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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - 70.mo PATRONATO INCA - PICCININI(PRES. INCA CGIL):"CONSULENTI GLOBALI DEL CITTADINO. COMPLEMENTARI RINNOVAMENTO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

(2015-05-20)

"Una grande passione, un grande impegno ed abnegazione contrassegna le oltre 5000 persone, tra dipendenti, collaboratori volontari e consulenti medici legali in Italia ed in 26 Paesi del mondo, che hanno contribuito in questi 70 anni a fare grande il Patronato INCA, il primo patronato,  e ne siamo fieri" così la Presidente dell'INCA CGIL Morena Piccinini aprendo la Tavola Rotonda (Vedi:http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=2003 )  sul  presente e futuro del ruolo del patronato con un ringraziamento "vero"  da parte della presidenza dell'INCA “ed anche da parte del Paese, perchè spesso in modo silenzioso, ma con tanta fatica, sono stati quotidianamente davvero dei "baluardi" per l'affermazione dei diritti -  lo spesso calpestato diritto di cittadinanza  - e fattore di coesione sociale".

Piccinini, citando il libro di Bianca di Giovanni - Fermo immagine sul Patronato- settant'anni dell'INCA tra globalizzazione e crisi economica – una efficace sintesi  sul presente, la proiezione del Patronato INCA nel futuro in Italia e all'estero e la storia e la memoria del passato, accompagnata da alcuni dati che rendono pregnante l'immagine di un istituto a servizio del cittadino, ha voluto sottolineare solo pochi numeri, ma quanto mai significativi : “negli ultimi 3 anni abbiamo gestito oltre tre milioni e mezzo di pratiche in Italia ed all'estero e la cosa rilevante sta nel fatto che appena quatttro anni prima erano un milione e mezzo di meno. E ciò nonostante gli uffici fossero già completamente saturi di pubblico e di attività.  Questo significa che il bisogno delle persone è aumentato e non solo cambiato in una società nella quale la telematizzazione impera.  Richiesta di tutela e assistenza da parte di persone che diversamente non riuscirebbero ad ottenere il sollievo ed il riconoscimento delle aspettative dei diritti”.  Eppure, la Presidente dell’INCA stigmatizza “il lavoro è aumentato ma in presenza di una riduzione economica significativa: il taglio ai patronati non è, infatti, storia  di oggi  ed è stato maggiormente incidente con l’enorme aumento di attività “.  Ma “leggiamo sui giornali che questi tagli sono motivati anche dal fatto che le organizzazioni sindacali si avvantaggerebbero economicamente più del patronato
Con l’aumento del finanziamento "pubblico". La realtà è ben diversa ! ha tenuto a precisare Piccinini,  sgombrando il campo da tali illazioni: “Se possiamo fornire il servizio nonostante i tagli al fondo patronati,  dobbiamo ringraziare il  grande senso di responsabilità della CGIL e  di tutte le camere del lavoro che si sono fatte carico, con risorse ingenti, di coprire quella mancanza per permettere che i cittadini non perdessero il servizio.”. Un impegno non recente ma “preso esattamente 75 anni fà, quando nacque l'INCA” chiarisce una volta per tutte la sindacalista della CGIL. “Il primo problema che si pose fu "a chi lo rivolgiamo questo servizio ? A tutti i cittadini o solo agli iscritti, in modo gratuto od oneroso ? E' li che nacque il ‘servizio  pubblico, universale rivolto a tutti e gratuito nel diritto di cittadinanza’. “


“Ebbene” – prosegue la Presidente dell’INCA “Noi abbiamo cercato di mantenere fermo questo principio e per questo ci siamo battuti tanto contro i tagli, durante i mesi della discussione per la legge di stabilità. Sapevamo che sarebbe stato messo a rischio questo principio della universalità del diritto e della gratuità delle prestazioni”  E Morena Piccini ha tenuto a ringraziare i Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Sacconi(NCD) e Damiano(PD) "che tanto ci hanno aiutato", come le tante firme ricevute dalla petizione per confermare questa idea”. Ed è su questa linea “che vogliamo continuare a muoverci nel contesto di un ragionamento di evoluzione e di cambiamento” ribadisce la presidente del Patronato.

Tuttavia, Piccinini non può non far presente come esista ormai un elemento di forte difficoltà nell'affermazione della tutela e dei diritti dei cittadini: “il fatto che il concetto di  certezza del diritto non sappiamo più dove stia. Tutto quel che è successo negli ultimi dieci/quindici anni in tutta la materia del sociale, previdenziale e del mercato del lavoro ha comportato di volta in volta la necessità che le persone riprogrammassero la loro vita”
Troppe le situazioni nelle quali anche nel nome di problemi di ristrettezza economica,  ogni governo ha intrapreso riforme di questi settori, "scontrandoci anche a volte con qualche dilettante allo sbaraglio che ha usato i diritti delle persone come fossero merce nei confronti dell’Europa e non solo. Mentre il tema della previdenza è davvero molto delicato. Ogni istituto che si tocca, sia che riguardi gli anziani che i giovani, di volta in volta incide sulle altre generazioni” E venendo all’attualità la sindacalista fa presente “Questo ci dice anche l’ultima sentenza. Ci si è chiesto in tanti se la sentenza della Corte Costituzionale fosse giusta. Troppo pochi si sono chiesti perché invece una legge che è stata dichiarata incostituzionale fosse così ingiusta e così sbagliata.  Oggi anche noi siamo convinti che, nel tentativo di recuperare, sia difficile garantire tutto a tutti. Però,  attenzione,  mette in guardia Morena Piccinini “ripartiamo dal fatto che era stata prodotta una grande ingiustizia nel rapporto con i pensionati di pensioni molto basse e che con quei provvedimenti si penalizzava, in realtà, sia  gli anziani che  i pensionandi ed i giovani e che il grosso del risparmio era solo e prevalentemente appannaggio del capitolo previdenziale. Ora, però,  se ho letto bene l’intervento del Presidente del Consiglio, mi pare di cogliere una consapevolezza”, e cioè  “che bisogna mettere le mani in modo un po’ più ampio a tutto ciò che di sbagliato è stato prodotto dalla Monti-Fornero in poi.” E lì – sottolinea la Presidente del Patronato della CGIL – che c’è un mare di ingiustizie e un mare di rigidità, per cui se oggi si è in condizione di riprendere in mano, lavorando ad una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, una maggiore equità nel rapporto tra le generazioni  ed anche una maggiore possibilità per i giovani di costruire una pensione  futura, riteniamo sia ‘il momento buono’  e chiediamo che questo processo sia accompagnato dal dialogo sociale”….

”C’è un grande bisogno di costruire certezze istituzionali per il futuro, a partire dai giovani, e  mi par di cogliere che si cerchi di neutralizzare il fatto che sia negativo per le future pensioni e dunque può essere davvero un impegno di grande portata…”

Ma sul piatto della bilancio c’è anche dell’altro perché si cominci a dare il segno che finalmente qualcosa sta cambiando….anche per gli ammortizzatori sociali ma non ci sentiamo assolutamente tranquilli su questo fronte perché nel passaggio - da occupazione a disoccupazione - dai requisiti ridotti ad aspi e miniaspi ci abbiamo rimesso ed in quest’ultimo passaggio alla naspi non ci guadagniamo niente. Anzi, secondo noi, ci rimettiamo di nuovo perché e’ vero che la platea si allarga ma con quantità  e durata inferiore ed è inaccettabile secondo noi, con una penalizzazione sulle future pensioni con il tetto alla contribuzione figurativa. Ecco perché c’è tanto bisogno di intervenire su questi aspetti.”

Di qui l’appello “al legislatore ed a tutti i  livelli istituzionali perché in questo momento, pur con le difficoltà che ci sono, si  possa essere tutti in grado di dare una certezza ed una speranza alle persone riguardo al fatto che non si prendono di mira, lavoratori e dipendenti e pensionati, come oggetto del risanamento del Paese”.

Quanto alle complessità degli ultimi anni rilevate dal Patronato, la Presidente dell’INCA plaude al fatto che, nonostante “un sovraccarico del lavoro gli enti previdenziali, INPS ed INAIL,  sono stati gli istituti che, nella P.A.,  più si sono modificati e riorganizzati in questi anni”. “Lo dico senza nessuna piaggeria, ha tenuto a precisare Piccinini, come cittadini sentiamo proprio che l’INPS è percepito come  un ente efficiente e ci fa piacere. Quanto, però,  di questa efficienza derivi dalla intermediazione che siamo riusciti a mettere in campo per permettere all’INPS di trasformarsi, i cittadini ce lo riconoscono quotidianamente e noi lo rivendichiamo. Questo significa, infatti,  che nel processo di trasformazione interno degli enti si è operata un’azione di esternalizzazione gratuita, perché coperta dal fondo patronati, delle attività svolte dai patronati, il che ha permesso la riorganizzazione  all’interno della P.A. ed ha permesso anche di reggere al forte taglio economico imposto agli stessi istituti previdenziali.”

Guardando al futuro: “ Noi speriamo che la fase critica sia passata e si ragioni del futuro. E, nonostante la vulgata comune di un Patronato che prolifica per la beneficienza della P.A., posso invece  garantire per tutta l’INCA e per tutta la CGIL che è importante una P.A. che funzioni e sia in grado di derogare in modo automatico il riconoscimento del diritto alle persone” e la Presidente del Patronato INCA ha affermato “Noi davvero speriamo che l’operazione “la Mia pensione” sia l’inizio di un percorso per cui l’INPS possa dire alle persone ‘ti tengo costantemente informato di ciò che sta avvenendo nella tua posizione assicurativa’  perché dietro a questo c’è anche un’azione di responsabilità e di maggiore trasparenza della P.A. verso il cittadino.” E per il Patronato INCA “sarebbero tante le prestazioni che possono essere erogate in modo automatico”.

E Piccinini ha spiegato “Non temiamo per il nostro ruolo perché riteniamo che rimanga inalterato per il patronato un ruolo di consulenza. Vorremmo essere “consulenti globali” del cittadino per tutti gli atti e tutti i momenti della sua vita. Quindi non temiamo una P.A. che funzioni.”

“Chiediamo, invece, di essere riconosciuti come  soggetto alla pari in una funzione non solo di intermediazione ma di complementarietà alle funzioni per fare in modo che ci sia di nuovo il cittadino al centro dell’iniziativa. E se, a questo punto, vogliamo essere considerati alla pari ciò significa  che chiediamo di avere il medesimo accesso ai dati che ha il cittadino oggi, quando invece, spesso e volentieri, siamo estromessi” Un esempio ? L’estromissione da parte del Ministero dell’Interno dalle nuove procedure telematiche per il permesso di soggiorno, sebbene nel recente passato abbia chiesto aiuto ai Patronati...”

Allora, quando noi parliamo di una P.A. che funziona, intendiamo una P.A. che  cerca “una relazione più positiva che possa permettere di corrispondere anche il bisogno delle persone in modo più preciso e più puntuale”.

Per la Presidente dell’INCA “questo è il nostro futuro, ovvero accompagnare le azioni di rinnovamento della P.A. in senso lato, dalle anagrafi alle ASL, agli uffici del catasto e che nella misura in cui riescano o vogliano riuscire ad essere più immediate nel rapporto con il cittadino ed anche a sburocratizzare un po’ i loro percorsi. Siano cioè in grado di avvalersi di questa  positiva relazione ed intermediazione per efficientare l’intero sistema”
“Noi ci siamo resi disponibili, al Ministero del Lavoro, durante la discussione sulla legge di stabilità, ha fatto presente la sindacalista della CGIL, e ci rendiamo disponibili nel rapporto con il welfare locale per un grande funzione di “segretariato sociale” per le famiglie che spesso e volentieri hanno a disposizione pochi servizi ma dei quali fanno fatica ad avere conoscenza delle opportunità. Ecco, che se riusciamo a fare parte di questa rete otterremo sempre di più la convalida di quella funzione pubblica che anche a livello  costituzionale ci viene riconosciuta, pur essendo noi un soggetto privato ed agendo in rappresentanza dei singoli cittadini e come soggetto di parte”.

Quanto alla riforma del Patronato,  “Sarà il legislatore ed il Governo a dirci  che cosa intendevano con il testo della legge di stabilità. Noi, come sistema patronati – ha ribadito la Presidente dell’INCA,  riteniamo che il principio della universalità e gratuità dei diritti, soprattutto per quanto riguarda l’insieme delle prestazioni che afferiscono ai diritti costituzionali, debbano assolutamente essere salvaguardati.
Per noi riforma non significa far pagare il cittadino per il fatto che ha bisogno di un sostegno per esercitare dei diritti riconosciuti dalla Costituzione e che devono essere erogati dalla P.A. . Per questo motivo pensiamo che debba essere definito o ridefinito l’ambito delle prestazioni che tutti i patronati devono obbligatoriamente mettere a disposizione dei cittadini gratuitamente. Un discorso già iniziato con il Ministero del lavoro, che vorremmo che continuasse. Propedeutico ad ogni attività, che ci viene richiesta dagli enti per intervenire a sostegno della loro azione,  è  che sia  un’attività riconosciuta”.
Inoltre “ Si parla molto di convenzioni con la P.A. anche per attività ulteriori. Noi diciamo: ‘ben vengano !’ ma vorremmo sapere “con quali accorgimenti”. Parliamo, infatti,  di un rapporto con soggetti che svolgono funzioni pubbliche con amministrazioni pubbliche. Ecco, noi pensiamo che anche su questo serve una regolamentazione improntata alla trasparenza, perché riteniamo non positivo quello che si sta cominciando a diffondere circa “trattative private”, atti che non sono “di evidenza pubblica”, a volte di logiche che assomigliano a quelle degli appalti con la logica del massimo ribasso.  Ecco, quando si ragiona di una P.A. che chiede  ad un soggetto di intermediazione di farsi carico dell’attività ad essa connessa per l’insieme dei cittadini, noi pensiamo che debbano essere ‘atti di evidenza pubblica’ a disposizione dei diversi Patronati, dopodichè ognuno di noi dirà se è in grado di corrispondere a quelle richieste, o no !.£
In buona sostanza, la raccomandazione è “cerchiamo di evitare che quanto è successo negli appalti non succeda anche nel rapporto con i Patronati”.

L’ultima  questione – evocata dalla Presidente dell’INCA ha riguardato “ le ulteriori prestazioni aggiuntive diverse da quelle dovute e da quelle intessute nel rapporto con la P.A. nell’ambito di una riorganizzazione che amplia il raggio d’azione. Noi  continuiamo a pensare che non debbano essere attività “a libero mercato”  ma, semmai, che si possa parlare soltanto di ‘rimborsi spesa’. Quindi, un’attività  molto ben regolata, perchè  pensiamo che ‘di mercato’  ce ne sia già fin troppo e che ci sia già un grande ‘faccendariato’,  individuale e collettivo,  che sia coperto da foglie di fico di qualche nome di pseudo patronato e che non si assume la responsabilità del servizio di natura pubblica e del  servizio di natura gratuita, così com’è nella nostra storia e nel nostro presente. E vorremmo che lo fosse anche nel nostro futuro!... un’idea di opportunità e di diritto che possa essere a disposizione di tutti  i cittadini italiani o stranieri che siano”. (19/05/2015-ITL/ITNET)

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