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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - IL MITO DI "VENERE DIVINA" A PALAZZO TE DI MANTOVA INVITA A RIANNODARE I FILI SPEZZATI DELL'ARMONIA PER UNA NUOVA RINASCITA

(2021-02-18)

Tre progetti espositivi, dedicati a "VENERE DIVINA", che valorizzano il patrimonio di Palazzo Te con prestiti prestigiosi da importanti musei italiani e internazionali, capolavori assoluti dell’arte occidentale per raccontare il mito intramontabile della bellezza, dell’amore, del desiderio

Palazzo Te è patrimonio dell’umanità. Ben noto agli studiosi di tutto il mondo, simbolo vivente di cultura e di arte. Oggi, giustamente, si pone all’avanguardia tra quei luoghi illustri che intendono riaprire le loro porte, inaugurando un nuovo cammino di ricerca, di esposizioni e di confronto.
Ma Palazzo Te è anche dimora amata da tutti i cittadini mantovani, che periodicamente esplorano queste sale, ammirando la bellezza riunita da Giulio. Il maestro dell’invenzione riuscì qui a inaugurare e a consolidare una rivoluzione estetica che mutò il corso dell’architettura e della pittura stessa, divenendo punto supremo di sintesi tra gli ideali della Grecia classica, della Roma antica e della nuova Roma di Raffaello.
La rivoluzione giuliesca, appunto, ci parla ancora oggi. Lo fa nel segno del fasto e della meraviglia, accompagnando con un sospiro poetico le divinità che percorrono le pareti, i camerini, i saloni, le logge, oggetto nei nostri anni di un accurato intervento e di una nuova valorizzazione.

La Fondazione Palazzo Te ha dunque saggiamente deciso, d’intesa con l’amministrazione comunale, di immaginare un intero anno dedicato alla figura di Venere, che riassume la forte componente sensuale delle pitture cinquecentesche, l’intreccio volubile fra modernità e arte classica, ed è infine esempio eccelso della variazione continua di modi e di stili che qui si attua.
Così Venere, a partire dalla celebre sala di Amore e Psiche, è la dea che sembra sovrintendere all’intero sviluppo della narrazione che si svolge tra questi affreschi e questi stucchi. Lei, la madre di Enea, è già dall’epoca di Virgilio l’esemplificazione del desiderio stesso, dell’anelito creativo, della sopravvivenza di una dinastia.

Il progetto si sviluppa in tre momenti espositivi, da una ricognizione sul patrimonio iconografico di Palazzo Te per arrivare a un’ampia riflessione sulla potenza attuale del mito della dea.
Un programma ricco e affascinante che crea incontri con alcuni dei grandi capolavori dell’arte occidentale provenienti da importanti musei europei, dai dipinti di Cranach, Guido Reni, Tiziano e Dosso Dossi a sculture, arazzi e libri.

La prima tappa si apre con Il mito di Venere a Palazzo Te, che dal 21 marzo al 12 dicembre 2021 consente al pubblico di scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere, tra stucchi e affreschi, presenti nel Palazzo. Un percorso tra miti e favole antiche, raccolto anche in una guida cartacea e multimediale, che si arricchisce con l’esposizione della scultura Venere velata della collezione del Comune di Mantova, appartenuta a Giulio Romano e conservata presso la Galleria dei Mesi a Palazzo Ducale, e dell’arazzo Venere nel giardino con putti, realizzato da tessitori fiamminghi su disegno dello stesso Giulio Romano, di recente ritornato a Mantova grazie a una complessa operazione d’acquisto condotta dalla reggia gonzaghesca, dalla Direzione Generale Musei del MiBACT e con il sostegno di Fondazione Palazzo Te.

Il mito di Venere a Palazzo Te è anche l’occasione per organizzare in primavera un convegno internazionale sul tema di Venere.

Seconda tappa il 22 giugno con l’esposizione Tiziano. Venere che benda Amore, che fino al 5 settembre 2021 porta nelle sale del palazzo mantovano Venere che benda Amore, capolavoro assoluto di Tiziano conservato alla Galleria Borghese di Roma. La tela del maestro cadorino presenta Venere nell’atto di bendare il piccolo Eros appoggiato sul suo grembo, mentre un altro putto, probabilmente Anteros, osserva la scena con aria assorta. Un’opera che si inserisce perfettamente nel progetto VENERE DIVINA e costituisce uno dei vertici della rappresentazione della divinità nel Cinquecento.
In occasione di questa esposizione, nel corso del periodo estivo, l’esedra di Palazzo Te viene ripensata per ospitare momenti performativi e artistici, parte del public program dedicato al tema del mito di Venere.

Ultima tappa del progetto il 12 settembre con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, a cura di Claudia Cieri Via, che fino al 12 dicembre 2021 indaga le origini del mito e la sua creazione, grazie al recupero cinquecentesco di leggende e di iconografie antiche.
L’esposizione dedica parte del percorso alla diffusione del mito nelle corti europee, al legame della divinità con le acque, i giardini e i parchi, e con la bellezza delle donne dell’epoca.

Una sezione viene dedicata anche ai “pericoli” di Venere e al legame di maghe e streghe con il culto della dea. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx. (18/02/2021-ITL/ITNET)

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