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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - REGNO UNITO - "ACCESSOR": PROGETTO UE / PATRONATO INCA. POMPEI(RESP.INCA UK):"LAVORATORI ATIPICI STESSE CONDIZIONI IN TUTTI I PAESI UE. RISULTATI A GENNAIO 2014"

(2013-07-05)

  Un progetto estremamente interessante perch? tocca una delle problematiche pi? sentite al momento, ovvero l?accesso alla prestazioni previdenziali ed assistenziali da parte dei lavoratori dei contratti atipici. Stiamo parlando di "Accessor"  il terzo progetto promosso dal Patronato INCA e dalle sedi INCA dei Paesi Europei,  supportato dalla Commissione UE.
Terzo progetto, dopo TESSE (coordinato dall'INCA Belgio) ed  ESOPO (coordinato dall'INCA Francia), che "si sviluppa in varie fasi di ricerca e approfondimento sulle diverse tipologie dei contratti atipici con il coinvolgimento di 7 Paesi in cui l?INCA ? presente con i propri uffici (Belgio, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Italia)  ed i partners sindacali di questi  Paesi." spiega Marisa Pompei, responsabile INCA Regno Unito che coordina il progetto Accessor

"Una volta approfondito l?aspetto contrattuale della tipicit? del lavoro, verr? messo a confronto con l?accesso alle prestazioni previdenziali ed assistenziali (appunto ?accessor ?) con particolare attenzione ai regolamenti europei e come ci? si applicchi ai lavoratori o lavoratrici atipici"

Afferma l'esponente del Patronato INCA "Allo stato attuale, l?atipicit? dei contratti ? un dato comune un p? a tutti i Paesi UE. Direi quasi che l?economia impone, per certi versi, l?utilizzo di contratti che non solo non sono pi? a tempo indeterminato ma che permettono alle aziende di potersi liberare di quello che loro considerano il costo del lavoro dove, come e quando ritengano pi? opportuno. E? una pratica  molto utilizzata e sulla quale il sindacato si ? espresso piu? volte in maniera negativa ma ? una pratica con la quale dobbiamo convivere . Quindi, pru convivendo con questo tipo di fenomeno vogliamo sapere quali sono le conseguenze dirette sulla vita delle persone."

Ci sono Paesi migliori o peggiori in quest'ottica ? Per la sindacalista della CGIL "Uno degli aspetti piu? sconcertanti dell?unificazione europea ? che molte condizioni si ripropongono in parecchi Paesi. Il lavoro atipico c?? dappertutto anche nei Paesi a con un welfare state avanzato. Oggi assistiamo purtroppo a riduzioni di intervento nei confronti dei lavoratori e lavoratrici, per cui  non possiamo fare una classifica e se proprio vogliamo provare a dare un giudizio, direi che preferirei essere una lavoratrice atipica in Svezia piuttosto che in Italia! "

E nel confronto uomo ?donna quali le condizioni peggiori ?
  "Le donne soffrono della storica questione del tardivo ingresso nel mercato del lavoro  in quanto ancora molto impegnate nella famiglia, nella crescita dei figli e dunque anche all?accettazione dei ruolo inferiori , per cui fa pi? ricorso al lavoro atipico di quanto non succeda per gli uomini,  ma ? vero anche che i giovani indipendentemente dal sesso sono quelli che vengono maggiormente interessati dalla precariet?. Quindi per le donne sono peggiori le condizioni sicuramente, soprattutto in una certa fase della loro vita, ma a livello di giovani distinzione fra i due sessi ? difficile farne."

D'altra parte, "Accessor" serve non solo a stabilire il grado di applicazione ei regolamenti comunitari nell?ambito dei lavoratori e lavoratrici con contratti atipici ma anche a creare momenti di  formazione per i sindacalisti che partecipano al progetto stesso e per gli operatori dell?INCA CGIL. Per cui: al momento stiamo esaminando i rapporti che ogni Paese ha prodotto;  in seguito verranno predisposte analisi comparative delle varie realt? europee (prima della fine di ottobre) che saranno trasformate in momenti di formazione (a gennaio 2014) ed alla fine di febbraio 2014 il progetto sar? concluso", spiega l'esponente del Patronato, che sottolinea come "I sindacati di altri Paesi hanno salutato non solo con entusiasmo l?iniziativa cui partecipano volentieri perch? tale partecipazione ? uno strumento fondamentale per capire come affrontare e come conoscere meglio i problemi legati ai contratti atipici negli altri Paesi. Il progetto serve, in buona sostanza, senza dubbio ad arricchire le loro conoscenze".

Lecito domandare se finora la Commissione UE abbia fatto tesoro di quanto emerso nei due primi progetti ?
"La Commissione Europea - risponde Marisa Pompei - ? sempre molto attenta e ben disposta alle proposte che vengono dall?INCA CGIL. C?? da dire che l?INCA nazionale offre un sostegno anche qualitativo  importante. Per cui ? chiaro che senza il sostegno dell?INCA nazionale ? che ci accompagna passo dopo passo nella realizzazione dei progetti ? sarebbe difficile anche ottenere quel riconoscimento dovuto da parte della stessa Commissione".

Una domanda in quanto esponente della Comunit? italiana e di un Patronato che rappresenta un Osservatorio privilegato sulle dinamiche sociali: sono tanti i giovani che stanno arrivando dall?Italia ?
"Tantissimi ! Il Consolato italiano riceve 1.200 richieste di iscrizione all?AIRE al mese e teniamo conto che ? solo una piccola parte delle persone che chiede l?iscrizione all?AIRE e che il grosso sfugge alla statistica.  E? talmente alto il numero dei cittadini italiani che arrivano nel Regno Unito , parlo della meta principale che rimane Londra, ma non si escludono Manchester, York ed altri centri importanti della Gran Bretagna, oltre all?Irlanda del Nord e la Scozia .
Tant?? che il Ministero degli Affari Esteri ha acquistato una nuova sede per il Consolato Generale di Londra , che funzioner? probabilmente dal prossimo mese di ottobre  2013, dove saranno impiegate 58 persone  e che far? del Consolato d?Italia a Londra il Consolato pi? grande dopo quello di Buenos Aires. Questo investimento ? la risposta pi? chiara a quel che sta avvenendo".

Dunque, il discorso del rientro dei ?cosiddetti ?Cervelli in fuga?  lascia un p? il tempo che trova,  sfugge agli interventi che vorrebbero porre in atto ?.
  Per l'esponente sindacale "Il rientro dei ricercatori ? una questione molto complessa che noi amiamo ridurre alla questione dei ?cervelli? ma che comporta tutta una serie di elementi legati al fatto che i ?cervelli? sono molto mobili ed il rientro definitivo dei cervelli non succeder? mai. Potr? essere un impegno temporaneo in specifiche istituzioni italiane ma i ?cervelli? per definizione non hanno limiti di residenza".

Quanto alla comunit? tradizionale della vecchia emigrazione, oggi integrata nella maggioranza dei casi, quali i problemi pi? evidenti ?
"E' una comunit? storica integrata a vari livelli. Per noi , che siamo vicini alla comunit?, il problema pi? importante e triste che rileviamo continuamente ? la solitudine familiare, tradizionale, persa nel momento in cui hanno lasciato l?Italia. Qui  rimangono soli in una societ? nella quale, anche ad alto livello di integrazione, si sentono comunque stranieri, non avendo mai abbracciato appieno la lingua e la cultura locale . E questo ? uno dei problemi pi? tristi e di difficilissima soluzione."

Possibilit? di collegamento fra le nuove generazioni e le vecchie generazioni anche a supposto di queste situazioni ?
"No ! Solo quando gli interessi coincidono e difficilmente ci? avviene ! Probabilmente bisognerebbe crearle queste situazioni e sarebbe un?opera meritoria e degna di sostegno perch? significherebbe che le nuove generazioni in qualche modo resituiscono quello che dalla societ?, pur non sapendolo, hanno ricevuto".

Un ruolo che dovrebbero avere i Comites ?
"I Comites sono espressione di una rappresentanza che va rivista anche alla luce delle nuove esigenze delle diverse emigrazioni." conclude l'esponente del Patronato INCA nel Regno Unito.(05/07/2013-ITL/ITNET)

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