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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - RIFORME - BENVIGNATI(ACLI): "CON L.190 RIBADITO RUOLO UNIVERSALE PATRONATO MA RIFORMA SIA COERENTE CON NATURA PATRONATI. PRONTI A COLLABORARE"

(2015-02-19)

  "E' la prima volta di un Ministro del Lavoro e va dato merito al ministro Poletti di essersi occupato e di continuarsi ad occuparsi degli Istituti di Patronati, nonostante le numerose questioni che, in questo periodo sono sull'agenda politica del Ministero". A sottolineare il dato di fatto è il Vice Presidente con delega per il Patronato delle ACLI, Fabrizio Benvignati, nel corso di una dichiarazione ad Italialavorotv/Italiannetwork a latere del Seminario delle ACLI Patronato 2.0. dedicato alla riforma di queste entità sociali, i cui lineamenti sono stati introdotti dalla L.di stabilità per il 2015.

  "Una presenza, a cui non eravamo abituati" stigmatizza Benvignati "che  leggiamo come un segnale positivo da due punti di vista. Innanzitutto, significa che c'è un interesse vero al nostro mondo, a quello che significa e che ha significato. Facendo poi una valutazione di quello che il ministro ha detto, rilevo anche un interesse sincero di quello che significherà il nostro mondo nel futuro del welfare in questo nostro paese. Lo abbiamo sentito convinto, quasi a spronarci ad una collaborazione fattiva per dare concretezza alle norme della legge di stabilità."

Ma "se le valutazioni sugli obiettivi come ministro sono state tutto sommato positive, a noi rimane un certo amaro in bocca perchè, pur se  ben contenti della collaboraziione del Ministro e dei parlamentari sulla vicenda, continuiamo a ritenere che questo taglio abbia un  significato politico. Non possiamo non  evidenziare, poi, la difficoltà del governo nel rimangiarsi totalmente una scelta,  secondo noi, sbagliata". 

In buona sostanza, dice l'esponente delle ACLI ed attuale Presidente, pro tempore, del CEPA - ACLI, INAS CISL, INCA CGIL e ITAL UIL,  lo accettiamo nell'ambito di una dinamica politica. Tuttavia, se è vero che c'è questa grande volontà di dare agli istituti di patronato uno strumento ed un interlocutore più chiaro e sincero all'interno del sistema di welfare, non possiamo che evidenziare che sono tre i soggetti -  noi, gli istituti previdenziali ed i  redattori di questa legge. Tre soggetti che si confrontano nell'ambito del  ministero del lavoro.

Una cosa è, inoltre, chiara in questa legge ( L.190 ndr.): la funzione degli enti di patronato, anche se  mi permetto di dire ' che  forse attribuisce un po' più di dignità simmetrica rispetto al passato'. La legge, dunque,  fa capire come gli istituti di patronato sono soggetti che, nella loro gratuità e nella loro fondamentale opera, svolgono una funzione di completamento del welfare,  nel senso che assicurano dal punto di vista concreto ed effettivo le prestazioni previdenziali ed assistenziali agli utenti.  E poichè alcuni parlano di  una sorta di mercato in cui agiscono vari attori: gli istituti di patronato, gli ordini professionali ed  altri nuovi soggetti del terzo settore che in qualche senso ritengono di volersi occupare di questi settori, è evidente che tutti i soggetti di buona volontà che partecipano  sono altamente utili quando si tratta di rispondere ad un bisogno dei cittadini, ma riteniamo che gli istituti di patronato abbiano una funzione, una natura, che li porta ad avere  un ruolo ben definito e per il quale i Patronati sono sottoposti alla vigilanza e controllo del Ministero del Lavoro.

Lo abbiamo cercato di ribadire oggi con questa iniziativa del Patronato ACLI - Patronato 2.0 - , ed ora - sottolinea l'esponente del Patronato ACLI e del Coordinamento del CEPA - ci aspettiamo o che i decreti attuativi esaltino e garantiscano  due punti fondamentali. La natura degli enti di patronato, che secondo noi la Legge  190 non modifica rispetto al passato, alla 152, anzi ne esalta e la chiarifica con un passaggio, pensiamo solo all'estero, una presenza una volta  non ritenuta necessaria, ma accessoria, si poteva essere presenti o no all'estero per essere un istituto di patronato.

Oggi la legge dice che essendo servizio universale deve arrivare lì dove ci sono pensionati, e che  è quindi necessario un minimo di presenza all'estero per poter essere un istituto di patronato. È una novità importante, afferma Benvignati,  che secondo me rende più serio e più virtuoso l'aspetto universale del servizio di patronato.

La seconda novità,  fondamentale ma forse un po' più difficile:  è questa apertura ad un mondo differenziato di attività che è anche un modo per acquisire risorse economiche. A questo proposito lo ha ricordato il ministro - e mi ha fatto piacere - si tratta di un aspetto molto delicato, perchè se è vero che la natura del patronato viene ribadita, queste novità devono essere coerenti alla natura degli enti di patronato. E quindi, ci vorrà molta intelligenza all'interno dei decreti attuativi, per non andare in direzioni che possono essere confliggenti rispetto a quanto, appunto, la norma di buono ha mantenuto", sottolinea con convinzione l'esponente del Patronato

Conclude Benvignati: " il giudizio in sé è positivo, la presenza del ministro è molto positiva, la nostra valutazione della norma offre delle prospettive, ma ora si tratta di affrontare una grande sfida e una verifica, rispetto all'invito del Ministro, circa la nostra capacità a collaborare rispetto ai decreti attuativi, ma su questo punto dobbiamo comprendere che tipo di collaborazione ed agenda ci proporrà  l'attuale direzione generale del ministero del lavoro".(19/02/2015-ITL/ITNET)

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