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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - FRANZIN(PRES, ITAL UIL- SVIZZERA ): "EFFETTI DECISIONE BANCA NAZIONALE: PREOCCUPAZIONE ZONE FRONTIERA. CALO OCCUPAZIONE. ATTIVITA' INFORMATIVA ACCORDO FISCALE"

(2015-04-18)

  Come è cambiata la realtà della Svizzera dopo il Referendum del Febbraio 2014 e soprattutto dopo la decisione della Banca Nazionale di sbloccare il cambio ? Italialavorotv/Italiannetwork lo ha chiesto al Presidente del Patronato ITAL UIL in Svizzera Mariano Franzin. Un osservatorio privilegiato quello del Patronato italiano, anche per la condivisione di sedi del sindacato UNIA,  fa sì che copra un'area molto vasta di interessi dei connazionali italiani residenti nella Confederazione anche sul fronte del lavoro. Molte, infatti, le richieste da parte degli italiani, che - nonostante gli sviluppi referendari e le decisioni assunte dalla stessa Banca Nazionale -  continuano ad arrivare dall'Italia sulle opportunità di lavoro in Svizzera. Le remunerazioni elvetiche - se paragonate alle opportunita' che offre l'Italia - e la stretta contiguità con il nostro Paese, ne fanno, d'altra parte, una ambita meta, anche se non e' "tutt'oro quel che luce", mette sull'avviso Mariano  Franzin. E, d'altra parte, sono sempre piu' numerosi i comunicati stampa dei sindacati elvetici che denunciano i tentativi di licenziamento da parte di multinazionali ed imprese elvetiche con un incremento della disoccupazione, che colpisce anche i lavoratori stranieri, ma non solo.

"Dopo lo sblocco del cambio Svizzero ( da 1,20 ad uno a uno Franco/Svizzero/ Euro) ci sono prodotti e servizi sono diventati piu' cari perdendo così  in termini di competitività all'interno del Paese ma  soprattutto di export” sottolinea l’esponente del Patronato, che segnala gli ultimi dati statistici del Seco, Segretariato di Stato all'Economia, relativi ad un 3,4% di disoccupati. Il che equivale a circa 145.100 disoccupati. Franzin sottolinea anche la tendenza delle imprese ad approfittare della situazione per una “ristrutturazione” interna.

Sta di fatto, però, aggiunge Franzin,  gli esperti svizzeri prevedono per il 2015  un tasso di crescita molto inferiore rispetto al 2014 e le previsioni di crescita del PIL Svizzero passerebbe dall'1,6% allo 0,8%. Non si parla, comunque, di recessione fintantoche’ il tasso di cambio rimane sugli attuali standard: poco piu' di un euro per un franco svizzero.

I settori maggiormente colpiti sono l’alberghiero e della ristorazione, alla luce di una perdita del 16/17% circa del potere di acquisto. Ma questo si riflette proprio la’ dove c’è il maggior numero di lavoratori stranieri. Nondimeno altri settori sono colpiti, come la meccanica, metallurgia…

La situazione diventa, però, preoccupante soprattutto nelle zone di frontiera. In Ticino 60.000 frontalieri italiani stanno paventando la riduzione degli stipendi o il pagamento degli stipendi in euro, ed addirittura l’incremento dell’orario di lavoro, che alcune aziende minacciano di attuare .per recuperare la perdita subita  con la riduzione dell’export.
  I sindacato Svizzero UNIA è immediatamente intervenuto in diversi casi ma non sappiamo ancora con quali risultati, ovvero se le aziende metteranno in atto le minacce che si paventano o dovranno ricorrere forzosamente a queste misure.

Quanto al tentativo di ridurre gli stipendi ai frontalieri giacchè l’apprezzamento del Franco svizzero ha incrementato il valore degli importi degli stipendi, se da una parte è comprendibile che le imprese cerchino di pagare in Euro, dal punto di vista sindacale – afferma Franzin -  non è accettabile. Però il timore c’è che qualcuno  possa metterlo in atto e che gli stessi lavoratori lo accettino, senza rivendicare i loro diritti, per timore di perdere il posto di lavoro. Tuttavia, il presidente del Patronato ITAL fa presente la grande attenzione con la quale il Patronato UNIA, soprattutto in Ticino,  segue l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro ed i salari concordati tramite i contratti.

Quanto alle opportunità di lavoro per gli italiani in Svizzera,  il Presidente Franzin cita i dati statistici federali relativi alle assunzioni di lavoratori italiani , che risultano essere stati nel 2014  all’incirca 40.000 , anche se in realtà, afferma il sindacalista italiano, nella maggioranza dei casi  non si tratta di nuove assunzioni, ma piuttosto di un consolidamento di precedenti contratti trimestrali, quadrimestrali o di 9 mesi, pochissimi annuali, vale a dire a tempo indeterminato.

Nel 2015 , invece, sembra essersi determinato un calo, anche in questo senso. E lo constatiamo anche noi, come patronato e struttura della UIL in Svizzera a fronte delle richieste provenienti dall’Italia. Richieste di lavoro e che riguardano, però, soprattutto informazioni sul tenore di vita in Svizzera, a fronte si di alti stipendi che si confrontano, tuttavia, con costi altrettanto elevati che non permettono né di mantenere una famiglia in Italia né di trasferirla in Svizzera. 
Situazione che risulta ancora piu’ complessa se riferita ai pensionati, naturalmente, come spiega nel corso dell’intervista  con Italiannetwork.it /Italialavorotv,

Circa i seguiti dell’accordo fiscale Italia/Svizzera che interessa in parte anche gli italiani residenti in Svizzera, il Patronato ITAL sta conducendo una serie di incontri ed assemblee per informare la comunità italiana sui diritti e doveri  previsti dall’accordo italo/svizzero, che non riguarda solo gli evasori fiscali, ma le attività ed i beni posseduti nell’uno e nell’altro Paese.

Ma quali gli effetti dall’uscita dalla black list della Svizzera e quali i comportamenti adottati dagli investitori ? “Troppo presto per dirlo, afferma il Presidente dell’ITAL- Svizzera. Per ora ci sono richieste di informazioni. Ma la questione, però, diventerà molto più complessa dal 2017  quando le comunicazioni verranno fatte d’ufficio, con gli scambi di informazioni bancarie per chi possiede contratti bancari con istituto svizzeri o viceversa che magari non sono stati dichiarati.”

E sempre sul fronte della fiscalità, è decisamente intensa l’attività informativa del Patronato per rendere edotti i connazionali in Svizzera sugli appuntamenti con il fisco italiano. in particolare sui tributi per la casa in Italia (IMU, Tari e Tasi che nel 2016 dovrebbero essere sostituite dalla Local Tax ) e l’esenzione di cui i pensionati italiani  all’Estero dovrebbero godere. Benefici per i quali, tuttavia, i connazionali in Svizzera denunciano la mancanza di applicabilità – quando non mancata conoscenza della legge - da parte dei comuni italiani. Di qui l’intervento, reiterato, presso il Presidente dell’ANCI, attuale sindaco del Comune di Torino, perché indirizzi nel merito una circolare ai comuni italiani.  D’altra parte, lo stesso Presidente dell’ITAL UIL - Svizzera  sottolinea la necessità che la legislazione italiana arrivi ad una definizione piu’ chiara di “pensionato italiano all’estero”. Fra di essi possono esserci, infatti, connazionali percepenti pensioni estere, pensioni italiane all’estero od in attesa di quiescenza italiana ma pensionati esteri, ed anche pensionati con “pensioni di invalidità” , aggiunge Franzin.

Quanto alle questioni piu’ strettamente attinenti all’attivita’ dei Patronati, Franzin non fa mistero che le difficoltà esistono: se il taglio imposto è stato ridimensionato, tuttavia, gli effetti si sentiranno e le conseguenze in Svizzera, a seguito della decisione della Banca Nazionale elvetica, potrebbero incidere in misura del 18%, richiedendo un ridimensionamento.  Sul fronte del contributo dei cittadini – ipotizzato dalle linee della riforma dei Patronati – ed ora all’attenzione del dibattito fra Patronati e Ministero, Franzin stigmatizza la difficile situazione economica dei pensionati in Svizzera e ricorda le richieste avanzate al Ministero del Lavoro di un ampliamento del “paniere”  dei servizi sui quali i Patronati sono impegnati anche se finora non statisticati . Servizi sempre piu’ numerosi a seguito della chiusura di non pochi Consolati.

Infine, doveroso il richiamo alle elezioni dei Comites ed agli esiti – esigui in termini di partecipazione – delle nuove modalita’ di voto (iscrizione all’albo dei votanti) sulla quale il Presidente Franzin si è detto convinto dell’esigenza di una maggior informazione e di una approfondita riflessione alla luce dei risultati .(18/04/2015-ITL/ITNET) 

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