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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - IN ITALIA - DA OGGI AL VIA LA STAGIONE DEGLI SCIOPERI. OGNI SABATO IN PIAZZA I LAVORATORI LOCALI DEL PUBBLICO IMPIEGO INCONTRANO I CITTADINI

(2014-10-04)

  Anche in Italia come in Francia e da oggi al via la stagione degli scioperi.

Parte oggi da Regioni, Comuni, Province e Camere di Commercio il confronto aperto tra lavoratori dei servizi pubblici e cittadini sulla riforma pa. Un confronto che ? mancato con il Governo Renzi e la Ministra Madia su una riforma necessaria al paese, quella della riorganizzazione dei servizi di pubblica utilit?. Da qui alla manifestazione nazionale dell'8 Novembre, ogni sabato, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa saranno nelle piazze italiane per informare e sensibilizzare i cittadini sul lavoro di chi offre servizi, tanto nell'ambito pubblico quanto in quello privato. Maestre, educatori, tecnici, polizia locale, operatori di front-office, funzionari, amministrativi, insieme ai lavoratori di tutti i servizi pubblici locali porteranno in piazza, fuori dall'orario di lavoro, la loro professionalit?. Con i cittadini si confronteranno su una crisi di sistema che rende tutti pi? deboli e pi? soli.

Spiegano alla Funzione Pubblica delle tre sigle sindacali confederali:  La spesa delle autonomie locali nel 2013 ha raggiunto 234 miliardi di euro e si stima che nel 2018 toccher? il picco di 241 miliardi. Un aumento trainato dai consumi intermedi, in costante e inarrestabile crescita. Pesano per il 45%. Una sola voce ha contribuito al contenimento, il personale, che con oltre 3000 euro di mancati rinnovi ha visto ridursi il proprio potere d'acquisto, di fatto azzerata la formazione, asciugati gli organici: dal 2001 al 2012 le unit? tagliate sono state 49 mila e, all'orizzonte del 2018, questa cifra triplicher?.

Un paradosso, perch? proprio a questi lavoratori, le cui retribuzioni erano basse gi? prima del blocco della contrattazione, oggi si chiede un'enorme sforzo di modernizzazione. Senza contratto da 5 anni, senza mezzi,senza adeguate risorse per migliorare l'offerta dei servizi e realizzare una vera riorganizzazione che faccia leva sulle competenze. I 33,1 miliardi di euro di tagli effettuati dal 2010 al 2013 non hanno di fatto scalfito gli sprechi veri, le sacche di inefficienza e di cattiva spesa, ricadendo principalmente sull'offerta di servizi, quindi sui lavoratori che li offrono e sui cittadini che ne sono stati privati. A pagare sono come sempre le fasce deboli: l'infanzia, la disabilit?, gli anziani, i giovani e i disoccupati.

La spesa delle autonomie locali: quasi met? va in acquisti, appalti, incarichi
Nel 2013 la spesa delle autonomie locali ? arrivata a quasi 234 miliardi di euro. I redditi da lavoro dipendente pesano per il 29%, i consumi intermedi (acquisti, appalti, incarichi) per oltre il 45%. Da qui al 2018, secondo il DEF 2014, la spesa crescer? di circa 8 miliardi, trascinata dai consumi intermedi (pi? 10 miliardi), mentre quella per il personale scender? ancora di oltre mezzo miliardo.

Ma sui servizi si taglia
I tagli a Regioni, Provincie e Comuni (sanit? esclusa) equivalgono a 33,1 miliardi di euro dal 2010 al 2013. Senza alcuna riduzione degli sprechi, ma con ricadute dirette sui servizi.

Mentre le tasse locali continuano a crescere
Dal 1997 a oggi le entrate complessive (tasse, imposte, tributi e contributi) sono aumentate del 49,4%. Tra queste le tasse locali sono letteralmente ?esplose?: + 191% (+72,8 miliardi di euro), con un gettito che nel 2014 sfiorer? i 106 miliardi.

Il personale diminuisce, ma niente staffetta generazionale
I lavoratori impiegati in Regioni, Provincie, Comuni (al 2012) sono 580mila a tempo indeterminato e 75mila precari. Dal 2001 al 2012 i servizi pubblici locali hanno subito una riduzione del personale di 49mila unit? (-7%). E da qui al 2018 la staffetta generazionale promessa dal governo si risolver? in un nuovo taglio di oltre 12mila lavoratori.

L?innovazione ? ferma (e anche il salario): nessun investimento nelle competenze al servizio delle persone
Lo stop alla contrattazione ha causato il blocco di qualunque investimento nelle competenze e nell?organizzazione del lavoro. I lavoratori di Regioni, Province e Comuni hanno inoltre perso in questi 5 anni oltre 3mila euro di mancati rinnovi contrattuali e subito una riduzione del salario accessorio dell?11% (il doppio in proporzione alla riduzione del personale).

I bisogni crescono e i servizi sono a rischio
gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco pi? di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012, e la tendenza ? in aumento. Nonostante questo la presa in carico non supera il 4,3%. della popolazione anziana e i posti letto nelle Rsa accolgono appena il 2,5% degli anziani.
4,1 milioni di persone in Italia sono portatrici di disabilit? (il 6,7% della popolazione), nel 2020 diventeranno 4,8 milioni. L?assistenza sociale domiciliare copre appena il 7,4% del bisogno e appena l?1,9% l?assistenza integrata socio-sanitaria, la disponibilit? di posti nelle strutture residenziali non supera il 3,9%.

solo il 18,7% dei bambini fino ai 2 anni frequenta un asilo nido (si passa dal quasi 30% dell'Emilia Romagna al 3% della Campania)

con un tasso di disoccupazione al 12,6% e una disoccupazione giovanile al 43%, i centri per l?impiego riescono a seguire solo il 4,3% delle persone in cerca di lavoro e solo il 2,7% degli under 30.

Per agganciare la ripresa, i 4 milioni di aziende italiane hanno bisogno di semplificazione amministrativa, informazione economica, sostegno al credito, promozione del made in Italy, supporto all?internazionalizzazione e formazione. Di fronte a questo si tagliano i contributi per i servizi alle imprese.

Una situazione che richiede un'alleanza tra chi vede il proprio lavoro umiliato e chi, nonostante continua a pagare maggiori tasse e tributi locali, vede ridursi la propria rete di protezione.(04/10/2014-ITL/ITNET)

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