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DONNE - LAVORO E COVID: IN UK. RAPPORTO TUC: LAVORO INSICURO 7,1% DONNE PRECARIE SU 6% UOMINI

(2021-04-15)

  Le donne hanno maggiori probabilità di svolgere un lavoro precario (escluso il lavoro autonomo) con il 7,1% delle donne in questo tipo di lavoro insicuro rispetto al 6% degli uomini e come tali risultano maggiormente aggredibili dal virus, secondo l'ultimo rapporto del Trade Union Congress.(vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=65507)

Ma la questione diviene ancora piu' grave qualora si tratti di donne immigrate (BME - ndr: black and minority ethnic),  a cui è stato chiesto, come ai colleghi uomini di assumere maggiori rischi durante la pandemia, lavorando in posti di lavoro precari con meno diritti sul lavoro.

L'analisi TUC mostra che le persone BME hanno molte più probabilità di vivere di lavoro precario e in lavori con tassi di mortalità da coronavirus più elevati rispetto ai bianchi, come guardie giurate, badanti, infermieri e autisti.  In questa condizione si trovano - ha rilevato l'indagine TUC 1 lavoratore BME su 6 (16%) lavora in condizioni di precarietà, rispetto a 1 lavoratore bianco su 10 (10%).  Ma non solo, pòtre che a maggior rischio di esposizione al covid, è anche a rischio di  perdita del posto di lavoro. 

I contratti insicuri rendono più difficile per i lavoratori:
- affermare i propri diritti per un luogo di lavoro sicuro con dispositivi di protezione adeguati (DPI) scudo se loro, o qualcuno con cui convivono, hanno una condizione di salute che li espone a un rischio maggiore 
- prendersi del tempo per le responsabilità di custodia dei bambini se le scuole o gli operatori di assistenza all'infanzia chiudono.

Quanto alle donne nere e di etnia minoritaria (BME)  affrontano ancora maggiori rischi per la precarietà dell'impegno.  Secondo l'analisi TUC, le donne BME hanno circa il doppio delle probabilità rispetto ai lavoratori bianchi di essere impiegate in lavori precari. 6 .

L'analisi mostra che circa 1 donna su 8 (12,1%) BME che lavora nel Regno Unito è impiegata in lavori precari rispetto a 1 donna bianca su 16 (6,4%) e 1 uomo bianco su 17 (5,5%).

La mancanza di diritti sul posto di lavoro e la consapevolezza che è possibile ridurre le ore di lavoro o non rinnovare i contratti a tempo determinato, plasma l'esperienza lavorativa delle donne BME in condizioni di lavoro precario.  Lo stress e l'incertezza creati dalla natura imprevedibile del lavoro insicuro offuscano la vita dei lavoratori in tempi ordinari. 
Ma la pandemia di Covid-19 ha aggiunto un aspetto più mortale a questa mancanza di potere e protezione sul posto di lavoro.  I lavoratori della BME hanno comunicato al TUC che spesso viene negato l'accesso ai dispositivi di protezione individuale ("DPI") e alle appropriate valutazioni dei rischi. (15/04/2021-ITL/ITNET)

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