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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - EUROPA - PRESIDENTI 40 FEDERAZIONI ADERENTI A BUSINESSEUROPE ALLA UE "RISPOSTE IMMEDIATE SULL'ENERGIA, AFFRONTARE SFIDE CHE MINANO COMPETITIVITA'

(2022-11-25)

La Presidenza di turno svedese del Consiglio dell'Unione Europea dovrà dare risposte immediate sui rischi di carenze di forniture e prezzi dell’energia insostenibili, dare spazio normativo alle imprese ed affrontare le sfide che minano la competitività, la crescita e l’occupazione in Europa nel lungo termine. Così il Consiglio dei Presidenti di BusinessEurope riunito a Stoccolma il 24 e 25 novembre su invito della Confederazione delle Imprese Svedesi in un documento che pubblichiamo in versione integrale:

I Presidenti delle 40 federazioni aderenti a BusinessEurope hanno esortato l’Unione Europea a concentrarsi sui propri principi fondanti: pace e prosperità attraverso il commercio e l’integrazione economica. Tutto questo è fondamentale, anche alla luce della guerra in Ucraina, perché l’Europa continui a svolgere il proprio ruolo in una fase geopolitica estremamente tesa. E’ essenziale creare un contesto capace di attrarre investimenti in Europa, generare crescita nel lungo termine e facilitare la creazione di posti di lavoro, supportando così l’indispensabile transizione verso una società più verde e più digitale. Sono queste le esigenze più impellenti e le sfide a lungo termine che dovranno essere affrontate nel corso della Presidenza di turno svedese.

L’UE ha urgentemente bisogno di una strategia organica che la renda più competitiva.

Soluzioni per la crisi energetica e una transizione verde di successo
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L’aumento del prezzo medio annuale del gas al dettaglio per gli utenti industriali nell’UE è stato il doppio rispetto all’aumento dei prezzi dell’energia per le famiglie, ed è stato molto maggiore rispetto a quello registrato in altre regioni mondiali. Ad esempio, i prezzi all’ingrosso del gas sono da 5 a 7 volte più alti rispetto a quelli registrati negli Stati Uniti. Molte imprese europee stanno assorbendo questi costi o solo parzialmente trasferendoli agli utenti, ma sempre più imprese sono costrette a ridurre la produzione. Si prevede che nei prossimi mesi i contratti energetici a lungo termine o le coperture di molte imprese andranno a esaurirsi, e la situazione peggiorerà ulteriormente se non saranno adottate delle politiche adeguate. La sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto PMI.

Abbiamo urgentemente bisogno di una soluzione rivoluzionaria a livello Europeo per contrastare l’impennata nei prezzi dell’energia e per far sì che l’Europa rimanga una destinazione attraente per le attività commerciali. Non si permetterà che queste divergenze e l’individualismo vincano sulla necessità di una collaborazione e solidarietà europea e il Consiglio e la Commissione europea dovranno impiegarsi più efficacemente nel promuovere questa cooperazione. Contiamo sulla Presidenza di turno svedese affinché faccia tutti gli sforzi necessari per garantire delle risposte coordinate da parte dell’UE che possano abbassare in modo efficace le bollette energetiche per imprese e famiglie, e affinché prenda urgentemente in considerazione la possibilità di disaccoppiare temporaneamente i prezzi dell’elettricità dai prezzi del gas.

Conteranno ogni singolo megawatt/ora di elettricità e ogni miliardo di metro cubo di gas. Occorre inoltre fare di più per aumentare la fornitura di energia in Europa, intensificamento ulteriormente la ricerca di fornitori all’esterno e incrementando ulteriormente, e al più presto, la fornitura di energia generata da fonti rinnovabili, dal nucleare, da fonti a bassa emissione di carbonio e dal gas naturale. La proposta di acquisti di gas congiunti è un importante passo avanti, che deve però comprendere misure di sicurezza che possano proteggere le informazioni commercialmente sensibili. Vanno prese in considerazione tutte le opzioni che possano facilitare la produzione di energia, compresi gli emendamenti legislativi provvisori o le moratorie di attuazione.

Mentre si prosegue con misure provvisorie eccezionali e a breve termine, dovremmo continuare a decarbonizzare la nostra economia, senza deindustrializzarla. L’Europa dovrà quindi tornare ad essere, il prima possibile, un mercato di energia operativo, capace di incentivare gli investimenti nelle tecnologie, nelle reti e nelle interconnessioni a bassa emissione di carbonio, e di farci progredire verso l’obiettivo a lungo termine dell’UE, ovvero di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, grazie all’imprenditoria e all’innovazione.

Migliorare il quadro normativo per le imprese
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Le aziende europee hanno urgentemente bisogno di spazio normativo. La crisi attuale sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione europea, con tante imprese che trasferiscono, interamente o in parte, la loro produzione al di fuori dell’Europa. Per aumentare l’occupazione occorre rafforzare la nostra base industriale. Un migliore quadro normativo, la riduzione di costi per le imprese e una valutazione degli impatti delle politiche sulla competitività internazionale sono più importanti che mai. Non può bastare una compensazione solo parziale dei costi in base all’annunciato principio normativo “1 in – 1 out”. Dobbiamo rafforzare il nostro concetto di “norme migliori”, regolamentare di meno ed allontanarci dalla solita agenda di lavori dell’UE. Preservare la competitività delle PMI e delle grandi aziende dovrebbe essere una riflessione chiave.

Facciamo affidamento sulla Presidenza di turno svedese, affinché unisca le forze con la Commissione Europea ed il Parlamento Europeo per alleggerire gli oneri legislativi che gravano sulle imprese, garantendo il mantenimento della promessa di istituire un “controllo della competitività” per tutte le iniziative politiche e legislative. Sottolineiamo l'importanza di prendere in considerazione l'effetto cumulativo della legislazione dell’UE e di evitare inutili revisioni del diritto comunitario, come ad esempio la direttiva sui comitati aziendali europei o la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, nonché di concordare la due diligence e le disposizioni comunitarie attuabili nella Direttiva sulle Emissioni Industriali revisionata. Nelle circostanze attuali, è particolarmente importante sostenere le imprese europee nei loro sforzi volti ad affrontare una situazione geopolitica tesa, evitando di appesantirle con l'imposizione di requisiti di due diligence ingestibili per le imprese più grandi e insostenibili per le PMI.

Tutte le formazioni del Consiglio devono essere mobilitate al fine di creare questo spazio normativo, ma il Consiglio sulla “Competitività” ha un ruolo chiave da svolgere nell'identificare le disposizioni che andrebbero a minare la competitività delle imprese europee e nel proporre soluzioni migliori quando è necessaria una regolamentazione comunitaria. BusinessEurope è pronta ad assistere le istituzioni europee in questo sforzo.

Rafforzare il nostro mercato unico
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Il pilastro della nostra competitività è un Mercato Unico che funzioni bene. Le imprese europee devono poter far circolare liberamente i beni, i servizi, le persone, il capitale e i dati all’interno dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo. Sono necessarie azioni immediate per rimuovere le barriere normative e alleggerire il fardello che grava sulle imprese all’interno del mercato unico, che rappresenta il loro mercato domestico.

La strategia per la standardizzazione europea è un tassello cruciale per il Mercato Unico e la sua digitalizzazione. Contiamo sulla Presidenza di turno svedese affinché promuova un sistema di standardizzazione europeo fondato sul mercato, con a capo l’industria. Tutto ciò è essenziale per garantire che la direzione strategica della standardizzazione comporti un vantaggio competitivo, e per garantire la necessaria cooperazione con i nostri principali partner commerciali. Concentrarsi maggiormente sul ruolo strategico degli standard è un buon passo avanti, ma non deve condurre al protezionismo e al disaccoppiamento dell’Europa dagli sforzi per una standardizzazione internazionale.

Il mercato unico dei servizi è ancora frammentato e non ha fatto progressi di recente. Contiamo sempre sulla Presidenza di turno svedese affinché approfondisca la questione delle barriere normative che ostacolano la fornitura di servizi transfrontalieri e il distaccamento dei lavoratori, cosa che a sua volta potrebbe ostacolare la transizione verde dell’Unione Europea, nonché le ambizioni relative all’economia circolare. In particolare, dovrebbero essere rimossi gli inutili schemi nazionali di permessi, licenze e autorizzazioni per la fornitura di servizi. Andrebbero adottate in tempi brevi la già proposta dichiarazione elettronica per comunicare il distaccamento di un lavoratore e le normative UE revisionate circa il coordinamento dei sistemi previdenziali per i lavoratori distaccati.

Esortiamo la Presidenza di turno svedese a sfruttare l’imminente 30esimo anniversario del Mercato Unico per accelerare la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione.

Promuovere un commercio globale fondato sulle regole
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L’Unione Europea, facendo leva sul proprio Mercato Unico per mezzo della politica commerciale internazionale comune e difendendo il libero commercio fondato sulle regole, è divenuta l’attore principale nell’arena del commercio globale. L’Unione Europea detiene la più vasta rete di accordi commerciali al mondo (42 accordi che coinvolgono 74 paesi) e, per la prima volta, la nostra esportazione di beni verso questi partner ha superato mille miliardi di Euro, nel 2021. Una politica per il libero commercio fondato sulle regole è uno degli elementi essenziali di ciò che rende l’Europa un posto attraente per gli affari e gli investimenti. Dobbiamo commerciare di più per sostenere la nostra competitività e la nostra leadership di mercato. Concludere e ratificare accordi commerciali è più importante che mai se vogliamo mitigare i rischi e diversificare mercati di esportazione e fonti di approvvigionamento. L’Unione Europea deve continuare ad essere un simbolo del commercio globale fondato sulle regole, e, allo stesso tempo, assicurarsi che anche i suoi partner commerciali rispettino le leggi internazionali. Una condizione di parità è essenziale per garantire la competitività delle aziende europee.

Riguardo a ciò, c’è preoccupazione sulle misure che gli Stati Uniti hanno adottato con l’Inflation Reduction Act (la legge sulla Riduzione dell’Inflazione). Queste misure sono incompatibili con le regole del WTO, in quanto discriminatorie verso le esportazioni delle imprese straniere. Impattano gli investimenti nell’UE. Serve una soluzione concordata, principalmente attraverso la Task Force dedicata e il Consiglio per il Commercio e la Tecnologia UE-USA, prima che questa legislazione venga attuata all'inizio del 2023. Se non si riuscirà a trovare un accordo, altre opzioni dovranno essere considerate.

Nell’attuale contesto geopolitico, è normale che l’UE lavori a più stretto contatto con i partner che condividono obiettivi comuni quali la pace, la stabilità, la democrazia e lo stato di diritto, sviluppando con loro delle relazioni più profonde. Tuttavia, l’UE deve continuare a lavorare con tanti altri paesi nel mondo (in Africa, Asia, America Latina, nella regione del Pacifico, ecc.).

Contiamo sulla Presidenza di turno svedese affinché si adoperi per ridurre i costi delle attività commerciali nella regione nord Atlantica attraverso il Consiglio UE-USA per il Commercio e la Tecnologia. Speriamo che si possa giungere a una soluzione negoziata e soddisfacente agli elementi discriminatori contenuti nel US Inflation Reduction Act (legge per la riduzione dell’inflazione) prima che entri in vigore la legislazione, nei primi mesi del 2023. Chiediamo inoltre alla Presidenza di turno svedese di promuovere la ratifica degli accordi commerciali già raggiunti, ad esempio quelli siglati con il Mercosur e con il Cile, nonché di concludere nuovi accordi (ad esempio con l’Australia e con l’India) e di completare l’adozione del regolamento sulla protezione dalla coercizione economica da parte di paesi terzi.

Accelerare la transizione digitale
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Un vero e proprio mercato unico digitale è fondamentale per consentire all’Unione Europea di sfruttare al meglio l’incessante sviluppo tecnologico. L’utilizzo di dati da parte delle imprese è cruciale per lo sviluppo futuro delle attività commerciali in Europa, e anche per la transizione digitale e quella verde. Se vogliamo accelerare la digitalizzazione in Europa dobbiamo garantire flussi di dati internazionali che funzionino bene, adottando leggi chiare e semplici, constatando che non esistono soluzioni “universali”, adatte a tutti, quando si ha a che fare con tecnologie in costante evoluzione.

Chiediamo alla Svezia di valorizzare i progressi fatti sotto la Presidenza di turno Ceca per quanto riguarda l’Artificial Intelligence Act, con un approccio basato sul rischio, requisiti flessibili (compresi i sandbox normativi sull'Intelligenza Artificiale) e una chiara attribuzione delle responsabilità. Chiediamo inoltre alla Presidenza di turno svedese di lavorare per introdurre una legge sui dati che incoraggi la condivisione dei dati e che al contempo salvaguardi la libertà contrattuale delle imprese, prevedendo un compenso adeguato per la messa a disposizione dei dati, nonché obblighi chiari ed attuabili per i terzi che ricevono i dati. Ciò dovrebbe avvenire senza ridurre il livello di protezione dei dati, delle banche dati e dei segreti commerciali, e senza mettere a repentaglio la proprietà intellettuale e le informazioni commercialmente sensibili delle imprese europee

Facilitare l’innovazione e ridurre i divari di competenze
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Facilitare l’innovazione in generale e costruire ponti con i paesi europei limitrofi, che sono i leader in questo settore, è fondamentale per la competitività, la crescita e l’occupazione in Europa in futuro. Un sistema di ricerca e sviluppo efficace rappresenta la base dello sviluppo economico e sociale dell’Europa. L’UE investe il 2,3% del proprio PIL in R&D (Ricerca e Sviluppo), rispetto al 4% degli Stati Uniti e al 2,44% della Cina. Inoltre, l’Europa tende a perdere i propri innovatori migliori, poiché le aziende che sviluppano tecnologie in Europa poi vanno ad ampliarsi in altre regioni mondiali. Queste tendenze negative minano lo sviluppo e l’occupazione futura in Europa e c’è urgente bisogno di invertirle.

Contiamo sulla Presidenza di turno svedese affinché lavori per migliorare il quadro per l’innovazione nell’Unione Europea promuovendo il principio dell’innovazione e favorendo sandbox normativi onde garantire che le leggi europee facilitino l’applicazione di Ricerca & Sviluppo nel mercato. Chiediamo che venga messo in atto un solido sistema di protezione intellettuale dell'UE, nonché riforme dell'istruzione e della formazione volte a migliorare la loro capacità di rispondere alle nuove esigenze in fatto di competenze. Accogliamo con favore il partenariato pubblico-privato per l'innovazione, che prevede una concorrenza aperta e leale tra le aziende quando si ricorre al cofinanziamento pubblico.

I problemi relativi alle assunzioni e la carenza di figure competenti ostacolano lo sviluppo delle imprese europee. Chiediamo alla Presidenza di turno svedese di far sì che il 2023, Anno Europeo delle Competenze, porti a delle misure efficaci per far fronte all’attuale carenza di forza lavoro e allo squilibrio delle competenze, e di rendere attivi sia i disoccupati che le persone inattive, riconoscendo il contributo positivo che le persone di talento provenienti da paesi terzi danno per rispondere alle esigenze di mercato.

Le imprese europee hanno urgentemente bisogno di misure emergenziali per far fronte alla crisi energetica e di spazio normativo.
Queste sono le esigenze a breve termine e le sfide a lungo termine che devono essere tassativamente affrontate nel corso della Presidenza di turno Svedese dell’Unione Europea al fine di porre in essere soluzioni immediate alla crisi energetica e al contempo potenziare la competitività dell’Europa, onde sostenere occupazione e crescita in futuro.(25/11/2022-ITL/ITNET)

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