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ITALIANI ALL'ESTERO - ELEZIONI COMITES - CUMANI (COMITES MONACO):"I COMITES DEVONO ESSERE PORTAVOCE COMUNITA' ITALIANE NEI PAESI IN CUI VIVONO. SVILUPPARE UNA NUOVA OFFERTA PER NUOVA COMUNITA'"

(2014-09-26)

  Fisico in Germania Presidente del Comites di Monaco di Baviera ha dato il poprio convinto impegno alla comunit? italiana di Monaco di Baviera ma non ci riprova. Non si presenter? alle prossime elezioni dei Comites  "10 anni (quasi 11) sono tanti, ma soprattutto perch? ora vorrei concentrarmi sull'attivit? negli organismi tedeschi di cui faccio parte (oltre al "Runder Tisch f?r Integration" del Ministero bavarese della Pubblica Istruzione, anche il Consiglio per l'Integrazione del comune in cui vivo, Garching) e nella SPD. Ma anche perch? ? ora che i Comites si rinnovino anche nel personale. Abbiamo gi? detto che un adeguamento ai tempi ? diventato necessario, quindi cominciamo con il far entrare gente nuova ed idee fresche." Lo afferma nel corso di un'intervista rilasciata a Carla Ciarlantini-Krick e pubblicata dalla newsletter del Partito Democratico.

Nel frattempo ? impegnato nella preparazione delle prossime elezioni. Per lui comunque i Comites possono essere utili o inutili "Dipende da come il presidente ed i consiglieri di ciascun Comites vogliono far funzionare il proprio Comitato. Possono essere inutili, ma possono essere anche molto, molto utili ed importanti. Faccio un esempio dalla storia del nostro Comites. Quando la Germania modific? nel 2000 la propria legge sulla cittadinanza, ammettendo in alcuni casi la doppia cittadinanza, la Baviera dette della legge un'interpretazione restrittiva e per qualche anno rifiut? di riconoscere questo diritto ai cittadini di alcune comunit? - fra queste gli italiani - ai quali la cittadinanza tedesca veniva concessa solo se rinunciavano a quella di origine. Fummo noi del Comites a presentare nel 2004 il problema al Consolato e ad ottenere il loro aiuto per portare la questione a livello governativo, muovendoci parallelamente nei confronti del mondo politico tedesco, con contatti diretti ad ogni livello. Il ministero degli Interni italiano modific? un vecchio decreto del 1994 per superare alcune osservazioni critiche del governo bavarese, il quale alla fine si disse disposto a rivedere la sua decisione se l'Italia avesse fornito esempi di cittadini tedeschi residenti in Italia che avessero ottenuto la cittadinanza italiana senza dover rinunciare a quella tedesca. Di nuovo il Comites ed il Consolato si misero in moto, gli esempi furono trovati e la Baviera riconobbe anche agli italiani il diritto alla doppia cittadinanza."

Ma questo importante episodio ha anche fatto s? "che si avviasse un contatto diretto sia con le autorit? tedesche sia con i partiti del paese, che si ? molto sviluppato negli anni." ha affermato Cumani che ha segnala con piacere " Beate Merk (Ministro per gli Affari Europei del governo bavarese) e Joachim Herrmann (Ministro agli Interni, Edilizia e Trasporti nello stesso governo) mi hanno scritto quest'anno affermando di aver trovato nel Comites un interlocutore nella comunit? italiana che finora era mancato. Non a caso fra il 2007 ed il 2009 il Governo Federale mi ha chiesto di partecipare alla stesura del suo programma per l'integrazione (Nationaler Integrationsplan), dal 2009 partecipo al "Runder Tisch f?r Integration" del Ministero bavarese della Pubblica Istruzione e la consigliera Miranda Alberti - responsabile della Commissione Scuola del Comites - fa parte del gruppo di lavoro"Bayerischer Integrationsrat" promosso dal sottosegretario bavarese per l'integrazione".

D'altra parte aggiunge  "quando si vive in un paese, le decisioni delle istituzioni di quel paese - governo, regioni, comuni - toccano tutti quelli che ci vivono, indipendentemente dalla loro nazionalit?. Chi si autoesclude non pu? lamentarsi se poi le sue esigenze non arrivano alle istituzioni. I Comites possono e debbono essere i portavoce delle comunit? italiane presso le amministrazioni dei paesi nei quali queste vivono.
Meglio ancora sarebbe se a questo si aggiungesse un impegno diretto dei nostri connazionali nella vita politica dei luoghi dove risiedono. A partire dalla partecipazione alle elezioni amministrative locali, fino all'ingresso nei partiti tedeschi, in tutti i partiti (purch? fedeli alla Costituzione ed all'Europa): ed anche questa ? una campagna di sensibilizzazione che il nostro Comites porta regolarmente avanti da anni."

Questo ci porta ad un'altra critica che molti rivolgono ai Comites: quella di essere dei trampolini di lancio per persone che vogliono fare carriera politica ha chiesto Carla Ciarlantini-Krick.

Non nega Cumani "Questo in certi casi ? vero, ma non si capisce perch? debba essere considerato un fattore negativo. Chi vuole impegnarsi in politica deve comunque scegliere un campo d'azione dal quale iniziare. Pu? trattarsi delle organizzazioni di partito, del sindacato, dell'associazionismo sociale o culturale. Perch? non fare lo stesso partendo dai Comites?
Di fatto noi incoraggiamo apertamente la partecipazione alla vita politica del paese in cui viviamo. L'importante ? che l'impegno nel Comites e nella politica sia serio e svolto a vantaggio dell'intera comunit? e non solo della propria ambizione o del proprio interesse personale."

Ma allora, visti questi aspetti positivi, perch? i Comites ricevono tanti commenti cos? poco lusinghieri?
"Difficile dare una risposta esauriente. Probabilmente un motivo ? che esistono anche membri di Comites che vedono questa istituzione non come un luogo di confronto costruttivo e propositivo, ma un'arena per protagonismi, polemiche e litigi personali. E si sa, gli esempi negativi fanno notizia, il lavoro fatto bene invece tende ad essere invisibile.

Un altro possibile motivo ? che la composizione delle comunit? italiane all'estero ? cambiata rispetto a come era negli anni '60, quando nacquero i primi Comites. A quel tempo anzitutto si emigrava solo per necessit? e con l'intenzione di tornare prima o poi a casa. L'integrazione nel paese ospitante non era una priorit?. In secondo luogo, l'assistenza che gli italiani all'estero richiedevano era soprattutto in campi come la protezione nei rapporti di lavoro o la gestione di situazioni di discriminazione.
Oggi invece vanno all'estero anche laureati che lavorano per le multinazionali, studenti che fanno l'Erasmus e finiscono col rimanere, liberi professionisti che fondano attivit? imprenditoriali.
Non che i problemi di chi emigra per necessit? siano scomparsi, ma a questi si ? aggiunto un nuovo pubblico per il quale i Comites dovranno sviluppare una nuova offerta...."(26/07/2014-ITL/ITNET)

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