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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - COVID/ BIOLOGY OF SEX DIFFERENCES - ISS /INMI-IRCS: IDENTIFICATI BIOMARCATORI PREDITTIVI GRAVITA' E PROGRESSIONE ARDS

(2021-11-26)

Alcuni biomarcatori potrebbero predire, in maniera differenziale per gli uomini e per le donne, la gravità e la progressione della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) nella COVID-19. Tali biomarcatori sesso-specifici sono stati identificati dai ricercatori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS in collaborazione con i colleghi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI - IRCCS), in uno studio pubblicato su Biology of sex differences." si legge in una nota dell'Istituto Superiore di Sanità. 

“E’ ormai evidente che il sesso rappresenti una variabile biologica che influenza la severità di COVID-19 e l'insorgenza della insufficienza respiratoria grave – afferma Elena Ortona, ricercatrice dell’ISS che ha coordinato il team ISS-INMI - La definizione, dunque, di biomarcatori predittivi della progressione della malattia specifici per il sesso può aiutare a monitorare meglio e quindi indirizzare correttamente il trattamento dei pazienti più a rischio”.

Nell’indagine in questione, va avanti l’esperta, “abbiamo esaminato, al momento del ricovero in ospedale, i livelli plasmatici di ormoni sessuali, quali testosterone, estradiolo, ACE2 solubile (sACE2) e Angiotensina1-7 (Ang1-7) insieme ai biomarcatori noti per la COVID-19 (livelli plasmatici di D-Dimero e ferritina, numero di neutrofili e linfociti). Tenendo conto, allo stesso tempo, di una serie di altri fattori, quali la presenza di comorbidità preesistenti, la gravità della malattia respiratoria al momento dell'ammissione in ospedale e l’insorgere di un peggioramento durante la degenza”.

I ricercatori hanno osservato - su un totale di 160 pazienti (80 uomini e 80 donne di età comparabile) ricoverati allo Spallanzani tra marzo e settembre 2020, positivi al SARS-CoV-2 - che alcuni marcatori erano efficaci nel predire l’andamento clinico della malattia sia negli uomini che nelle donne, mentre altri mostravano un valore predittivo sesso-specifico. In particolare, i livelli plasmatici di Ang1-7 e la conta dei neutrofili predicevano l'esito dell'ARDS solo nelle femmine, mentre i livelli plasmatici di testosterone e la conta dei linfociti solo nei maschi.

Scendendo in dettaglio, per quanto riguarda in particolare il testosterone, i suoi livelli plasmatici erano significativamente più bassi in quei pazienti maschi che hanno poi sviluppato, durante l’ospedalizzazione, una ARDS moderata/grave rispetto a quelli con ARDS lieve/non grave. Diversi studi hanno infatti dimostrato che il testosterone ha un effetto antinfiammatorio, diminuendo quelle citochine che giocano un ruolo centrale nella tempesta citochinica e nell’infiammazione che contribuisce alla ARDS. Questo spiegherebbe perché negli uomini anziani l'abbattimento del testosterone si correla con l'aumento di uno stato pro-infiammatorio. Inoltre, il testosterone diminuisce in presenza di obesità e diabete, che sono comorbidità frequentemente associate alla COVID-19.

“I nostri dati- conclude Elena Ortona- pur necessitando di validazione su una popolazione più ampia, evidenziano che il sesso dovrebbe essere considerato come variabile biologica per la scelta del biomarcatore appropriato e sottolineano la necessità di personalizzare l'assistenza dei pazienti anche tenendo conto del loro sesso”.

Piu' esaustiva e chiara informazione : https://www.iss.it/web/guest//news/-/asset_publisher/gJ3hFqMQsykM/content/id/5889786#:~:text=Biology%20of%20sex%20differences. (25/11/2021-ITL/ITNET)

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