Direttore responsabile Maria Ferrante − lunedì 29 aprile 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

SINDACATI PENSIONATI ITALIANI NEL MONDO - BELLISSIMA(SEGR.UILP/UIL):"UILP E ITAL HANNO OTTENUTO UN GRANDE SUCCESSO PER LA TUTELA DEI PENSIONATI IN ITALIA E ALL'ESTERO. RILANCIARE IL SINDACATO EUROPEO"

(2014-10-08)

  Un congresso fortemente partecipato  quello che ha visto riuniti ad Abano Terme oltre 600 delegati del Sindacato dei Pensionati della UIL. Il X dalla sua Fondazione, aperto dal Segretario Generale  Romano Bellissima con un'ampia riflessione che suggerisce nuovi spazi d'impegno e d'azione nell'ambito di un'Italia che partecipa pienamente alle dinamiche  internazionali della societa' e del mondo del lavoro.

Di seguito un'ampia sintesi dell'intervento del Segretario Generale della UIL-Pensionati:

"Arriviamo al nostro Congresso in un momento di grandissima difficolt? per l?Italia, per l?Europa e per gran parte del mondo. La Uilp condivide con Spi-Cgil e Fnp-Cisl le ansie e l'indignazione per le discriminazioni che, con la scusa della crisi, vengono fatte subire ai pensionati e alle persone pi? deboli. Ma con Spi e Fnp condividiamo anche l?orgoglio e la determinazione di batterci unitariamente per ristabilire l?equit?, la giustizia sociale, il ruolo politico dei pensionati nel nostro Paese e nell?Europa.

Dalle ceneri del Novecento sono nate la globalizzazione e la finanziarizzazione dell?economia
Il Novecento ? stato segnato da ideologie totalitarie, da due guerre mondiali, massacri e genocidi, ma, in seguito, ha portato anche maggiori diritti e opportunit? a decine di milioni di donne e di uomini. In questa corsa verso il benessere non ci siamo accorti che dalle ceneri del vecchio sistema economico e politico stava nascendo un mostro, una nuova ideologia forse pi? pericolosa e dannosa delle precedenti: la globalizzazione, la finanziarizzazione dell?economia, la divinizzazione del mercato che cancella ogni forma di solidariet?, il valore delle tradizioni, le diverse culture dei popoli, che cos? vengono tutti standardizzati secondo l?interesse dei pi? forti. Modelli economici disumani, come li ha definiti recentemente Papa Francesco: se il mercato dice no, interi Paesi sono condannati alla povert?, all?indigenza.

La globalizzazione ha ridotto gli spazi di democrazia e creato la cultura del mercato senza regole. La politica oggi non ha la forza per cambiare le regole della finanza mondiale
Ai governi si stanno sostituendo le multinazionali, le grandi banche, i grandi fondi di investimento, che non hanno pi? nazione. Gli spazi di democrazia, invece di ampliarsi ulteriormente, si riducono e con essi il controllo dei cittadini sulla vita economica e politica del proprio Paese. Minore democrazia, impotenza e paura sono ostacoli alla crescita e alla convivenza civile e fanno rinascere populismi, nazionalismi, integralismi, razzismi, aspirazioni autoritarie, perch? alla globalizzazione dei mercati non corrisponde la globalizzazione dei popoli, delle nazioni, dei diritti. Si ? creata una cultura del mercato senza regole. In tale contesto, aumentano enormemente i margini per le speculazioni e cresce il distacco tra il successo finanziario e le caratteristiche di una economia solida. La finanza ? diventata padrona del mondo e delle condizioni di vita dei cittadini di intere nazioni. La politica, oggi, non ha la forza per cambiare le regole della finanza mondiale.

La crisi ha cambiato assetti sociali, politici, economici dell?intero pianeta
L?attuale crisi, nata in America come crisi finanziaria e mutata successivamente in una delle crisi economiche pi? gravi della storia moderna, ha evidenziato la superiorit? del potere della finanza su quello dell?economia reale, su quello politico, su quello sindacale. Questa crisi ha cambiato gli assetti sociali, politici, economici dell?intero pianeta, facendo assumere alla globalizzazione nuove forme e riportando in auge nazionalismi e politiche protezioniste. L?asse del mondo si sta spostando lentamente ma inesorabilmente dall?Europa e dagli Stati Uniti verso altri continenti, a partire da quello asiatico.

Rilanciare il sindacato internazionale. Rilanciare il sindacato europeo. Serve pi? Europa, non meno Europa. Basta con l?austerit? a senso unico
Per prima cosa, bisogna chiarire che il sindacato non ? un potere. ? definito tale, in termini dispregiativi, solo da chi ? al servizio dei poteri veri.
I sindacati di tutto il mondo hanno, tuttavia, accumulato ritardi organizzativi e, fin dal primo manifestarsi della globalizzazione dell?economia, avrebbero dovuto ridefinire il loro ruolo. Purtroppo, ? invece mancata la lungimiranza politica, quando non sono prevalsi gli egoismi nazionalistici o di organizzazione. Questi motivi hanno impedito, finora, al sindacato internazionale di esercitare adeguatamente le azioni per contrastare lo strapotere della finanza e la costituzione di grandi monopoli attraverso le multinazionali.
In Europa, i sindacati non sono riusciti a rafforzare il ruolo della Ces, di quello che sarebbe, cio?, dovuto essere il vero sindacato europeo e che invece rischia di diventare poco pi? di una rappresentanza culturale con una funzione burocratica, ininfluente sulle scelte sociali, economiche e politiche. L?Europa sociale si allontana sempre di pi?, mentre cresce senza alcun contrasto il modello neoliberista. L?Europa deve cambiare. Il processo di unificazione, forse troppo rapido, ? rimasto incompiuto ed ? cresciuta la distanza tra le istituzioni europee e i cittadini. Noi non crediamo che ormai sia possibile tornare indietro. Abbiamo gi? fatto troppa strada e le sfide della globalizzazione renderebbero troppo deboli le singole nazioni. Serve pi? Europa, non meno Europa, una vera Europa politica, che riprenda la costruzione di una Europa dei popoli, cos? come l?hanno sognata i padri fondatori. E bisogna cambiare le politiche economiche. Le politiche di austerit?, cos? come sono state programmate, non funzionano.
Chiediamo a Cgil, Cisl e Uil il massimo impegno unitario per costruire un grande sindacato globale, una grande forza di pace per il benessere e la giustizia sociale in Italia, in Europa, nel mondo, in grado di contrastare i veri poteri forti che condizionano la vita e lo sviluppo di intere nazioni. Solo riorganizzando e valorizzando le organizzazioni sindacali internazionali sar? possibile recuperare il ruolo del mondo del lavoro e dei pensionati e contribuire alla creazione di un mondo pi? giusto per tutti. Da parte nostra, ci impegneremo per rafforzare la Ferpa (la Federazione europea dei pensionati e delle persone anziane affiliata alla Ces) e per dar vita a una federazione internazionale dei sindacati e delle associazioni dei pensionati, in grado di tutelare al meglio i diritti delle persone anziane in ogni parte del mondo.

Prima della crisi l?Italia era uno dei Paesi pi? ricchi d?Europa
Prima della crisi l?Italia era uno dei Paesi pi? ricchi d?Europa (anche se le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza erano molte), ma ora sta pagando il conto per gli errori fatti. La Uil a pi? riprese aveva indicato le riforme che sarebbero state necessarie (riforma del sistema fiscale e lotta decisa all?evasione e ai privilegi; riduzione drastica della spesa pubblica; contrasto deciso a tutte le mafie; riduzione delle disparit? tra nord e sud e tra aree del Paese; valorizzazione del lavoro; innovazione e ricerca; investimenti nei servizi alla persona, all?infanzia e alla non autosufficienza). Anche la Uilp aveva avanzato proposte concrete per far uscire dalla crisi una Italia migliore, pi? forte, pi? giusta. Non siamo stati ascoltati e oggi l?Italia ne paga le conseguenze. ? molto pi? povera e con maggiori squilibri di prima.

Le scelte compiute in questi ultimi anni dai governi che si sono succeduti alla guida del Paese sono state sbagliate
Oggi, in Italia abbiamo chiuso il 20% delle attivit? produttive, licenziato oltre 3 milioni di persone, superato un record dietro l?altro di crescita del debito pubblico, fino a raggiungere il 136% del Pil.
Per far fronte alla crisi, i governi hanno applicato ricette inadeguate, aumentando le tasse in modo indiscriminato, bloccando o riducendo pensioni e salari, limitando diritti e tutele. Abbiamo anche assistito alla pi? imponente controriforma delle pensioni di tutti i tempi: una gigantesca operazione di cassa fatta ai danni del sistema previdenziale italiano, con un prelievo che nel periodo 2013-2020 superer? gli 80 miliardi di euro. Una manovra finanziaria fatta a danno dei lavoratori e dei pensionati su un sistema previdenziale giudicato sostenibile da tutte le istituzioni nazionali e internazionali, che ha prodotto gravissimi danni sociali ed economici: gli esodati, centinaia di migliaia di persone rimaste senza salario e senza pensione; il blocco del turn over, che ha innalzato la disoccupazione giovanile; il blocco della rivalutazione per le pensioni sopra tre volte il minimo e per quest?anno la modifica in senso peggiorativo delle modalit? di indicizzazione. In questo modo interi settori della popolazione sono stati spinti verso la povert?, senza risolvere i veri problemi del nostro Paese.
? ora che la politica, le istituzioni, i governi si assumano le proprie responsabilit? e smettano di scaricare le colpe sugli altri.

Disoccupazione giovanile e perdita del lavoro rischiano di far saltare il nostro sistema pensionistico
Alla tragedia della disoccupazione giovanile, che ha ormai superato il 44%, un dato senza confronti in Europa, si aggiunge la perdita di oltre 3 milioni di posti di lavoro. Questo rappresenta un pericolo e una grave minaccia anche per le pensioni in essere e future. Il nostro sistema pensionistico, infatti, ? un sistema a ripartizione: i lavoratori attivi versano i contributi con i quali vengono pagate le pensioni attuali, cos? come i pensionati di oggi hanno versato, quando lavoravano, i contributi per pagare le pensioni dei loro predecessori. Se si riduce troppo il numero dei lavoratori occupati, l?equilibrio salta e mancheranno i soldi per pagare le pensioni.

Abbiamo tradito i nostri figli e i nostri nipoti... altro che fannulloni
I nostri figli e i nostri nipoti sono cresciuti nel benessere e ora diciamo loro che devono tornare indietro, che non possono pi? avere quello che hanno avuto finora. Li abbiamo convinti che se avessero studiato, avrebbero avuto un lavoro migliore dei loro padri, cos? come era successo a noi. Hanno studiato, si sono laureati e ora li mandiamo a cercare fortuna all?estero. Li abbiamo traditi. Altro che fannulloni o bamboccioni, come qualcuno sostiene! Dobbiamo invece esser loro grati perch? non hanno intrapreso la via della protesta violenta e distruttiva.

Incontro tra generazioni: questo non ? un Paese per i vecchi e neppure per i giovani
Non c?? contrapposizione nella rappresentanza degli interessi di giovani e anziani. Senza coinvolgere il 20% della popolazione anziana, senza considerare il suo contributo alla societ?, le sue potenzialit? e anche le sue fragilit?, il Paese non riparte. Senza i giovani l?Italia non ha alcuna speranza. ? necessario dar loro fiducia, sicurezze e opportunit?. Questo non ? un Paese per i vecchi e neppure per i giovani. Dobbiamo cambiarlo insieme, vecchi e giovani.
La Uilp non ? un sindacato corporativo, non lo ? mai stato e mai lo sar?. La solidariet? tra le generazioni ? da sempre al centro dell?azione della Uilp e delle sue proposte.
L?iniziativa pi? recente: cinque borse di studio assegnate, dalla Uilp e dalla Fondazione Societ? Matura (fondazione attiva nel sociale promossa dalla stessa Uilp), a laureati con tesi relative alla condizione anziana. In occasione di questo nostro Congresso abbiamo stampato un volume in cui abbiamo pubblicato sia le tesi premiate, sia gli atti del convegno. Un lavoro che vogliamo diffondere anche fuori della Uilp. Dobbiamo infatti ascoltare di pi? i nostri giovani, comprenderli meglio e creare un canale di comunicazione che sia attivo in entrambe le direzioni.

Il sindacato ? un baluardo per la difesa dei diritti, non un elemento di conservazione
Sbaglia chi presenta il sindacato come elemento di conservazione, che impedirebbe proprio il cambiamento necessario. Il sindacato in Italia, dal dopoguerra ad oggi, ha svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Paese, per l?ampliamento dei diritti e dell?uguaglianza delle opportunit?, per la legalit? e la lotta contro le mafie e il terrorismo. Il sindacato non ? contro, ma per il cambiamento. Ma dobbiamo anche dire che non tutto il nuovo ? necessariamente positivo e non tutto il vecchio necessariamente negativo.

Il Governo Renzi deve cambiare rotta e coinvolgere le parti sociali
Il Governo concordi con le parti sociali, le associazioni, il mondo scientifico una politica economica che porti l?Italia fuori dalla crisi. Serve un grande sforzo unitario, con la partecipazione e il coinvolgimento di tutte le forze economiche, sociali e politiche del Paese. Il Presidente Renzi metta da parte l?arroganza e le scelte unilaterali che hanno aggravato la situazione e stanno dividendo l?Italia. Non continui a discriminare i pi? deboli, a penalizzare i pensionati. Ripristini la rivalutazione piena delle pensioni. Dia anche ai pensionati il bonus fiscale di 80 euro. Si procuri i soldi facendo finalmente pagare le tasse agli evasori. Faccia qualcosa di concreto per fermare la disoccupazione. Dia una speranza di futuro ai giovani. Non si renda responsabile della loro precariet?. Il lavoro precario produce economia precaria.

La riforma del lavoro, un?occasione importante se il Governo accetta il confronto. Contrari all?eliminazione dell?articolo 18
La Riforma del lavoro pu? essere una straordinaria occasione se il Governo accetta un confronto serio e costruttivo, senza demagogia e senza posizioni pretestuose e inaccettabili. La risposta non pu? essere per? il jobs act cos? come al momento delineato, perch? ci sembra contenere ulteriori elementi di precarizzazione, invece di ridurli o eliminarli. Cosa c?entra, poi, la riforma del mercato del lavoro con l?eliminazione dell?articolo 18? Cosa ci guadagna un giovane precario se si tolgono le tutele a suo padre? Dopo le modifiche introdotte dal precedente Governo, l?articolo 18 oggi ? solo un deterrente contro gli abusi dei datori di lavoro. Non ha praticamente costi e dunque non c?? alcuna utilit? alla sua soppressione. Come si pu? sostenere che l?articolo 18, dal momento che non si applica a tutti, ? discriminatorio e dunque va tolto? Anche gli 80 euro non sono stati dati a tutti, ma il sindacato non chiede di toglierli a chi li ha avuti, ma di darli anche agli altri, ai pensionati, ai precari, agli incapienti. Insistere per cancellare l?articolo 18 significa voler rompere a ogni costo la coesione sociale, voler costringere i lavoratori alla reazione. ? questo che cerca il Governo? Un alibi contro gli insuccessi sulle riforme? Per far credere ancora una volta all?opinione pubblica che la colpa ? degli altri?

Le persone anziane sono una parte significativa del presente e del futuro del nostro Paese. I pensionati non si faranno rottamare da nessuno
Il sindacato confederale viene attaccato anche per avere tra i suoi milioni di iscritti tanti pensionati. Ma in Italia oltre il 20% della popolazione ha pi? di 65 anni. ? essere conservatori dare rappresentanza a questi milioni di cittadini? Le persone anziane sono una parte significativa del presente e del futuro del nostro Paese. Svolgono un fondamentale ruolo sociale ed economico, all?interno e all?esterno delle famiglie, soprattutto in questo momento di crisi, in cui i giovani non trovano lavoro e molti adulti lo perdono. Con i pensionati e con le persone anziane ci si deve e ci si dovr? confrontare. Non si faranno rottamare da nessuno e continueranno ad esercitare i diritti di cittadinanza nel Paese, nelle istituzioni, nel sindacato. Siamo convinti che l?allungamento della durata media di vita non ? l?elemento che render? insostenibile il nostro modello di welfare, ma pu? essere invece uno dei cardini di un nuovo sviluppo, intorno al quale costruire innovazione, ricerca, tecnologia, nuovi servizi, nuovi posti di lavoro, nuovi modelli sociali. Insomma, una nuova idea di societ?.

Negli ultimi quattro anni la Uilp ha lottato per contrastare con decisione la cultura della discriminazione nei confronti delle persone anziane e dei pensionati
Sono passati quattro anni dal nostro precedente Congresso nazionale, quello di Giardini Naxos in Sicilia. La crisi cominciava a mostrare i suoi drammatici effetti e gi? allora assumemmo l?impegno di contrastare con decisione la cultura della discriminazione nei confronti delle persone anziane e dei pensionati e di riposizionare il loro ruolo nella societ? e nella percezione dell?opinione pubblica. Abbiamo anche ottenuto alcuni, parziali, ma comunque significativi, risultati nel confronto con i Governi che si sono succeduti in questi quattro anni. Quando il Governo Monti, con un Paese sull?orlo del default, decise il blocco totale della rivalutazione, riuscimmo a ottenere che scattasse per le pensioni sopra tre volte il minimo e non come era originariamente previsto (un risultato che ha tutelato milioni di pensionati con pensioni di poco superiori alla soglia di povert?). Siamo riusciti a far rifinanziare il Fondo nazionale per le non autosufficienze.
Il sindacato non ? la causa dei mali di questo Paese. Pu? essere invece un mezzo per risolverli.

Parte una grande mobilitazione unitaria dei pensionati
Con Spi-Cgil e Fnp-Cisl abbiamo concordato una vasta mobilitazione unitaria in vista della definizione della legge di stabilit?. Una fase articolata di iniziative che lanciamo ufficialmente proprio oggi, qui, nel corso del nostro Congresso. Il 5 novembre, tre grandi manifestazioni unitarie al nord, al centro, al sud: a Milano, a Roma e a Palermo. Successivamente, una mobilitazione davanti ai Comuni delle citt? pi? importanti per coinvolgere le istituzioni locali e i cittadini. Dobbiamo sviluppare iniziative che attirino l?attenzione dei media e sensibilizzino l?opinione pubblica sul lavoro che manca, sull?impoverimento dei pensionati e sulle discriminazioni attuate nei loro confronti, sul fisco iniquo, sulla non autosufficienza. Alla fine di questo percorso, pensiamo a una iniziativa nazionale, a Roma, che faccia il punto della situazione e programmi le successive iniziative unitarie. Noi chiediamo diritti e rispetto. E lo facciamo unitariamente. Perch? crediamo nella maggiore forza dell?agire insieme. Perch? ce lo chiedono gli iscritti.

Le nostre rivendicazioni
Chiediamo misure mirate per aumentare i redditi dei pensionati perch? una loro accresciuta capacit? di spesa pu? avere effetti positivi sul rilancio dei consumi. Effetti maggiori di quelli, abbastanza modesti, ottenuti con la detrazione di 80 euro ai lavoratori attivi, perch? i pensionati oggi, fortemente impoveriti, hanno una maggiore propensione alla spesa, per loro stessi e per i loro figli e nipoti. Chiediamo servizi sociali e socio sanitari pi? efficienti e il rilancio della sanit? pubblica, gratuita e universale. Chiediamo una legge nazionale per la tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, che affronti finalmente questa vera emergenza nazionale. Chiediamo una riduzione della tassazione, nazionale e locale, per i lavoratori e i pensionati e una razionalizzazione della fiscalit?. Chiediamo una riduzione drastica dei livelli istituzionali, dei costi della politica e una razionalizzazione della spesa pubblica improduttiva. Chiediamo investimenti per il lavoro e per i giovani.

Come arriviamo al nostro Congresso
Arriviamo al nostro Congresso e al Congresso confederale pieni di determinazione e convinti dell?importanza del nostro ruolo nel sindacato e del ruolo delle persone anziane nella societ?.
Il nostro percorso congressuale ? stato ricco e interessante, il dibattito vero, la partecipazione alta. Tanto orgoglio, voglia di partecipare e di non arrendersi. Si ? delineato il quadro di una organizzazione viva, presente sul territorio, competente, attiva nella contrattazione territoriale, considerata interlocutore rispettato dalle istituzioni locali e regionali. Una categoria forte, che continua ad avere iscritti e consensi. Una categoria che pu? rappresentare un elemento di forza e uno stimolo per tutta la Uil.

Prosegue l?impegno per il riequilibrio di genere negli organismi
C?? stato un costante impegno nel riequilibrio di genere: pi? donne tra i delegati ai congressi e pi? donne elette negli organismi e nelle segreterie. Oggi le donne nei nostri organismi sono mediamente il 23%. Un numero ancora assolutamente inadeguato, ma al precedente Congresso erano il 17%. C?? stato un aumento di quasi il 40%. Abbiamo praticamente raggiunto l?obiettivo di avere almeno una donna in ogni segreteria regionale, mentre al precedente Congresso erano ben sette le segreterie regionali composte da soli uomini. Siamo tuttavia ancora lontani da una rappresentanza paritaria. Un obiettivo che continueremo a perseguire con convinzione, perch? ? giusto per una organizzazione che si vuole veramente democratica e perch? ? necessario per continuare a crescere e per rappresentare sempre meglio i bisogni e i diritti di tutte le persone anziane, donne e uomini.

Uilp e Ital hanno ottenuto grande successo per la tutela dei pensionati in Italia e all?estero
Da sottolineare l?impegno che la Uilp e l?Ital (il patronato della Uil) stanno mettendo insieme nell?utilizzo di tutte le sinergie in Italia e all?estero per rendere meglio fruibili i servizi di patronato ai pensionati e alle persone anziane. In America latina e nell?Europa occidentale, dove la presenza di emigrati italiani ? molto numerosa, i risultati sono stati entusiasmanti.

L?importanza della formazione e il ruolo dell?Ada
La formazione riveste un ruolo fondamentale perch? c?? bisogno di sindacalisti sempre pi? preparati, in grado di leggere la realt?, di fornire risposte corrette e di elaborare rivendicazioni puntuali e radicate nei diversi contesti. In questi ultimi anni abbiamo investito molto nella formazione, anche insieme all?Ital e alla Confederazione. I risultati si vedono, soprattutto nella contrattazione territoriale.
In questi quattro anni, abbiamo anche consolidato la struttura dell?Ada (Associazione per i diritti degli anziani) volontariato e abbiamo preso l?impegno di costituire l?Ada servizi per completare l?offerta per i nostri iscritti e per essere sempre pi? vicini e utili ai cittadini.

Il sindacato deve riconquistare il consenso dell?opinione pubblica
Il sindacato confederale continua a raccogliere consensi nei luoghi di lavoro e tra i pensionati e resta una delle pi? grandi organizzazioni di massa del nostro Paese. Quello che va ricostruito ? il rapporto con l?opinione pubblica, con i media, con la politica. L?immagine del sindacato ? offuscata. ? compito di tutto il sindacato demolire i pregiudizi che lo riguardano. Il sindacato deve riconquistare il consenso e trovare il modo pi? efficace per dialogare con i cittadini. Pi? l?opinione pubblica conoscer? le nostre proposte e sar? coinvolta nella loro elaborazione, pi? sar? difficile per i governi dirci di no, perch? ? all?opinione pubblica che dovranno dire di no e non ad Angeletti o alla Uil.

Grazie ad Angeletti per il lavoro svolto in questi anni. Proseguire la riforma organizzativa
Il Segretario generale della Uil Luigi Angeletti, dopo 14 anni di impegno in prima linea, ha deciso di non riproporre la propria candidatura alla guida del nostro sindacato. Comprendiamo e rispettiamo la sua scelta. Angeletti ha gestito una delle fasi storiche pi? lunghe e difficili del movimento sindacale. Lo ha fatto con intelligenza, equilibrio e lungimiranza. E la crescita organizzativa della Uil costituisce il risultato pi? eloquente del suo operato. Vogliamo esprimere a Luigi la riconoscenza e la gratitudine per aver compreso e sostenuto le ragioni dei pensionati. Angeletti ha anche il merito di aver sostenuto il processo di cambiamento organizzativo avviato dalla Uil con la Conferenza di organizzazione di Bellaria, che ora dobbiamo continuare tutti insieme. La Uil ha infatti bisogno di innovazione; di ripensare le modalit? di elezione dei suoi gruppi dirigenti; di rinsaldare il rapporto con gli iscritti e con i cittadini; di snellire le segreterie, potenziando la presenza e le risorse nei territori; di rappresentare in modo pi? efficace la pluralit? del mondo del lavoro, senza dimenticare i pensionati. Come Uilp abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo la nostra parte affinch? la riforma organizzativa avviata prosegua con successo.

La forza della Uil sono le sue categorie e la sua confederalit?
Nonostante la gravit? della crisi e la propaganda antisindacale dei media, del Presidente del Consiglio, di parte del Governo, la Uil gode di ottima salute e crescono i consensi e le adesioni. La forza della Uil sono le sue categorie. Devono per? essere unite e operare in sinergia, per il bene di tutta l?organizzazione. La forza della Uil ? la confederalit?. Il livello confederale deve per? svolgere al meglio il suo compito di aiutare la composizione degli interessi. Solo se saremo uniti, se saremo in grado di portare avanti la riforma organizzativa che come Uil tutti insieme abbiamo deciso, se saremo capaci di realizzare un cambiamento vero di tutta l?organizzazione, avremo la possibilit? di contrastare l?attacco durissimo che ci viene sferrato e di dare il nostro contributo per far uscire dalla crisi un?Italia migliore, pi? solidale, pi? giusta, pi? onesta, pi? equa e per farla ridiventare un luogo dove ? bello nascere, crescere, lavorare e invecchiare."(08/10/2014-ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07