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CULTURA ITALIANA NEL MONDO -ITALIA/TURCHIA - "DODICI SECOLI DI STORIA E CULTURA COMUNE. INFLUENZA RECIPROCA": CONSIGLIERE CULTURALE AMBASCIATA TURCA AYGUN ATALAY A ITALIAN NETWORK

(2009-07-20)

    PREMESSA
  La cultura italiana, attrattiva potente per gli artisti di tutto il mondo, che ha ospitato per secoli nella capitale, all'interno di splendide ville e dimore storiche messe a disposizione dai mecenati prima e dagli stessi governi stranieri poi, registra interessanti momenti di dialogo, incontro e, talvolta, anche di scontro dialettico nelle accademie straniere a Roma.

  E' in questi luoghi, caratterizzati da un'extraterritorialit? di pensiero, oltre che politico-amministrativa,  privilegiate sedi per decine di borsisti giunti dai cinque continenti nella capitale italiana, che si perpetua l'accademico dibattito culturale - fra ufficialit? ed estemporaneit? della ricerca artistica -  sull'influenza della cultura italiana nel mondo e la presenza artistica di altre non meno ricche e stimolanti culture straniere.

  Diversi i registri che ne caratterizzano l'impostazione, l'organizzazione, l'apertura all'incisivit? degli eventi e degli accadimenti dell'attualit? ! Diversi i timbri del costante dibattito con le istituzioni ufficiali italiane e le organizzazioni private che rappresentano le molteplici presenze artistiche del nostro Paese ! Unico l'obiettivo di fondo:  la valorizzazione dell'impronta artistica presente in ogni cultura,  l'incontro, il dialogo,  finanche lo scontro dialettico dal quale far emergere caratteri ed influenze nel passato e  nel presente.

  Spesso l'incontro si sviluppa in un' incondizionata ammirazione, anche alla luce dei contrasti che emergono all'interno della stessa cultura italiana, e che si spera possano essere elemento di una nuova rinascita come testimonia il  Prof.Walter Geerts, Direttore dell'Academia Belgica a Roma, o nella scoperta di influenze in culture in generale ritenute molto distanti tra loro come abbiamo scoperto nell'intervista al Direttore dell'Istituto Giapponese di Cultura in Roma, Prof. Kazufumi Takada, nel corso delle interviste di Italian Network.

  L'intervista alla Consigliere dell'Ambasciata della Turchia a Roma  Aygun Atalay, fa seguito a quelle del Direttore dell'Istituto Giapponese di Cultura in Roma, Prof. Kazufumi Takada [13/07/2009  "indiscutibile fascino del genio italiano] ,  del Consigliere Culturale dell'Ambasciata della Repubblica del Brasile a Roma, Paulo Marcos Almeda  De Moraes, [08/07/2009-?Due Paesi che si conoscono poco e solo attraverso stereotipi],  al Consigliere  per la Cultura e le Relazioni Accademiche presso l?Ambasciata del Canada a Roma Yves P?pin [ 22/06/2009 "Quel che ci interessa di piu' dell'Italia ? la cultura odierna"],  al Direttore dell'"Academia Belgica", Prof.Walter Geerts, [03/06/2009 -  "La cultura ? nata qui e qui dovrebbe rinascere grazie a ..."], al Direttore dell'Accademia di Francia a Roma Fran?ois Mitterand [01/04/2009 - "Villa Medici: una "casa", un'istituzione che appartiene ad entrambi i Paesi]  ed alla Direttrice dell'Accademia americana a Roma Carmela Vircillo Franklin [28/04/2009-"L'Italia non deve dimenticare il suo passato"] ed al Direttore dell'Accademia tedesca Joachim Bl?her [07/05/2009-"Si viene in Italia per essere influenzati ed influenzare. intercultura una grance..."], al Direttore dell'Accademia Britannica a Roma  Wallace Handrill Bl?her [22/05/2009 ":"La cultura italiana : un intreccio di conflitti mai risolti, mai risolvibili"]. (Italian Network)

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INTERVISTA A AYGUN ATALAY  CONSIGLIERE CULTURALE DELL'AMBASCIATA DI TURCHIA A ROMA

Gi? Consigliere Culturale dell'Ambasciata della Turchia Repubblica della Turchia in Giappone  e in Malesia per diversi anni,  Aygun Atalay  ? a Roma con lo stesso incarico da un anno e mezzo. Una destinazione che lei stessa ha scelto nella convinzione di poter avvicinare al meglio la cultura italiana e quella turca: due culture  che, al di l? delle apparenze, considera  molto simili, in quanto fiorite entrambe nel Mediterraeno, culla di una comune civilt?.


D.-: Quale influenza ritiene abbia avuto o abbia la cultura italiana su quella turca e viceversa? E in  quali campi emergono o sono emerse pi? chiaramente queste influenze?

AYGUN ATALAY-: "Roma e Istanbul sono due citt? profondamente legate dalla loro storia, in particolare dal IV al XV secolo d.C. 
Nel 330 d.C. fu eretta, sulle rovine della citt? di Bisanzio, una citt? con il nome di Nuova Roma, trasformato subito dopo in Costantinopoli in onore del nuovo imperatore. La citt? crebbe durante l'Impero Romano d'Oriente e raggiunse il massimo splendore con Giustiniano nel VI secolo. Nei secoli successivi Costantinopoli sub? numerosi attacchi, sino a  quando  fu conquistata, nel 1453, dalle armate ottomane di Maometto II e le fu imposto il nome di Istanbul. Per oltre 12 secoli, quindi, la storia e la cultura dei nostri paesi si ? fusa e questa influenza reciproca ? evidente nell?arte, nell?architettura e nella decorazione.
Sebbene divenuta capitale dell?impero ottomano,  i rapporti  con l'Italia, e in particolare con Venezia, continuarono soprattutto  nel campo commerciale. Gli ambasciatori di Venezia hanno potuto sempre esercitare in libert? ed esistono tutt'ora delle chiese a dimostrazione non solo  della tollerenza della Turchia ma del fatto che i rappresentanti dei Papi si  erano stabiliti nel nostro paese. E di questo scambio proficuo e di questo legame storico che unisce Istanbul e Venezia ? testimonianza  anche il recente gemellaggio tra le due citt?, istituito nel giugno 2007.
Le relazioni furono buone  anche con le Repubbliche Marinare di Pisa e Genova e sebbene diversi stati mediterranei fossero in guerra tra di loro, l?Italia e la Turchia continuarono sempre ad intrattenere relazioni culturali e commerciali via mare.

  Nel periodo del Sultano Mahmut II, inoltre,  molti italiani appartenenti a vari ambienti, come ufficiali, musicisti e medici trovarono nello Stato Ottomano una seconda patria. Nel 1827 il Sultano invit? il maestro Giuseppe Donizetti (fratello del famoso compositore italiano Gaetano Donizetti) a dirigere l'Orchestra Imperiale, una posizione che occup? per 28 anni, prepararando anche le basi dell'attuale orchestra sinfonica di Istanbul. E dopo Donizetti, l'Orchestra ? stata diretta da altri italiani tra i quali Angelo Mariani, Pisani e Callisto Guatelli.

  Molti, inoltre, i pittori e gli architetti italiani  che hanno creato opere d'arte ad Istanbul, tra cui l'architetto Raimondo D'Aronco che nel 1896 realizz? ad Istanbul l' opera su rilievo "Sceicco Zafir K?lliye". Da ricordare anche il lavoro di Giulio Mongeri, Guglielmo Semprini, Gaspere Fossati, Vitaliano Poselli e Piero Arigoni che hanno restaurato molti palazzi di Istanbul ed Izmir. Nel periodo della Repubblica di Turchia, infine,  Pietro Canonica divenne famoso con i busti di Atat?rk.
Per quanto riguarda la lingua italiana, non poche le parole italiane entrate nel nostro vocabolario, in modo particolare termini della marina, della musica, del commercio.

  I segni del rapporto Turchia-Italia si incontrano anche in Italia. Ad esempio nei simboli di alcune famiglie genovesi dove compaiono la luna  e le stelle o nel dizionario "Codex Cumanicus", custodito presso la Biblioteca Nazionale di Venezia, redatto in lingua turca-italiano e in persiano. Continuando a parlare di libri,  voglio ricordare l'opera di Rossini sul Sultano Fatih Mehmet "Maometto II" e il primo libro pubblicato in Europa sulla letteratura turca di Gian Battista Donaldo intitolato "Letteratura Dei Turchi", stampato nel 1688 a Venezia.
E sempre a Venezia esiste un palazzo hiamato "Fondaco dei Turchi" che a partire dal 1621 e per i 200 anni successivi  fu assegnato ai turchi."

D.-: Attualmente qual'? il livello dei rapporti culturali tra la Turchia e l'Italia?

AYGUN ATALAY.-:"I rapporti culturali proseguono con un ritmo crescente, tramite gli accordi e i programmi siglati, la costituzione di gemellaggi tra le citt?, la partecipazione alle attivit? organizzate da entrambi i paesi, nonch? con gli scambi di studenti e borsisti.
Voglio sottolineare che gli italiani stanno scoprendo sempre di pi? le similitudini che esistono tra i nostri paesi e il numero di turisti italiani in visita nel nostro paese ? in continuo aumento: nel 2007 erano 500.000 mentre lo scorso anno  sono stati 600.000.
Anzi, a questo proposito, ci tengo a precisare che gli italiani non si comportano  da turisti ma sono dei veri viaggiatori, alla ricerca dell'essenza del nostro paese e attenti a stabilire  rapporti umani.
Quanto all'Italia, sta diventando una destinazione sempre pi? frequente e lo scorso anno ben 300.000 turchi sono arrivati nel vostro paese".

D.-: Quali sono le iniziative pi? rilevanti che avete realizzato in questi anni e  che avete in programma nei prossimi mesi  e con quali istituzioni italiane  collaborate maggiormente?

AYGUN ATALAY.-:"Tra le tante che abbiamo organizzato, voglio ricordare la mostra fotografica allestita all'Ara Pacis intitolata  ?L?altra Istanbul. Un omaggio ad Ara G?ler e impressioni sulla citt? di Ercan Arslan, Coskun Asar, Kutup Dalgakiran e Erdal Yazici?, ideata e organizzata da Intesa & C.P. S.r.l., dall?Ambasciata di Turchia e promossa dall?Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, in collaborazione con l?Unione di Amicizia Italia-Turchia e con la societ? Fotografevi di Istanbul.

L'arte contemporanea turca, invece, ? stata presentata lo scorso anno  alla Triennale Bovisa.
Lo scorso maggio, inoltre,  presso la Galleria d?Arte dell'Istituto Portoghese Santo Antonio di Roma abbiamo allestito  ?Sintesi ? Saudade?: una mostra che metteva a confronto il lavori di nove artisti turchi  con quelli di sette artisti  italiani. L'iniziativa ? stata organizzata dall?IPSAR e dalla Neoartgallery di Roma, patrocinata dall?Ambasciata della Repubblica di Turchia in  Italia e dall?Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede, in collaborazione con l?Ufficio Cultura e Informazioni dell?Ambasciata di Turchia a Roma, l?Istituto Cam?es, l?Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e l?Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma.

Lo scorso marzo, infine, abbiamo inaugurato un nostro spazio espositivo in Piazza della Repubblica: qui abbiamo gi? presentato  una serie di mostre di artisti turchi ed italiani e altre ancora sono in programma per il prossimo autunno.

Ma voglio ricordare anche il nostro impegno a favore dell'editoria. Non avendo una nostra biblioteca,  ogni anno distribuiamo a diverse biblioteche italiane dei testi  in turco e in inglese per permettere loro di creare una sezione turca.
Siamo molto attivi, infine,  anche sul versante cinematografico. Presentiamo i nostri film in diversi festival importanti come  al Taormina Film Festival e al Med Film Festival. E parlando di cinema, voglio ricordare il nostro impegno nel 2008 nel Festival del Cinema Italiano ad Istanbul dove sono stati presentati  35 film italiani, tutti sottotitolati in turco".


D.-: Che idea si ? fatta in questo lasso di tempo della sua permanenza in Italia della cultura italiana di oggi? 

AYGUN ATALAY.-:"L'Italia ? il paese della cultura. E' sempre stato per tutti un esempio di qualit? e di attenzione al bene pubblico, che la cultura rappresenta. Le grandi mostre, l?apertura di grandi musei e di poli museali pi? complessi hanno permesso la valorizzazione di opere anche meno conosciute e hanno portato verso la cultura un mondo giovanile molto vasto. Questa ? una operazione che non si fa in un giorno ma in anni di programmi che hanno portato ad un risultato eccezionale. E' chiaro che si pu? fare ancora tanto, ma sono certa che il governo italiano e le istituzioni competenti sapranno affrontare anche questa nuova sfida".

D.-: In che modo la cultura pu? colmare il divario tra Oriente ed Occidente che sempre di pi? tende a spaccare il mondo in due?

AYGUN ATALAY-:"Il mondo soffre perch? i suoi abitanti non hanno abbastanza informazioni sugli altri. Si teme l'altro perch? fondamentalmente non lo si conosce. E' nostro dovere quindi utilizzare ogni tipo di strumento, tra cui quello culturale, per veicolare il messaggio che questi due mondi, l'Occidente e l'Oriente,  non sono cos? distanti tra loro  ma sono parte di un tutto. Solo cos? si pu? contribuire alla  costruzione di un processo di pace duratura.20/07/2009-Letizia Guadagno-ITL/ITNET)

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