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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - 70.mo INCA - SEN.SACCONI(COMM.LAVORO-NCD):"DIFENDO FUNZIONE PATRONATO E LOGICA GRATUITA' SERVIZI. SI FASCICOLO ELETTRONICO. CON QUANTO CUMULATO. SI A PREVIDENZA COMPLEMENTARE"

(2015-05-21)

  Una posizione convinta quella del Sen. Maurizio Sacconi, esponente di NCD sul Patronato, nato all’indomani della fine della guerra in  “anni nei quali,  ancor più di oggi, la possibilità di accedere a diritti  - pure codificati - era così difficile” ha stigmatizzato il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, intervenendo alla Tavola Rotonda promossa dal Patronato INCA per i 70 anni di vita dell’Istituto di tutela della CGIL, accennando, tra l’altro alla sua propria “prima militanza nell’organizzazione sindacale di cui il Patronato stesso fa parte”. (VIDEO: http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=2006).

Sacconi, soffermandosi sulla genesi della propria convinzione sul ruolo del Patronato, per la quale – ha accennato -  si è battuto perché divenisse patrimonio anche della destra: “ho difeso e difendo la funzione del patronato, la cui logica della gratuità è la ragione del trasferimento di risorse dal bilancio dello Stato attraverso il relativo fondo” con ciò “ rifiutando l'idea che la sua funzione  sia conseguenza delle inefficienze delle pubbliche amministrazioni”. E pertanto, si è detto convinto assertore “della  tutela soggettiva che il patronato cerca di realizzare nella coincidenza tra interesse di parte  (soggettivo)  e interesse generale (collettivo),  a fronte dei margini di inefficienza e di rischio che sono inevitabilmente, e saranno sempre, immanenti nell'esercizio delle funzioni pubbliche”.  Motivo per cui, secondo il senatore Sacconi “la funzione del patronato non andrà mai  in esaurimento….sarebbe una scelta sbagliata anche dal punto di vista di quella cultura comunitaria alla quale non dobbiamo rinunciare”
Per l’esponente di NCD, d’altra parte, “è la solitudine  la primaria ragione di povertà, che non si misura solo con un sistema informatico  di conoscenza dei redditi,  ma sulla prossimità, garantita proprio da quelle forme  comunitarie a cui il patronato INCA appartiene e nelle quali a pieno titolo si inserisce” ha affermato Sacconi non condividendo le affermazioni del Presidente dell’INPS in proposito.

Da sfatare, poi, per il Presidente della Commissione Lavoro del Senato “il falso mito che il patronato sia in qualche modo una forma di finanziamento per il sindacato” anche se è “doveroso porre barriere contabili per la funzione del patronato nella misura in cui esso è alimentato dal bilancio dello Stato” Piuttosto, ad avviso del Senatore “quella del sindacato  non può non rimanere una dimensione privatissima, per la quale gli associati liberamente riuniti nel sindacato decideranno quale forma di pubblicità assumere”. Ma deve essere “una forma privatissima alimentata solo e soltanto dalle tessere di coloro che liberamente e responsabilmente vi aderiscono”. Io “non credo alla attrazione della legge nella funzione sindacale….delle organizzazioni sindacali, o di regolazione delle libere relazioni industriali” . Penso, piuttosto, che “tutto questo  sia un mondo che deve essere rimesso e lasciato all'autonomia delle formazioni sociali, all'autonomia con cui le persone si organizzano, si associano e si relazionano”.

Quanto alla  funzione, nello specifico, del Patronato: “non deve essere “un canale per la pubblicizzazione, attrazione della dimensione pubblica  delle libere formazioni sociali ma svolgere - come ha svolto - la funzione consolidata dalla riforma del regolamento”. In buona sostanza, “non vedo ragione di rimettere in discussione quell'assetto, ferme restando le esigenze di vigilanza che sono sempre doverose e che l'amministrazione deve svolgere”.

Dall'altra parte, però, Sacconi assegna all’INPS il compito della predisposizione del “fascicolo elettronico della vita attiva dei cittadini”, visto e considerato che “nell'INPS ormai individuiamo la tecnostruttura alla quale appendere le politiche pubbliche e rispetto alla quale le politiche pubbliche trovano l'informazione necessaria per orientare la propria attività”.  Fascicolo elettronico “citato anche nei criteri del jobs act” che deve riportare di ciascuna persona  “ la vita attiva a partire dalla fase educativa per comprendere quella formativa, e includere tutte le transizioni relative alle provvidenze, quando utilizzate, ed il conto corrente previdenziale”. Sacconi non condivide però l’obiettivo della “proiezione previdenziale”, essenziale per il Presidente dell’INPS per il futuro soprattutto per i giovani,  perchè  prevedere i 20 o 30 anni successivi “mi sembra una operazione molto azzardata di questi tempi” che ironizza “richiederebbe l'assunzione di un po' di zingare per cercare di simulare una prestazione previdenziale a 30 anni” Piuttosto per il Presidente della Commissione Lavoro è essenziale “la conoscenza di quanto accumulato, quella si come premessa per l’attiva responsabilità  affinchè vi siano le condizioni dell'inclusione nel mercato del lavoro e della possibilità di alimentare quel conto corrente, perché nessun contributo potrà essere perduto”.

Poi, in riferimento al modo di “agire  di questo o quel governo riguardo alla previdenza sarebbe come sparare sulla Croce Rossa” . Due i vizi fondamentali della Monti Fornero per Sacconi “uno di metodo, l’altro di non ascolto delle parti  e lì ci fu l'esercizio esasperato dell’ autismo, con le conseguenze del rifiuto ideologico di una transizione, che ci è già costato 12 miliardi di impegni. Solo per non aver ascoltato le ragioni della gradualità”.

Oggi due sono gli elementi essenziali da portare avanti per il Presidente della Commissione Lavoro “il fascicolo elettronico,  con la conoscenza non del futuro ma di quello che hai accumulato, e lo sviluppo del risparmio previdenziale.
Io sono convinto che si debba incoraggiare, oltre al massimo sostegno del primo pilastro, la cultura del risparmio previdenziale. Non c'è conflitto in questo ! Anzi, deve essere anche possibile, a certe regole e condizioni,  un rapporto tra il primo e il secondo pilastro perchè nei percorsi discontinui di lavoro il lavoratore deve avere la possibilità  di utilizzare accantonamenti del secondo pilastro.

Quindi, la proposta del Presidente Sacconi “Deve essere consentito al datore di lavoro di sostenere il primo pilastro del lavoratore anche oltre l'esaurimento del rapporto di lavoro. Pensiamo alle fasi in cui si consuma il rapporto di lavoro: si tratta di accompagnare il lavoratore a raggiungere le condizioni per ricevere la prestazione previdenziale. Dal punto di vista fiscale, dovrebbe essere considerato un versamento diretto, anche se erogato in esaurimento del rapporto di lavoro. Inoltre, lo stesso lavoratore dovrebbe avere la possibilità di recuperare in modo modulare il periodo di laurea, non soltanto secondo il modo ‘ora per allora’.  Sono flessibilità che possono consentire di rendere più sostenibile il modello contributivo, ovviamente il secondo criterio che “nessun contributo può essere perduto’, il che vuol dire che dobbiamo affrontare il tema della piena, compiuta totalizzazione, o comunque congiunzione, di tutti i versamenti, non possiamo non considerarlo un complemento obbligato della scelta contributiva”.

Quanto al tema “della flessibilità in uscita”. Per il Presidente della Commissione Lavoro del Senato” deve essere gestita con le necessarie penalizzazioni, ma ‘facciamo bene i compiti insieme’, perchè  per questi profili non  sarà mai eccessivo l'ascolto e una  puntuale verifica”. D’altra parte,  per Sacconi, “La  Corte Costituzionale ci ha detto che ‘i diritti acquisiti non sono assoluti, ma tendenzialmente vanno rispettati’.” Certo afferma “in quel tendenzialmente ci possono essere molte cose, ma soprattutto c'è provvisorietà, straordinarietà, proporzionalità, progressività e c'è il rifiuto della strutturalità.”

E sull’ipotesi del ricalcolo dal retributivo al contributivo, per Sacconi, scontato il fatto che “ci sono stati molti vizi nel nostro sistema previdenziale: dai baby pensionati all'integrazione al minimo degli autonomi, ad alcuni fondi speciali, alcuni dei quali ‘molto’ speciali, però da qui a pensare di ricalcolare le pensioni già erogate, francamente ce ne corre”.
La proposta “Si può ragionare, come si è già fatto di contributi di solidarietà, restando però dentro il sistema. Non si può dare quella sensazione odiosa che il pavimento non stia fermo, neanche per chi non ha la possibilità di essere chiamato a recuperare una prospettiva, dandosi da fare perchè quel tempo in qualche misura per lui è limitato fortemente”.  (21/05/2015-m.f.ITL/ITNET)

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