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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - DE SANTIS(PRES.ITAL UIL):"IL FONDO FINANZIA ATTIVITA' PATRONATI. SE PATRONATO NON FA NULLA NON RICEVE NENTE. ECCO PERCHE' LOGICA E BUON SENSO DEVONO PREVALERE"

(2014-11-12)

    Le affermazioni positive sul ruolo dei Patronati pronunciate da rappresentanti degli Enti di tutela, da parlamentari e dallo stesso Governo, anche a seguito degli emendamenti presentati in commissione Esteri dai deputati  eletti dagli italiani all'estero del PD, del Gr Misto e del PI alla Camera, fra i quali quello sulla cancellazione del taglio di 150 milioni al Fondo Patronati, fanno presagire che ci  sia, forse, una sensibilit? nuova nei confronti dei Patronati.
Nel frattempo,  l'indagine avviata dal Comitato per le Questioni degli Italiani nel Mondo del Senato, al di l? delle intenzioni piu' o meno manifeste di una generale classe politica che, in realt?, conosce poco la valenza di queste strutture sul piano sociale, potrebbe aiutare ad aprire una nuova stagione di dialogo con il Parlamento e le stesse istituzioni.  Ma qual'? la lettura che ne danno i Patronati ? Lo abbiamo chiesto questa volta al Presidente del Patronato ITAL UIL, Gilberto De Santis,

"Sicuramente c'? un livello di coscienza diverso da come eravamo partiti" afferma il sindacalista della UIL, che aggiunge " Penso che il taglio proposto ai patronati credo non tenesse in considerazione la realt? del sistema patronati e soprattutto non tenesse in considerazione i bisogni delle persone, che ? poi l'aspetto principale della vicenda.

Noi abbiamo fatto in modo che la voce dei patronati, ma soprattutto la voce degli assistiti si facesse sentire con maggiore forza e cercasse di spiegare e far capire l'importanza di un'assistenza che - ricordo - ? assistenza universale  cui tutti hanno accesso, gratuitamente, a prescindere da appartenenze religiose, di razza, o iscrizione a partiti o sindacati.
  Sono uno degli esempi di civilt? che abbiamo nel nostro paese e all'estero. Questi ultimi, poi, assistono milioni di persone  che non hanno altra assistenza e quindi, piano piano, questa realt? ha fatto presa nell'opinione di moltissimi parlamentari. Diciamo che siamo ottimisti e fiduciosi  che il Governo prenda in considerazione un diverso modo di rapportarsi con i patronati".

Se si pu? parlare di un primo approccio positivo, tuttavia potrebbe, comunque, essere chiesto un sacrificio, per quanto ridotto ma....
"Noi speriamo di no, anche perch? in realt?, spiega il Presidente del Patronato INCA CGIL,  il fondo dei patronati non finanzia i patronati, ma finanzia l'attivit? dei patronati, che ? cosa diversa. E questo vuol dire che se un patronato non fa attivit? non riceve niente. Quindi - chiariamo - non si taglia ai patronati ma all'attivit? dei patronati. Ecco perch?  sarebbe sbagliato richiedere un sacrificio, non avrebbe alcuna logica in un momento in cui c'? sempre pi? bisogno di assistenza. Ed oltretutto all'estero c'? una ripresa dell'emigrazione, soprattutto giovane. Ecco perch? ritengo che alla fine il  buon senso nel nostro paese debba prevalere."

Per De Santis, comunque, "la questione ? stata utile  ad una presa di coscienza dell'opinione pubblica, del  parlamento, su cosa sia l'attivit? dei patronati". per questo motivo "stiamo continuando le nostre manifestazioni e pian piano stiamo vedendo che cresce la considerazione sull'utilit? del patronato".

Eppure qualcuno, proprio in Sud America, dove si vivono situazioni critiche, ?  critico nei riguardi dei Patronati e li boccia come strumenti ormai datati della politica migratoria.....
Per il Presidente dell'ITAL UIL "E' un errore, il patronato non ? politica migratoria, il patronato ? assistenza agli immigrati. Che ? cosa ben diversa ! Non facciamo politica migratoria ? non la vogliamo neanche fare. E' un'accusa che forse sbaglia anche il tipo di obiettivo".
Ed aggiunge " Noi pensiamo che fino a che ci siano dei bisogni, soddisfare tali bisogni non ? una cosa antica ma una cosa nuova.  Tanto ? vero che i patronati in questi 100 anni hanno sempre cambiato la loro attivit? ed il loro modo di porsi, perch? cambiavano ed evolvevano le esigenze.
  Le cose antiche non hanno gli uffici pieni di persone, perch? non ci andrebbero, non ? una cosa antica ma risponde ai bisogni del presente ".

Ci sono molte differenze tra raggruppamenti dei Patronati ed il CEPA ha una perculiarit? rispetto agli altri: una presenza capillare all'estero.
"Intanto penso che i raggruppamenti cos? come sono non hanno pi? senso, perch? l'assistenza ? unica, gli interessi dei patronati dovrebbero essere finalizzati all'obiettivo di migliorare il tipo, la qualit? e la presenza dell'assistenza nel mondo.    Se qualche raggruppamento fa la parte della piccola bottega ? un problema suo. A noi non interessa !
Quindi ? chiaro che la presenza all'estero ? soprattutto legata allo spirito delle radici che ci sono in Italia. I Patronati del CEPA, ma anche altri patronati che hanno una radice forte tra i lavoratori emigrati, sono  presenti all'estero.
Chi non ha queste radici e non ha quindi la consapevolezza dei problemi e delle esigenze all'estero, n? si ? attrezzato negli anni considerando il lavoro all'estero soltanto in perdita, ha sbagliato.
  Noi ci siamo attrezzati perch? abbiamo sempre seguito i nostri emigrati e oggi abbiamo delle presenze all'estero  significative. Non si pu? dire, per?, che se qualcuno non c'?, non serva".

C'? chi pensa immediatamente dopo la L. di stabilit? alla necessit? di una riforma dei patronati. In quale misura siete convinti di una riforma ?
"Veramente nella legge di stabilit? del 2012 era previsto il principio della riforma dei patronati. C'? una commissione ministeriale che ci sta lavorando. Il problema ? che la riforma  si ferma perch? ognuno la vuole come gli conviene, e cos?  non pu? essere. Per questo io credo che sia importante che il ministero sia arbitro tenendo al centro gli interessi dei cittadini e non gli interessi di qualche patronato. La discussione la stiamo, comunque, portando avanti al nostro interno e siamo disponibili a continuare a farla ?"

Ritiene che da questo momento di attenzione e messa in discussione dei Patronati, ne possa nascere anche da parte della Pubblica Amministrazione, una miglior comprensione  delle potenzialit? di questi organismi. Faccio riferimento in particolare al Ministero degli Affari Esteri ?
"Noi siamo gi? in forte interrelazione con gli enti pubblici, il Ministero degli affari esteri ha ammesso l'importanza del ruolo dei patronati nel momento in cui tutti purtroppo sono costretti a ridurre anche le nostre presenze nei consolati e le ambasciate all'estero. Quindi il rapporto di scambio di energie ? molto importante, anche per le nostre istituzioni. Di qui la grande utilit? di un rapporto chiaro e trasparente".

Presidente, c'? chi ha auspicato e chiesto una indagine parlamentare sui Patronati, pensando ad una riforma ma anche ad una maggiore chiarezza sul loro ruolo ed impegno finanziario. Parliamo del Senatore Micheloni che come Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani nel mondo ha avviato questa indagine. Condivide le preoccupazioni del Senatore Micheloni  ?

"Io non conosco le preoccupazioni del Senatore Micheloni, vanno rispettate le sue idee e quello che porta avanti. Ben venga un'indagine sui patronati all'estero. Noi siamo d'accordo che vada fatta, perch? intanto farebbe cessare tante chiacchiere. Dunque,  non abbiamo nulla da temere ! Anzi la auspichiamo ! E, poi, possiamo dare anche dei suggerimenti e delle proposte. Possiamo integrare, modificare, razionalizzare i rapporti anche con consolati ed ambasciate e soprattutto i rapporti fondamentali con i nostri emigrati e con le comunit? italiane all'estero. Ben venga l'indagine parlamentare, la vediamo in modo positivo, non siamo contrari. Anzi daremo tutta la nostra collaborazione e disponibilit? affinch? l'indagine venga fatta nel miglior modo possibile per raggiungere gli obiettivi che il parlamento decider?.". (12/11/2014-M.F.-ITL/ITNET)

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