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ECONOMIA ITALIANA - L'INDUSTRIA DELLO SPORT - AGLI STATI GENERALI MONDO LAVORO DELLO SPORT LA RICHIESTE DI MAGGIORE ATTENZIONE AL SETTORE: INVESTIRE NELLO SPORT

(2021-09-10)

A Torino si sono appena conclusi gli Stati Generali Mondo Lavoro delle Sport che hanno riunito atleti, giornalisti ed esperti sportivi, giornalisti, imprese e ricercatori impegnati nell’innovazione, e lo stesso sindaco di Torino, Chiara Appendino.

Le richieste sono chiarissime: maggiore attenzione al settore dello Sport come industria. Il perimetro economico di questo comparto è spesso sfuggente e il suo peso, pertanto, sottovalutato. Eppure lo Sport è in tendenza, anche se in Italia ne facciamo davvero poco rispetto ad altri paesi europei, tanto che, secondo i rapporti, un bambino su 4 tra i 3 e i 17 anni è obeso nel nostro paese. È una questione di salute ma anche economica.

Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute Italia SpA, riporta che per ogni euro investito nello Sport se ne risparmiano 4 in spese sanitarie. E chissà quanti in spesa e spreco sociale, perché chi fa sport non è solo più sano, è anche più bello, è una persona migliore. Chi fa sport e chi lavora nello sport non può che essere d’accordo. Tutti si augurano che il momento cruciale che sta vivendo lo Sport italiano, dopo le vittorie olimpiche e paralimpiche di Tokyo e alla vigilia dell’investimento previsto dal PNRR, porti a un cambiamento di mentalità nel paese e lo Sport sia considerato parte fondante dell’educazione e della formazione scolastica come è nei paesi anglosassoni, dove si fa sport tutti i giorni come la matematica o la grammatica, materie di formazione e di crescita.

Basta vederli, d’altronde. Gli atleti presenti, olimpici e non, mostrano una serietà e una serenità invidiabili, a dispetto della giovane età. Vorremmo tutti che fossero i nostri figli, fidanzati, fratelli; come la grande Erica Cipressa, bronzo olimpico a Tokyo nel fioretto, che, con felice sintesi, dice dello sport che è scuola di vita prima e stile di vita poi.

Ma anche chi ha più primavere alle spalle, come Novella Calligaris (ex campionessa di nuoto e giornalista sportiva), Ivana Vaccari (cronista storica della RAI ma anche campionessa di sci) e Federica Berton (allenatrice olimpica di fioretto), è testimonianza ancora oggi di una centratura mentale, emotiva, professionale che possono solo essere aspirazionali per tutti.
Ma dal mondo dello Sport arrivano anche altre richieste: rendere il professionismo più accessibile, defiscalizzando il lavoro nello Sport che secondo l’attuale normativa rende proibitivo il professionismo per molte società. C’è molta attesa per investimenti e riforma normativa, dunque: ora o mai più. Non c’è tempo per aspettare ancora, questo per lo Sport italiano è un turning point.

Rincuora la testimonianza dei tanti atenei e delle imprese che focalizzano fondi ed energie sulla ricerca, permettendo agli atleti di migliorare le prestazioni e curare sempre meglio gli infortuni ma, nel frattempo - come accade per l’innovazione ingegneristica nel campo dell’automobilismo da corsa che ha una ricaduta sulla progettazione di auto da strada - gettando le basi per migliorare la vita di tutti noi. Grazie alle nuove tecnologie e il talento di tanti ricercatori che, per fortuna, non sono fuggiti all’estero ma fanno la nostra eccellenza. Lo Sport quindi come laboratorio.

Non è mancata una riflessione corale del giornalismo specializzato sul racconto dello sport e in particolare degli eventi sportivi. In molti riconoscono che troppo spesso si confonde la telecronaca con la radiocronaca, che la cronaca in video, in diretta, ha bisogno di narrazione, di trasferimento di emozioni, di silenzi e rumori di fondo. Se il giornalista di oggi ha saputo assumere un difficile ruolo multitasking, facendo da sé, molto spesso, racconto e ripresa, non deve dimenticarsi che la gente vuole ascoltare storie, mentre guarda lo sport. E le storie passano per le emozioni. (10/09/2021-ITL/ITNET)

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