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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - DECRETO PATRONATI - PICCININI(PRES.INCA CGIL):"VALUTIAMO POSITIVAMENTE I CRITERI PREVISTI SU PRESENZA TERRITORIALE IMPEGNO E RICONOSCIMENTO ATTIVITA' PATRONATI"

(2013-06-13)

  Della Legge di stabilit? del 2012 si ? detto di tutto e di pi?, in termini negativi pi? che positivi.Gli stessi Patronati Italiani non hanno lesinato le critiche. Eppure, dalla stessa legge sono emersi alcuni aspetti che riguardano proprio i Patronati italiani che operano in Italia e nel Mondo, attraverso i quali sono state recepite alcune importanti istanze dei maggiori Patronati Italiani. A darne corpo e sostanza un decreto rimasto a lungo all'esame della Corte dei Conti, che ha dato ora il via libera. Di che cosa si tratta. Lo spiega la Presidente del Patronato INCA CGIl, Morena Piccinini ad Italialavorotv/Italiannetwork (http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=1506)

"Intanto, occorre affermare, che una legge di stabilit? va vista nelle due facce: una faccia non positiva che ? quella dei tagli ai patronati, e questo provocher? continuit? nei disagi economici per tutti i patronati.  Per?, c'? anche un'altra faccia della medaglia, decisamente molto pi? importante e positiva e c'? l'imperativo circa criteri aggiuntivi per il riconoscimento dell'attivit? dei patronati. Ebbene, afferma la sindacalista della CGIL - noi riteniamo che sia una cosa molto importante, perch? nel tempo si ?  sviluppata una condizione nella quale le regole sono diventate in apparenza rigide, ma in realt? tanto lasche da ammettere il proliferare di patronati di comodo, che io ho sempre definito un "faccendierato legalizzato". Cio? nicchie di rappresentanza sociale, magari dislocate in alcune aree geografiche, magari dedicate soltanto ad una attivit?, che poco di trasparente avevano. Tanto basta che ultimamente il Ministero del Lavoro ha dovuto provvedere anche a far chiudere alcuni patronati perch? si connotavano esattamente per il non rispetto  dell'intera legislazione.

Ora, invece,  precisa la Presidente del Patronato INCA - con la legge di stabilit? si definiscono criteri ancora pi? rigidi che noi non possiamo che salutare positivamente. Ad esempio: la distribuzione territoriale dei  patronati, per poter essere riconosciuta, deve essere omogenea e su tutto il territorio nazionale. Quindi non sar? pi? possibile essere presenti soltanto prevalentemente in una regione e niente nel resto d'Italia, o a macchia di leopardo. Un criterio che impone di essere presenti in almeno 2/3 delle regioni e 2/3 delle province.  E' gi? un passo avanti sigificativo per far s? che il riconoscimento venga dato solo a chi fa attivit? di tutela vera.

  L'altra aspetto particolarmente importante in riferimento al riconoscimento, anche se con un valore molto simbolico,  considerato soltanto con il punteggio delle attivit? telematiche, ? il riconoscimento di tutta l'attivit? che viene inviata agli enti previdenziali e che fino ad ora non era riconosciuta. Si tratta di una parte preponderante del nostro lavoro.
In questo caso, se  pensiamo che fino a qualche anno f? il rapporto tra l'attivit? che dava diritto a punteggio e l'attivit? che non dava diritto a punteggio era in un rapporto del 50% e che era poco  pi? quella che non dava punteggio rispetto all'altra, oggi siamo, invece, arrivati al punto di avere pi? del 70% dell'attivit? che facciamo riconosciuta.

Questo decreto, dunque, ? molto importante perch? fa si che la stragrande maggioranza della attivit? di tutela che si segue  ha un valore. Iirrisorio, molto basso, da rivedere nel tempo, ma ha un valore. Questo vuol dire  - a fronte di enti previdenziali che sempre meno danno risposte dirette alle persone, e che sempre di pi? a causa della telematizzazione spingono ad una intermediazione positiva, cui risponde il patronato - riconoscere l'intermediazione positiva come attivit? effettivamente fatta. E se questo lo uniamo all'altro parametro, quello della presenza territoriale, dice che c'? un salto qualitativo molto importante nel rapporto tra Enti previdenziali, Patronati, e Patronati e Ministero anche nel riconoscimento dell'attivit? fatta.

Mentre, in passato, capitava che quegli stessi patronati che erano insediati soltanto in alcune aree del paese, e solo per raggiungere determinati obiettivi su singole prestazioni, indirizzassero ai Patronati confederali tutti i cittadini che avevano bisogno di altre prestazioni che non prevedevano punteggio.
Ecco oggi si ottiene un elemento di maggiore qualit?, per il quale, a fronte di un dovere  c'? anche il riconoscimento dell' attivit? che viene quantificata.

Certo, pu? darsi che la torta a disposizione, parlo cio? del fondo patronati,  taglieggiato come ? stato taglieggiato, non determini variazioni significative su quanto arriva al singolo patronato, ma di sicuro sappiamo che attraverso questa metodologia ci sar? un'azione di riconoscimento dellai correttezza di ciascun patronato. Un'azione di riconoscimento dei reali pesi che ognuno di noi sopporta per mantenere i servizi che mettiamo a disposizione.
Quindi ? un bel passaggio da questo punto di vista. E'  stato fatto un lavoro preciso, puntuale ed anche molto approfondito, con la Direzione del Ministero del Lavoro deputata a questo incarico, e crediamo, da questo punto di vista,  che sia stato fatto un buon lavoro, che impone naturalmente un impegno maggiore da parte dello stesso  Patronato INCA, ma che pensiamo debba comportare un impegno maggiore anche per quanti si vogliono chiamare Patronati" conclude la Presidente del Patronato INCA CGIL. (13/06/2013-ITL/ITNET)

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