Direttore responsabile Maria Ferrante − venerdì 19 aprile 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

ITALIANI ALL'ESTERO - ASSEMBLEA CGIE - CAROZZA(SEGR.GEN.)" COOPERATIVI MA VIGILI SU TRADUZIONE OPERATIVA AFFERMAZIONI E FATTI: SCUOLA, LUNGUA E CULTURA. MIN.BONINO INDICA ELEZIONI COMITES E CGIE MARZO 2014..."

(2013-06-26)

  Un lungo intervallo dalla precedente Assemblea del CGIE, che ha registrato dolorose dipartite (dai consiglieri Centofanti e Lizzola, a quella dell'ex Direttore Generale degli Italiani all'Estero del MAE, Amb. Zuppetti) ma che ha reso ancor pi? necessario ed al tempo stesso impegnativo ed urgente ottenere delle risposte sul futuro di questo organismo, pur con la volont? "di mettere a vostra disposizione, le conoscenze, le esperienze e l'impegno volontario di ognuno di noi singolarmente e di tutto il Consiglio Generale nel suo insieme", come ha fatto presente il Segretario Generale del CGIE nella relazione di apertura..

ELEZIONI POLITICHE
"Questa lunga pausa ? dovuta, come sapete, alle elezioni politiche di febbraio, alla elezione del Presidente della Repubblica, al quale va il nostro pi? caloroso saluto, la nostra considerazione e il pi? alto senso dl rispetto e di stima, e infine alla formazione del nuovo Governo.

Sulle operazioni elettorali, avremo un punto all?ordine del giorno che ci consentir? di esprimere la nostra valutazione per gli aspetti riguardanti la circoscrizione Estero, e quindi non voglio anticipare la discussione di merito. Sulla base della mia esperienza diretta, comunque, sento di poter dire che tanto il Ministero a livello centrale quanto la rete diplomatico-consolare hanno fatto il possibile, e talvolta l?impossibile, per far fronte ai loro compiti, tenendo conto delle scarse risorse umane e finanziarie a disposizione: Voglio cogliere questa occasione per ringraziare tutti per il lavoro svolto.

Tuttavia, avendo personalmente utilizzato il medesimo indirizzario fornito dal ministero degli Interni per l?invio dei plichi, ho potuto constatare che un numero importante di indirizzi ? risultato errato, tanto che ho avuto una rilevante restituzione di materiale della mia campagna elettorale. Devo ribadire che senza la certezza dell?elenco degli elettori, il voto all?estero rischia di non avere la credibilit? sufficiente per reggere alle riserve e alle critiche che certo non mancano,in buona e in cattiva fede.
L?unico rimedio a questa problema di fondo ?  quello gi? indicato pi? volte dal Cgie: una limitata modifica della legge elettorale con l?introduzione della cosiddetta ?opzione inversa?, che porterebbe i cittadini che desiderano esprimere il voto nella circoscrizione Estero a farne espressa richiesta. Con questa ragionevole e ormai improcrastinabile riforma si difende il necessario voto per corrispondenza, si alza notevolmente il livello di certezza della destinazione del plico e si ottengono rilevanti risparmi, che potrebbero essere destinati alla campagna di informazione, quanto mai utile per sostenere la partecipazione.

A proposito di elezioni, desidero porgere gli auguri pi? sentiti di buon lavoro ai 18 parlamentari eletti nella circoscrizione estero e, in particolare, al Senatore Claudio Micheloni, eletto Presidente del Comitato per le questioni degli italiani all'estero. Allo stesso tempo, mi auguro che al pi? presto venga insediato il Comitato per gli italiani all?estero anche alla Camera dei Deputati al fine di completare l?insieme dei riferimenti istituzionali per i cittadini italiani all?estero.

Abbiamo apprezzato le parole espresse dal Presidente del Consiglio al  momento della fiducia nei due rami del Parlamento, con le quali ha affermato l'attenzione del Governo verso le comunit?  italiane all'estero e richiamato il ruolo che esse devono avere nel quadro dell'internazionalizzazione del nostro Paese.

Una risorsa che l'Italia deve valorizzare e saper utilizzare. Concetto riaffermato in pi? occasioni dallo stesso Ministro Bonino da quando ? in carica.

Per il ruolo che ricoprono, per la loro personale seriet? politica e - se mi ? consentito ? per il forte senso delle istituzioni di cui hanno costantemente dato prova gli italiani che vivono nel mondo, crediamo alla sincerit? delle loro dichiarazioni.

Per quanto ci riguarda, a partire da questa Assemblea saremo disponibili a dare il nostro contributo, ma nello stesso tempo anche attenti e vigili a verificare la traduzione operativa che il Governo ne far? passando dalle affermazioni ai fatti. Per chiarezza e per il rispetto dovuto ai nostri importanti interlocutori istituzionali, voglio dire che il passaggio pi? delicato non ? costituito dalla natura delle intenzioni e dalla mancanza di sensibilit?, ma dal grado di coerenza tra le dichiarazioni di buona volont? e i programmi operativi e gli atti di governo che si adottano.

Ci auguriamo che questa forbice, troppo larga negli anni passati, incominci concretamente a richiudersi.
L 'ordine del giorno di questa plenaria contiene da un lato le questioni pi? urgenti da trattare e dall'altro quelle che richiedono attenzione nel quadro delle riforme istituzionali e delle politiche in favore delle nostre comunit?.
Apriamo i lavori di questa nostra Plenaria pienamente coscienti della difficile e complessa situazione politica, economica e finanziaria che attraversa il nostro Paese.

Nella nostra ultima Plenaria, a nome del Comitato di presidenza, affermavo: "Non sfugge a nessuno e tantomeno ai nostri connazionali che vivono all'estero, la difficile congiuntura economica e finanziaria, una vera emergenza che attraversa il nostro Paese, anzi ribadiamo la disponibilit? e la volont? di contribuire, come italiani all'estero, ad assumerci nelle forme possibili le nostre responsabilit? di fronte alle severe politiche di risanamento in corso e a mettere a disposizione del Paese tutto il potenziale di cui queste realt? sono dotate.                     

E? gi? avvenuto pi? volte nel passato, anche recente, che l'emigrazione italiana abbia contribuito al risanamento ed al rilancio dell'economia italiana, ed anche in questa occasione questo contributo potr? esserci. Molto dipende dalla capacit? e dalla  lungimiranza del Governo di comprendere che la rete mondiale costituita nel tempo dalla nostra emigrazione ? nei fatti una immensa opportunit?.

Un vero e proprio ricco giacimento a cui attingere e appoggiarsi per sostenere la ripresa e il risanamento dell'economia del nostro Paese, il suo ruolo e la sua competitivit? a livello globale.

Qualcuno si chiede sensatamente perch? gli unici campi nel mercato internazionale nei quali l'Italia non perde un colpo ma continua a crescere a ritmi per questi tempi inaspettati, siano quelli del " made in Italy" e dell?agroalimentare?
Il "made in Italy", la creativit?, i modelli di vita, la cultura e le tradizioni gastronomiche sono uno strumento potente per sostenere l'Italia ed il suo enorme sforzo di riconquistare un ruolo globale. Gli Italiani all'estero, insieme a quelli di origine, per il ruolo che essi hanno conquistato nelle diverse societ?  di accoglienza  sono una parte decisiva per valorizzare l'aggettivo ?italianit??. 

Non si tratta di fare un appello patriottico o di tentare di immunizzare i rischi del presente rifugiandosi in una realt?  edulcorata dall?immaginazione. Si tratta di una prospettiva che ha radici profonde e ha avuto nel corso del tempo riscontri probanti e ripetuti.

Nella nostra Assemblea di Torino in occasione delle celebrazioni del 150* anniversario dell?Unit? abbiamo ricordato il contributo che gli emigranti hanno dato allo sviluppo del Paese e il modo in cui loro stessi hanno vissuto all?estero il fermento nazionale.
L?esperienza dell?emigrazione ? risaltata chiaramente come scuola di sacrificio, che sia nelle situazioni di partenza e che in quelle di arrivo ? riuscita a superare positivamente difficolt? e ostacoli, a favorire la modernizzazione dei Paesi di residenza e l?affermazione in essi di nuovi modelli di relazioni sociali e culturali?. Vogliamo ricordarlo in un momento di acuta crisi sociale, in cui le speranze e le prospettive per futuro sembrano cedere il campo al pessimismo e alla rinuncia. Chi tutto si era lasciato alle spalle e aveva accettato le incognite di realt? sconosciute, alla fine ce l?ha fatta, come dimostrano le storie delle nostre comunit?. Noi che veniamo da quelle esperienze vogliamo in tutta modestia lanciare un messaggio agli italiani di oggi: se chi tutto aveva perduto tutto ? riuscito a ritrovare con le sue forze, non c?? ragione perch?  questo non possa accadere ancora qui, a partire da ora.

?L?emigrazione, dunque, pu? essere una leva importante per la ricostruzione di quell?Italia nuova che sar? tale solo se sapr? trovare una collocazione e un ruolo autorevoli sul piano internazionale. 

Con questo rinnovato e forte sentimento di unit?  nazionale, con questo necessario senso del bene comune in questo momento difficile, noi continueremo a rivendicare ? come un dovere e un?opportunit? nazionali - l?esigenza di conservare e sviluppare la rete di rapporti con le nostre comunit? all?estero".

Non sono gli italiani all'estero che hanno bisogno dell'Italia, non ? mai stato tra l'altro cos?, basti solo pensare al contributo economico che essi hanno dato nella fase di ricostruzione post bellica e fino agli anni Ottanta con le rimesse. Oggi, ancora pi?  di ieri, ? l'Italia ad aver bisogno degli italiani che vivono nel mondo.

Mi sono forse prolungato su questa premessa, ma mi premeva dire chiaramente che il CGIE sente tutta  la responsabilit?  e terr? conto, come ha sempre fatto in questi anni, delle priorit?, delle esigenze strutturali e congiunturali che l?Italia si trova ad affrontare.

In questo spirito di collaborazione e con questo intento costruttivo, abbiamo il dovere di portare all? attenzione delle istituzioni del nostro Paese le questioni pi? pressanti che attengono alla vita delle nostre comunit? all?estero.

Intanto, ci sono alcune scadenze alle quali dobbiamo consacrare in questi giorni tutta la nostra attenzione. Mi riferisco alla predisposizione della legge di stabilit? per i capitoli di spesa relativi alle politiche in favore degli italiani all?estero e alla convocazione dell?elezione dei COMITES e al rinnovo del CGIE.

In questo periodo i vari Ministeri preparano le loro richieste finanziarie per l?esercizio successivo. E? questo il momento, dunque, per passare dalla poesia alla prosa.

Siamo  consapevoli, come appena detto, della delicatissima situazione nella quale si trova il nostro Paese soprattutto in materia economica e finanziaria e delle obiettive difficolt?  che incontra per rispondere alle emergenze e alle urgenze, riguardanti soprattutto le politiche per il lavoro e, in particolare, quelle per i giovani, nel rigido quadro delle compatibilit? legate al rispetto degli impegni comunitari.

Se tuttavia gli italiani all?estero ? come evocato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli esteri ? devono realmente essere considerati parte integrante del sistema paese e della sua strategia di internazionalizzazione, allora il Governo non potr? non tener conto di un aspetto.

SCUOLA LINGUA E CULTURA
Se deve esserci una politica seria nei confronti dei connazionali all?estero, ? necessario che ci sia un segnale positivo, di incoraggiamento in settori chiave come quello della lingua e cultura che - mi permetto ancora una volta di sottolineare - costituisce un agente moltiplicatore del consenso e dell?attrazione dei giovani d?origine e degli stranieri verso l?italianit?. Lingua e cultura sono il nostro miglior passaporto per il successo delle nostre imprese e per le opportunit? di lavoro per i nostri giovani che si affacciano sul mercato globale.

La situazione, invece, rischia di mandare un segnale contrario, critico. Ci ? stato detto che la dotazione del capitolo 3153 il prossimo anno dovrebbe essere appena pi? bassa di quella attuale. Nello stesso tempo, non si parla di riversare su questo capitolo i risparmi ottenuti lo scorso anno con il ritiro di 141 unit?  di personale e di 68 per quest?anno.

Questo significa che soprattutto in Europa vi sar?  una contrazione di personale e di risorse che non sar? compensata adeguatamente. In pi?, in importanti paesi come il Canada, il Brasile, il Belgio, il Cile si rischia di non avere pi? nessun dirigente scolastico. La Direzione per gli italiani all?estero ha chiesto una deroga per i dirigenti scolastici, che noi sosteniamo e chiediamo di estendere anche agli insegnanti, soprattutto nelle strutture di eccellenza, perch? non si azzeri un lavoro di costruzione che ha impegnato molte risorse ed ? durato anni di impegno.

Sinceramente, dopo l?appello condiviso da tutti nel nostro seminario sulla promozione della lingua e cultura per un maggiore coordinamento degli interventi, ci ? sembrata un controsenso la rigida separazione tra la delega per i corsi di lingua degli enti gestori, assegnata al Vice Ministro Archi, e quella per gli istituti di cultura attribuita al Sottosegretario Giro.

Come si vede, si susseguono gli esempi che ci inducono a ribadire che va seriamente e organicamente riformato l?intero sistema, come ? emerso nel documento finale del seminario sulla diffusione della lingua e cultura italiana elaborato e condiviso dal MAE, dal MIUR,dal Consiglio Generale e dalle Regioni.

Si impone cio? una inversione radicale di tendenza che dia all?Italia gli stessi mezzi e le stesse opportunit? degli stai membri pi? avanzati con la creazione di un unico soggetto decisionale in grado di predisporre al meglio la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo.

Chiediamo al Ministro Bonino una iniziativa governativa in parlamento per un provvedimento legislativo che rifletta gli elementi di riforma contenuti nel documento finale del seminario.

RINNOVO COMITES E CGIE /
Il secondo aspetto da affrontare ? quello che riguarda le elezioni dei COMITES e il rinnovo del CGIE, fissati entro il 2014.
Sappiamo bene che i tempi previsti per espletare tutte le procedure sono lunghi e complessi, e sappiamo anche che nel maggio del prossimo anno si terranno le elezioni per il Parlamento europeo. Infine non possiamo non tener conto  delle stagioni nei due emisferi.

Conseguentemente il CGIE chiede al Ministro Bonino di dare le opportune disposizioni per indire le elezioni gi? nel prossimo autunno e di fissare una data che non vada oltre il mese di marzo del 2014.

Per quanto riguarda il merito, in questa sede abbiamo pi? volte sostenuto che la legge che regola la vita dei COMITES ? una buona legge. Una legge, approvata nel 2003, quando gi? il Parlamento aveva creato, attraverso la riforma costituzionale, la circoscrizione Estero e legiferato sul voto per gli italiani all?estero.

Il CGIE ha da sempre sostenuto e continua a sostenere che il primo rinvio delle elezioni dei COMITES, fatto dal Governo Berlusconi, proposto dall?allora sottosegretario Senatore Mantica e basato sulla necessit? di riforma della legge  per tener conto della presenza in Parlamento degli eletti nella circoscrizione estero, fosse sostanzialmente un pretesto. In realt? si voleva indebolire tutto il sistema della rappresentanza, compreso il livello parlamentare.

Sono stati anni duri e faticosi. Che hanno appesantito e reso difficile e talvolta improduttivo tanto il lavoro parlamentare quanto quello della rappresentanza intermedia. Mentre si discuteva della riforma delle leggi , il Governo tagliava di circa il 70 per cento le risorse per la lingua e cultura e quelle per l?assistenza, e ridimensionava sensibilmente la rete dei servizi consolari. Il CGIE far? di tutto per evitare che si riproduca una simile situazione.

A chi sostiene che la legge sui COMITES ? inadeguata e vecchia, che non tiene conto delle nuove mobilit?, che non appare interessante al mondo imprenditoriale che opera fuori dai confini nazionali, che non attrae i giovani che studiano o vanno per periodi brevi a lavorare fuori dall? Italia e ai cosiddetti ?cervelli in fuga?, noi senza imbarazzo riconosciamo che in parte ? vero. Ma  dobbiamo anche dire che  questo rischia di essere ? un nuovo pretesto.

Prima di tutto, con onesta intellettuale e senza pregiudizi, bisognerebbe poter provare che ? la legge in quanto tale a non rispondere a queste nuove situazioni, poi forse, bisognerebbe conoscere ed analizzare meglio il fenomeno che oggi generalmente chiamiamo ?nuove mobilit??.
L?impressione che registriamo un po? ovunque nel mondo ? che questo fenomeno, che prende ogni giorno una maggiore rilevanza, anche per l?aggravarsi della crisi nel nostro Paese, non ? sufficientemente percepito e tarda ad essere interiorizzato.
Queste nuove forme di mobilit?  hanno vita e dinamiche proprie. Si muovono in funzione molto spesso di interessi individuali e temporanei. Non prendono contatto con le nostre istituzioni e non si iscrivono all?Aire, per ragioni diverse l?una dall?altra, sbagliate o giuste che siano.

I protagonisti di queste vicende sembrano avere scarsi interessi in comune con le nostre comunit?, tanto con quelle della prima generazioni quanto con quelle delle pi?  giovani generazioni.
Certamente l? Italia non potr? continuare ad ignorare questo fenomeno e certamente esso porter? negli anni a venire nuovi problemi, opportunit? e nuove prospettive. Non stiamo parlando di qualche migliaia di persone, ma piuttosto di alcune centinaia di migliaia .
Bisogner?, pertanto considerare il fenomeno per quello che realmente ?, cercare di capire come intervenire. Per poterlo fare dobbiamo coglierne la portata attraverso un osservatorio che lo monitorizzi, coinvolgendo soprattutto le Regioni e le loro organizzazioni rappresentative.

Queste sono solo alcune modeste considerazioni che servono solo per avviare un approfondimento gi? nel corso dei lavori di questa plenaria, considerazioni propedeutiche a una discussione pi? approfondita che il CGIE intende organizzare in occasione della prossima plenaria di novembre, dopo essere passati attraverso le riunioni della prossime Commissioni Continentali.

Infine a coloro che sostengono che il numero dei Comites oggi sono troppi e che bisogna ridurli anche per ridimensionare la spesa, dobbiamo ricordare che da un lato l?impegno nei COMITES e nel CGIE ? frutto di  puro volontariato e dall?altro che la presenza di questi istituti di rappresentanza, in molte realt? nel mondo, ? l?unica rimasta del nostro Paese, dopo il ridimensionamento della rete consolare.

Appare uno strano ragionamento quello di chi invece di cercare di sollecitare e spronare il volontariato cerca di ridimensionarlo, invece di valorizzarlo lo umilia e lo ignora.
Solo chi non conosce la realt? o la guarda con prevenzione pu? pensare che il costo sia sproporzionato rispetto ai benefici.
In media ogni COMITES ha un costo non superiore ai 15.000 euro l?anno, che servono solo a sostenere a stento le spese legate alla logistica.
Chiediamo pertanto al Ministro Bonino e a Lei Vice Ministro Archi l?impegno formale a dare ogni disposizione utile perche le elezioni per il rinnovo dei Comites si tengano non oltre il marzo 2014 e, a seguire,  in sintonia con la legge, si proceda al rinnovo del CGIE.
La legge Istitutiva del CGIE senza alcun dubbio necessita di una seria riforma alla luce della presenza in Parlamento degli eletti nella circoscrizione Estero.
Di questo lo stesso CGIE ? stato sempre convinto e su questo si ? impegnato fin dalla prima tornata elettorale del 2006.

Tuttavia pensare ad una riforma del CGIE, isolandola dal quadro delle riforme costituzionali apparirebbe inopportuna e forse paradossale.

Questo Governo ha come base programmatica, oltre alle questioni di carattere economico/sociali e finanziarie, le riforme istituzionali e ha fissato anche un termine ? come ? noto ? di 18 mesi. In particolare, esse dovrebbero riguardare la forma dello stato, la fine del bicameralismo perfetto, con un senato con competenze diverse dalle attuali, e la riduzione del numero dei parlamentari.

IL CONSIGLIO GENERALE DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
In questo contesto, si deve anche inserire la questione della rappresentanza nel suo insieme degli italiani all?estero. Senza alcun pregiudizio o spirito di conservazione, il Consiglio Generale intende vivere questo passaggio nella maniera pi? aperta e pensando solo ad una rappresentanza degli italiani all?estero in grado di assicurare negli anni a venire una reale e vera partecipazione.
Il nuovo sistema deve essere rappresentativo di una comunit? radicata nel tessuto politico sociale ed economico dei vari paesi nel mondo e poter diventare anche l?interfaccia della presenza dell?Italia nel mondo.
Per chiarire il mio pensiero, se per paradosso la riforma fosse in linea con le indicazioni dei ?saggi? nominati dal Presidente della Repubblica prima delle elezioni, che erano di soppressione pura e semplice della circoscrizione Estero, dovremmo poter immaginare un Consiglio Generale con funzioni e compiti sensibilmente rafforzati, in modo da poter realmente incidere sulle politiche verso gli italiani che vivono nel mondo.

Se all?opposto, la riforma dovesse andare verso un rafforzamento della presenza in Parlamento degli eletti all?estero, per esempio scegliendo la strada recentemente indicata dalla Francia, quella di eleggere i parlamentari con gli stessi criteri e con gli stessi quozienti degli eletti sul territorio francese, il numero degli eletti all?estero sarebbe sensibilmente superiore agli attuali 18 e quindi il ruolo e le funzioni del Consiglio Generale potrebbero essere anche non pi? necessarie o magari relegate ad un osservatorio.
Queste due ipotesi, apparentemente paradossali ? ma potrebbero essercene anche altre dimostrano come sia sensata la proposta di rivedere e ridisegnare il ruolo del CGIE alla luce delle riforme istituzionali che verranno adottate.
Il ruolo del CGIE, nelle prossime settimane, nei mesi a venire sar? proprio quello di sensibilizzare, stimolare, proporre e dialogare tanto con i parlamento quanto con il Governo e con i ?saggi? appena nominati.

CIRCOSCRIZIONE ESTERO
Senza dimenticare, tuttavia, che la madre di tutte le battaglie ? stata per circa mezzo secolo la questione dell??effettivit?? del voto dei cittadini italiani all?estero, oggi consacrata nell?art. 48 della Costituzione. Non siamo i difensori di ufficio della circoscrizione Estero, ma crediamo che nessuno possa eliminare con bizzarre soluzioni un principio ormai di rango costituzionale.

La circoscrizione Estero fu concordata, dopo un lungo confronto, come soluzione per rendere effettivo il voto degli italiani all?estero e per evitare ricadute incontrollabili del voto sulle circoscrizioni italiane. Tra l?altro, solo chi non sa come sono ridotti i nostri consolati, pu? pensare che essi possano farsi carico della distribuzione e della raccolta dei plichi per ciascuna delle circoscrizioni italiane.

Chi vuole dunque mettere mano alla circoscrizione Estero, deve prima dire come intende tutelare un diritto primario di cittadinanza qual ? l?espressione di un voto effettivo, vero, e non finto,m come ? stato fino alla riforma costituzionale. Poniamo, in realt?, prima ancora che un problema di rappresentanza, una questione di diritti di cittadinanza.

In pi?, nella prossima assemblea plenaria realizzeremo quel seminario sulla rappresentanza al quale dovranno partecipare i diversi attori istituzionali impegnati nella riforma dello Stato.

CITTADINANZA
Infine, per concludere, vorremmo come CGIE manifestare un convinto appoggio al governo sul tema della cittadinanza concessa agli stranieri che nascono, vivono, studiano e risiedono per un adeguato periodo di tempo in Italia.
Noi che abbiamo a lungo difeso e difendiamo lo ius sanguinis sappiamo per? quanto lo ius soli sia stato importante per una positiva integrazione nei paesi dove siamo emigrati in passato.

Vogliamo testimoniare con la nostra esperienza vissuta nei diversi paesi del mondo da milioni di italiani come l?attribuzione della cittadinanza tramite lo ius soli dia concretezza ai diritti inalienabili di giustizia ed equit?. L?Italia non potr? che guadagnarci sul piano della modernit? e della consapevolezza della sua forza, avendo cittadini membri di una nazione che riconosce la diversit? e la pluralit? delle esperienze, delle provenienze e delle culture.(26/06/2013-ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07