di rapportarsi a livello informatico con la pubblica amministrazione.” A spiegarlo il Presidente del Patronato ITAL UIL Gilberto De Santis, che stigmatizza come siano centinaia di migliaia le persone che ricorrono al Patronato per l’incapacità di rapportarsi all’INPS o ad altri soggetti istituzionali telepaticamente. “Vanno veramente in crisi. E si rivolgono a noi perché non sanno cosa fare. Quindi è fondamentale fare in modo che questa  capacità sia acquisita da tutti.. Che diventi un punto fondamentale e  concreto di azione della UIL pensionati e di tutti i servizi del Sindacato della UIL.
E’ molto importante andare avanti su questo percorso. Anche perché è un problema di solidarietà.. Occorre capire quali sono i bisogni degli anziani per fare formazione ad hoc mettendoli in grado di aiutare e di farsi aiutare. Ben venga, quindi, la capacità di non spostarsi solo fisicamente, ma di fare la formazione a km 0.”(03/07/2015-ITL/ITNET)

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