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LAVORO ITALIANO NEL MONDO - INCONTRO ITALIANI POLO AREONAUTICO DI TOLOSA CON PATRONATO ITAL UIL /UIM - IL CASO ATR/ALENIA - VALENTINO CORRADO: COMPLESSA SITUAZIONE PRIMI PENSIONATI. IL FLUSSO DALL'ITALIA CONTINUA"

(2014-07-11)

  Il quadro delle tutele offerte dai Patronati italiani, nel mondo del lavoro e del sociale, si ? ampliato considerevolmente alla luce di una riforma legislativa che ha preso atto, a partire dai primi anni del 2000, di un intervento piu' che necessario in materia di diritti soggettivi del lavoratore e del cittadino italiano all'estero a fronte di errori e discrasie della Pubblica amministrazione, ma non solo. Errori che generano problemi di non poco conto soprattutto all'estero, dove i cittadini italiani sono sia impossibilitati ad un confronto diretto con i referenti istituzionali italiani che nelle more di una complessa applicazione delle normative sul fronte bilaterale e comunitario europeo.

E tra i nuovi problemi che il Patronato sindacale si trova ad affrontare, nell'ambito di una sempre maggiore collaborazione con i sindacati locali, la tutela dei diritti individuali ed insieme collettivi nel mondo del lavoro alla luce di una contrattualistica internazionale non sempre chiara, i cui effetti si riverberano pesantemente sulla situazione previdenziale dei nostri lavoratori, spesso con evidenti discrasie rispetto ai colleghi autoctoni. Aspetti previdenziali internazionali sui quali i patronati italiani hanno maturato una notevole professionalit? ed esperienza nell'ambito dei consolidati rapporti con i sistemi previdenziali ed istituzionali locali, divenendo immediato riferimento non solo dei singoli lavoratori e cittadini ma anche delle organizzazioni sindacali locali e delle stesse Istituzioni italiane presenti sul territorio (Consolati).(vedi:
 
E' il caso dei lavoratori italiani del Gruppo Finmeccanica (ex Aeritalia, poi Aermacchi- Alenia) di stanza al polo aerospaziale di Tolosa, in trasferta e poi in distacco dalle aziende dei due poli areonautici della Campania e della Puglia negli anni ottanta, cui nel tempo si sono aggiunti altri tecnici e quadri italiani.

Situazioni che stanno riportando alla luce vecchi e nuovi problemi  sia sul fronte del diritto del lavoro che in materia di sicurezza sociale dei lavoratori migranti.
A parlare del caso "ATR" - sigla del gruppo di interesse economico franco italiano produttore di aeromobili formato nel 1981 dalla francese A?rospatiale (gruppo EADS) e dall'italiana Aeritalia - nel corso del Seminario promosso dal Patronato ITAL UIL Francia e UIM nazionale l'8 luglio a Tolosa ? Corrado Valentino, un dipendente del gruppo di connazionali presenti dagli anni ottanta ed ormai in vista della pensione.

Racconta il dipendente dell'ATR "dopo un periodo di scioperi ad oltranza a Pomigliano (uno dei poli del settore areonautico italiano) sono riuscito a mettere piede in Francia. All'epoca forse le cose errano pi? facili per chi arrivava, nel senso che mi hanno aiutato ad indirizzarmi alle istituzioni francesi per l'assistenza sanitaria ed altre incombenze. Le cose sono andate avanti cos?  per anni per  noi che avevamo uno statuto del personale Alenia "in trasferta".

Poi, la securit? social francese non ha accettato pi? che si  andasse avanti e indietro con i nostri modelli 106 per l'assistenza ed i rimborsi da chiedere all'INPS. Quindi il nostro statuto ? cambiato e siamo diventati "distaccati".  Di fatto siamo sempre rimasti legati alla casa madre italiana ma con un contratto di diritto francese.
Una situazione che noi definiamo quantomeno ibrida - afferma Corrado Valentino - perch? non sappiamo neanche fino a che punto sia legale. Abbiamo una busta paga al 100% italiana insieme alla quale ci viene dato un altro contratto francese con una lista di un milione di cose che paghiamo, come i nostri colleghi francesi,  ma non sappiamo neanche se abbiamo diritto a tutto.  Siamo tassati sia sulla trasferta che sullo stipendio.

In realt? - aggiunge il dipendente italiano di ATR, "prima la Francia non ci faceva pagare le tasse perch? eravamo italiani, e l'Italia neanche perch? vivevamo e spendevamo in Francia, Quando ? arrivato l'euro, per?,  ci hanno chiesto di pagare tutte le tasse pi? tre anni di arretrati. Alla fine Alenia ? intervenuta pagandoci questi arretrati ma si sono aggiunti al reddito e quindi sono stati nuovamente tassati."  Ma i problemi non finiscono qui. L'accenno ? veloce ma efficace. "Abbiamo visto crescere le buste paga dei francesi, mentre le nostre sono rimaste al palo per una quindicina d'anni...".

D'altra parte, prosegue Corrado Valentino: "il flusso dall'Italia comunque prosegue, anche se i numeri sono diversi. Sono molti i contratti locali. Tuttavia attualmente ci sono molti giovani immigrati italiani  che hanno chiesto di fare stage in ATR - parti degli aeromobili viene costruita in Italia dalle aziende di Finmeccanica. Inoltre c'? un indotto importante - e molti dopo lo stage lavorano ormai qui in Francia con il nuovo statuto Alenia."

Sul fronte contributivo, spiega il lavoratore dell'ATR "Noi fino al 2003 siamo stati di fatto sotto l'egida Inps poi quando ci hanno fatto il contratto di distacco abbiamo chiuso i ponti con l'INPS, aprendo la nostra posizione contributiva con l'omologa INPS francese, alla quale i successivi 12 anni abbiamo versato i contributi. Ora alcuni colleghi sono andati in pensione e le cose non sono affatto semplici. Si tratta di mettere insieme una parte dei versamenti INPS, che  oltretutto sono congelati a 12 anni fa, pi? una parte di versamenti francesi che sono copiosi per quello che ci riguarda. Ma la somma delle due pensioni non arriva a quella che avrebbe dovuto essere la pensione italiana se avessimo continuato a versare i contributi in Italia.

Poi c'? la difficolt? di colloquiare con l'INPS in Italia, un ente  che sta a 1500 km ed un ente francese che non ci conosce o almeno ci conosce solo dal 2004, per cui abbiamo dovuto dimostrare che eravamo in precedenza assicurati con l'INPS italiana, portando tutte le nostre buste paga. Inoltre i due enti hanno difficolt? a colloquiare tra loro. Non siamo in pochi. Per ora una cinquantina in ATR ma ci dovrebbero essere altri italiani nelle stesse condizioni."

Un gruppo di lavoratori italiani che - secondo una rapida stima - dovrebbe ammontare ad oltre duecento, ma occorrer? approfondire l'argomento con la collaborazione dei sindacati francesi. Force Ouvri?re in prima linea, come ha assicurato  Gilles Denosjean, intervenuto all'incontro. Sindacato con il quale il Patronato ITAL UIL collabora attivamente e presso le cui sedi si trovano alcuni uffici dell'ITAL France. Un primo incontro sulla questione - annuncia Sebastiano Urgu, coordinatore nazionale dell'ITAL UIL France - ci sar? il 25 luglio e servir? per precisare approfondtamente i problemi.

  Sulla situazione - ha fatto presente Alberto Sera, consigliere delegato ITAL UIL, a conclusione dell'incontro - si sarebbe potuto fare da tempo ricorso ai CAE (ndr. i Comitati Aziendali europei ) che  rappresentano nello scenario delle relazioni industriali e del dialogo sociale a livello europeo l?organismo aziendale sovranazionale pi? rilevante. E sui quali l'Unione Europea ha pubblicato nel 2009 una nuova direttiva (ndr. la precedente era del 1994) per il rilancio della loro funzione in un contesto in cui i cambiamenti che la crisi sta imponendo devono essere affrontati sotto tutti gli aspetti in modo partecipato e il pi? possibile con soluzioni condivise.(11/07/2014-ITL/ITNET)

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