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ITALIANI ALL'ESTERO E IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - CREATIVITA' DEGLI ITALIANI NEL MONDO- SOLLAZZO(PRES. CIM):"ABBIAMO SITUAZIONI POSITIVE ALL'ESTERO E NEGATIVE IN ITALIA. CARROZZONI INUTILI"

(2014-06-17)

  ?L?impresa la cultura e la creativit? degli italiani nel mondo? ? il tema dell?incontro tenuto il 14 giugno, a Roma in occasione del quale la CIM ? Confederazione degli Italiani nel Mondo, presieduta da Angelo Sollazzo, ha presentato il XII Congresso Mondiale della Confederazione degli Italiani nel Mondo.
L'iniziativa presieduta dal Pres. Angelo Sollazzo ha visto gli interventi dei rappresentanti dell'esecutivo della CIM e di importanti ospiti, fra cui esponenti dell'ambasciata dei Cuba e del Brasile, ma anche da rappresentanti della comunit? Capoverdiana in Italia. 

  Tremilaseicento le associazioni italiane "conosciute e riconosciute" nel mondo che aderiscono alla Confederazione degli Imprenditori Italiani nel Mondo, "una struttura autonoma, senza fini di lucro, aperta a tutti i contributi, che hanno come obiettivo la salvaguardia e gli interessi dei nostri connazionali, il suo successo ? dovuto alla scelta di affrancarsi da ogni collateralismo politico, partitico, sindacale e religioso. Rappresentando invece un contenitore delle molteplici presenze associative, e di rappresentanze regionali di categoria e territoriali. In questa direzione, allo scopo di incrementare le relazioni" ha fatto presente il Presidente della CIM, che ha spiegato come, in realt?, l'organizzazione "esista da circa trent'anni anche se prima aveva altri nomi, unione italiani all'estero, federazione delle associazioni degli italiani all'estero.
Nel 1994 per un impegno particolare dell'allora ministro per gli italani nel mondo, Sergio Berlinguer, si decise di mettere insieme tutte le varie associazioni e organizzazioni presenti nei vari continenti, per dar vita
ad un contenitore nuovo,un'grande organizzazione a carattere confederale.  Nel mondo ci sono 3600 associazioni e di queste oltre duemila aderiscono alla nostra confederazione."

Peculiarit? della Confederazione ?  "Rinunciammo fin da subito al finanziamento pubblico, tutto quello che fa la nostra organizzazione, tutto quello che la cim porta avanti non ha finanziamento pubblico per scelta. E vi garantisco che rinunciamo a cifre consistenti. Tutto questo non ci ha impedito di svolgere una serie di congressi molto significativi, come diceva il segretario generale abbiamo fatto congressi importanti a Buenos Aires come a Rio de janeiro, a Varadero a Cuba, come A New york, e Parigi, Montreal. Addirittura siamo andati nella lontanissima Australia, con  migliaia di partecipanti. Questo perch? la CIM rappresenta la nuova emigrazione. Oggi non si parla pi? di emigrati, oggi si parla di italiani nel mondo, non perch? la parola emigrato suonasse male, ma perch? obiettivamente siamo alla quarta generazione, in alcuni paesi alla quinta generazione, e cio? fare riferimento agli emigrati del 1890, addirittura del 1830,  cio? 40 anni prima dell'unit? d'Italia, noi abbiamo proprio in argentina una associazione del 1830, allora c'era una emigrazione dovuta alla fame....

  Oggi possiamo dire che ? terminata l'emigrazione ? No, abbiamo 100.000 emigrati negli ultimi 4 anni, non sono gli stessi, non hanno la valigia di cartone, non hanno quel tipo di necessit? impellente, sono giovani, sono ricercatori, medici, ingegneri, professionisti, imprenditori piccoli e medi, che sono costretti ad andare in questi paesi, 20.000 giovani laureati andati via negli ultimi 3 anni, ma questo ? motivo di dibattito politico, quello che voglio qui ricordare ? che quando parliamo di emigrati italiani, parliamo di una collettivit?, di una comunit?, di una presenza di 60 milioni di persone, e che a parte quello che ? accaduto fino a 5-6 anni fa, oggi questa terza e quarta generazione di italiani nel mondo, chiedono cose diverse, discutono di problemi diversi rispetto al passato, perch? sono persone diverse, all'estero sono ormai tutti imprenditori, industriali, professionisti, gente di successo, quindi abbiamo una realt? diversa, e allora ecco il congresso della CIM, l'apporto, il sostegno, l'aiuto che le nostre collettivit? all'estero possono dare loro questa volta all'italia per farci uscire dalla crisi.

Allora io credo che dobbiamo ripensare al discorso della identit? culturale italiana, dobbiamo ricominciare a discutere della italianit?, e dobbiamo farlo come cim anche considerando le realt? regionali, delle 2000 associazioni ed oltre che aderiscono alla cim almeno 1300 sono regionali, i calabresi in primis, poi i friulani, al terzo posto i pugliesi, chiaramente si apre un altro aspetto, le associazioni di rientrati come abbiamo per esempio in abruzzo, centinaia di rientrati dal Venezuela, li abbiamo nel basso lazio, centinaia di rientrati dall'Argentina, anche quelli si sono costituiti in associazioni che aderiscono alla nostra confederazione. Abbiamo bisogno di avere una attenzione particolare sui giovani, su coloro i quali stanno andando all'estero non sempre con una certezza di lavoro, spesso alla ventura, e sono tanti, e forse uno sforzo diverso da parte del ministero degli esteri va fatto. Dobbiamo fare un riferimento specifico a quello che noi rappresentiamo e quello che noi vogliamo essere. Le situazioni sono importanti, i problemi tanti, per? la proposta politica ed associativa della CIM.

...L'Italia ha fatto l'impossibile per sbagliare tutto in questo campo, intanto ha messo in piedi una serie di strumenti farraginosi, di strutture che non funzionano e sperperano denaro e che non sostengono assolutamente ed adeguatamente le richieste che fanno i nostri connazionali all'estero. Faccio riferimento alla simest, una societ? che era nata per sostenere le imprese italiane all'estero;  alla SACE...societ? assicuratrice che avrebbe dovuto assicurare gli investimenti delle nostre aziende all'estero, all'ICE che ? un disastro.. Abbiamo il bubbone delle camere di commercio, che non funzionano, che non difendono i nostri imprenditori, e questo ? un altro aspetto che noi dobbiamo esaminare, le banche che hanno i soldi per finanziare le nostre imprese all'estero, ma i soldi non arrivano o quando arrivano ormai ? troppo tardi. ...

Io credo che noi dobbiamo far capire perch? ci troviamo molto spesso in situazioni positive all'estero e in situazioni negative in Italia, perch? non vengono mai gli imprenditori esteri ad investire in Italia...

i europei, eppure abbiamo le pi? belle menti e le migliori aziende nel campo della progettazione e delle realizzazioni.
Nell'ottobre 1992 prima di tutti presentai in parlamento la proposta di legge sul voto all'estero perch? quella che c'? ? ... una legge incostituzionale e soprattutto inapplicabile. Io mi auguro che in questi mesi si sta parlando della riforma della legge elettorale pu? candidare, mentre un italiano che si trova in Italia no. Allora io credo che la cosa pi? normale sia che io devo tutelare i miei interessi che ho inItalia non quelli che ho all'estero. Un deputato di origine italiana nel parlamento australiano mi diceva: ma io sono gi? deputato, io tutelo gli interessi degli italiani che vivono qua, quelli che hanno interessi in Italia devono essere gli italiani a tutelarli, ? una cosa elementare.

Ma vi sembra possibile che noi abbiamo due ragazzi in India e l'Italia non ? capace di riportarli a casa. Vi sembra possibile avere migliaia di giovani in missione militare all'estero con la spesa di oltre due miliardi, per avere che cosa ? , con il 46% di giovani disoccupati, abbiamo proprio questa grande capacit? economica per mandare migliaia di giovani militari all'estero? Non sarebbe meglio per esempio aiutare i giovani a trovare lavoro, ecco io credo che queste sono le considerazioni pi? significative e pi? importanti, io credo che la nostra confederazione debba prestare un' attenzione particolare ai problemi della cultura, senza scuola, senza cultura, senza sostegno alla cultura non si va da nessuna parte. Aggiungo: senza sostegno all'insegnamento della lingua italiana all'estero non si va da nessuna parte. La Cina spende 50 volte in pi? rispetto all'Italia per l'insegnamento del mandarino cinese. Noi dobbiamo ringraziare alcuni volontari, la Dante Alighieri, dobbiamo ringraziare alcune realt? locali, in Australia ci sono 300.000 persone che parlano italiano,  noi abbiamo bisogno di fare uno sforzo in questo settore della cultura, dobbiamo per esempio riformare radicalmente gli istituti di cultura, che sono obiettivamente un carrozzone inutile. Abbiamo bisogno di ripensare alle sedi diplomatiche. Ecco questo credo che sono e debbano essere le tesi della nostra confederazione.  Chiaramente anche i diplomatici devono cambiare modo di pensare, gli ambasciatori devono produrre, promuovere il made in Italy.(17/06/2014-ITL/ITNET)

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